lunedì 26 aprile 2010

Nessun giudizio, solo paura

A te figlia, vorrei riuscire a dire tante cose…
Vorrei poter essere l’occhio vigile, che ti protegge saggiamente, senza tarparti le ali e soffocarti pericolosamente.
Vorrei darti coraggio senza che tu imparassi a sfidare la vita.
Vorrei che tu potessi insegnarmi ad essere madre, senza lasciarmi la possibilità di fare troppi errori.
Vorrei avere solo certezze da trasmetterti e non dubbi da sottoporti.
Vorrei che le mie paure di oggi fossero il lasciapassare, per sapere domani cosa è più giusto fare.
A te figlia, vorrei dire semplicemente che non so che madre sarò, e anche se continuo a raccontarmela, comprando tutine e calzini rosa, non posso avere nessuna certezza sul fatto che diventerò sicuramente madre.
Oggi ancora non riesco ad immaginarmi, io ,madre per tutta la vita.

A te, che come me ti trovi a navigare a vista nel difficile limbo che precede l’essere genitori, ho tante cose che vorrei riuscire a dire, ma spesso le parole hanno un senso e un peso diverso per chi le dice e per chi le ascolta.
Così come non so che madre sarò io, non posso sapere, oggi, che padre sarai tu domani.
Sinceramente credo che sarai un buon padre, l’ho sempre pensato, fin da quando le nostre strade si sono incontrate.
Probabilmente sarai più equilibrato e più sano di quanto sarò io come madre.
Forse sarai più spontaneo e istintivo, di certo con meno esperienza di me in fatto di bambini, ma non per questo meno bravo.
Confesso che spesso invidio il tuo non essere apprensivo e vorrei fare un po’ mia questa tua caratteristica, ma se c’è una cosa che ho imparato è che tu ed io siamo molto diversi e che abbiamo due modi diversi di affrontare le situazioni della vita.
A te, che come me stai per diventare genitore, vorrei dire che quando ti faccio certe domande, non c’è giudizio, ma solo una paura senza fondo di sbagliare, di avere già sbagliato e di continuare a farlo.

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