mercoledì 21 aprile 2010

Pensieri e ripensamenti

Sono nata con l’istinto materno, ho sempre amato giocare con le bambole e fare la mammina delle bimbe più piccine di me.
Durante gli anni della mia adolescenza, nelle vacanze estive ho sempre fatto la baby sitter, più per divertimento che per lavoro.
Ho sempre desiderato essere madre.
Avrei potuto esserlo molti anni fa ma… non mi sono mai voluta accontentare di un padre che non fosse l’uomo che sentivo di amare per sempre, non ho mai pensato di fare un figlio solo per appagare il mio innato istinto di maternità.
Questo pensiero non mi ha mai sfiorata.
Infatti ci sono stati anni in cui, vista la mia instabilità affettiva o inesistente vita di coppia, pensavo che madre non sarei mai diventata e avevo rinunciato a questa idea, chiudendo a malincuore, il mio sogno in un cassetto.
Un figlio per me poteva solo essere il frutto di un grande amore di due persone.
Questo era ed è il solo e l’unico modo in cui riuscivo a contemplarlo.
Sono un’inguaribile romantica? Una sognatrice? Una pia illusa? Forse sì, sono tutto questo contemporaneamente, ma va bene così.
Io volevo la favola, il sogno completo, senza cedere a compromessi.
L’uomo che amavo, e che mi ricambiava, un nido dove crescere i nostri figli, magari un cane a completare il quadretto della happy family.
Oggi ho accanto l’uomo che, senza ombra di dubbio, amo, l’uomo che ha dimostrato in più occasioni di amarmi,l’uomo che, come ti ho già detto Tripy, ho sempre desiderato che fosse il padre dei miei figli, fin dal primo giorno. Abbiamo una casa in un bel posto dove mi piacerebbe poter crescere insieme i nostri figli. Abbiamo anche un magnifico cane ed ora sei in arrivo tu, nostra figlia, tanto attesa, tanto voluta … e il quadretto è completo.
Ma il tuo arrivo, è un cambiamento e come tale porta alti e bassi, momenti di crisi e di paura, momenti di forte tensione ma anche di grande emozione.
Non so se dipenda dagli ormoni, non credo che dipenda dagli ormoni e sinceramente non mi interessa accertare se davvero dipende dai miei stramaledetti ormoni!
Quello che davvero mi interessa è che duo padre si definisca “scherzando” un uomo accessorio, quello che mi preoccupa è che lui lo pensi davvero.
In questa storia, nella mia favola, nel mio sogno non ci sono accessori, men che meno c’è un uomo, un padre accessorio.
Tutto ricopre un ruolo fondamentale e indispensabile e tuo padre, insieme a me, è un elemento assolutamente indispensabile per la realizzazione del quadro.
Se non ci fosse tuo padre, non ci saresti tu Tripy, tutto questo ha senso e ha valore solo se siamo in due a spingere la carrozzina, se camminiamo insieme lungo i sentieri del parco di fronte a casa, guardando Heidi che insegue la sua palla.

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