Stanotte non mi dai pace, ti muovi in continuazione e sento i miei organi risucchiati a destra e sinistra dai tuoi spostamenti.
Il mio stomaco, schiacciato e relegato in un angolo, si difende come può, tentando disperatamente di svuotarsi, buttando fuori l’aria sotto forma di rutti.
Faccio un ultimo disperato tentativo: scendo a fare uno spuntino notturno, nella speranza che placando lo stimolo della fame, anche tutto il resto, te compresa, si plachi, ed io riesca, finalmente, a dormire un’oretta.
P.s. Se ci riuscisse anche tuo padre, che naturalmente domattina deve andare a lavorare, non sarebbe male…
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