Il tempo Tripy, dicono tutti che sia la migliore medicina per curare le ferite, ma io ho imparato che ci sono ferite incurabili, che non si rimarginano nemmeno con il tempo.
Lo so, non ha nessun senso, ma spesso il mio pensiero va a quella bimba che non è mai nata, a quella vita che per un po’ è cresciuta dentro di me per poi, all’improvviso, interrompere la sua crescita, senza una causa evidente, senza una spiegazione plausibile che almeno mi facesse stare un po’ meno male.
Lo so Tripy, non è giusto nei tuoi confronti: se ci fosse lei ora non potresti esserci tu, ma non posso evitare di pensarci.
Mi è venuto in mente ieri mentre con tuo padre ti compravamo salopette e giubbottino per la prossima primavera, mentre guardavo i vestitini di cotone taglia 1/3 mesi e pensavo che a te non serviranno, ma a lei sì, sarebbero serviti.
Mi è venuto in mente stamattina, proprio mentre tu ti muovevi in modo che tuo padre ed io, non potessimo nemmeno per un istante dimenticarci che ci sei.
E mi viene in mente ogni volta che sento di qualcuna che partorirà fra metà e fine luglio…
Non ti voglio meno bene, ma nulla riesce a togliermi dalla mente che sarebbe stato diverso, che tutto sarebbe stato più facile e che tante cose che sono successe non sarebbero capitate e tanti problemi non ci sarebbero mai stati.
Certe volte spero che una volta passato luglio, una volta superata la fatidica data in cui lei, l’altra, sarebbe nata, forse smetterò di pensarci.
Ma altre volte ho la consapevolezza che non sarà così e che sempre guardando una bimba nata nel luglio 2010 mi verrà in mente quella figlia che non abbiamo mai avuto.
E quando penso queste cose mi si forma un nodo alla gola, e le lacrime salgono in superficie, proprio come adesso.
Poi tu ti muovi, proprio come hai fatto ora, dai calcetti e spintarelle e mi vengono in mente le preziose parole di tuo padre stamattina: ora hai qualcosa di concreto a cui pensare, qualcosa di più bello.
Quel qualcosa Tripy sei tu.
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