mercoledì 6 ottobre 2010

Che famiglia è se tu non ci sei?

Come ti ho già detto, oggi ho perso le parole.
Improvvisamente non riesco a dirti ciò che mi passa per la mente, non so nemmeno io quello che provo.
Ma la voglia di scriverti è tanta, così ho cercato nelle vecchie cose che avevo sul p.c. ed ho trovato questa specie di poesia che avevo scritto il 18 agosto del 2009, in una serata in cui evidentemente il mio desiderio di maternità era più schiacciante del solito.

Che famiglia è se tu non ci sei?
È come la frutta fuori stagione:
non ha i colori vivi e le manca il vero sapore.

Che famiglia è se tu non ci sei?
È come il mare d’inverno:
romantico e più tranquillo ma anche un po’ triste e solitario.

Che famiglia è se tu non ci sei?
È come un armadio senza cassetti:
di certo più elegante ma privo di un elemento fondamentale.

Che famiglia è se tu non ci sei?
Ma è famiglia se tu non ci sei?

Ecco, questo pensiero scritto tanto tempo fa, riletto ora, a distanza di oltre un anno, a pochi giorni dalla tua nascita, quando la tua presenza è quasi una realtà, ha un sapore completamente diverso.
Ti ho desiderato tanto e ti voglio bene Tripy, ma ora che stai per arrivare ammetto che la paura che mi fai è più grande di qualsiasi altro sentimento.

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