A novembre la nostra vita, mia e di tuo padre, è stata investita da un mare in tempesta. Io non ho reagito, non ho opposto alcuna resistenza e mi sono fatta trasportare dalla corrente, travolgere dalla burrasca e cullare dalle onde.
Tuo padre ha cercato disperatamente di tenermi a galla, lottando con una forza e una determinazione che non credevo fossero umanamente possibili.
Per mesi abbiamo navigato senza meta, uniti in un solo abbraccio, attraverso mari sconosciuti, abbiamo superato il tempo e lo spazio, senza avere il tempo di respirare e senza quasi nemmeno rendercene conto.
Più volte ho creduto di non farcela, mentre tuo padre, al contrario, non ne ha mai dubitato.
Mi ha sostenuta e incoraggiata durante tutto il viaggio. Mi ha rasserenata durante i momenti peggiori e accanto a me si è goduto i momenti di quiete che seguono ogni tempesta.
Ora siamo giunti qui, siamo approdati su quest’isola a noi ignota e davanti ad i nostri occhi si aprono panorami che io non conosco e non riconosco. Dopo tanto tempo passato a combattere la furia del mare, ora eravamo ansiosi di toccare la terraferma, ma non avevamo fatto i conti con la stanchezza fisica e mentale.
Io non so come muovermi, non so dove andare, mi guardo attorno, spaesata e cerco di capire che strada prendere, tento invano di intuire quale sia la direzione giusta.
Guardo tuo padre e mi sembra che anche lui sia incredibilmente stanco, dopo aver lottato senza sosta per tutti questi mesi. Lo vedo camminare ma il suo passo è timoroso e a volte fragile.
Io ho paura, non so cosa c’è sull’isola, cosa ci aspetta ancora. Mi guardo indietro e ripenso a tutto quello che abbiamo passato, ma il coraggio e la forza che abbiamo avuto non mi aiutano a pensare che ce la faremo.
Vorrei essere certa che il peggio è passato e che la nostra vita sull’isola ci farà ritrovare la perduta serenità. Ma oggi, ora, non ho certezze, ho solo paura, tanta paura.
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Tripita ho bisogno di un favore.
RispondiEliminaLo chiedo a te perché stai costruendo con tua mamma un canale di comunicazione preferenziale, fatto sì di conati di vomito, ruttini (e ruttoni), ma anche di movimenti di pancia appena accennati che contribuiscono a dare un senso diverso a ogni cosa.
Se puoi, spiega alla mamma che dovrebbe aspettare che la polvere si posi prima di dire “così non va”, che le formiche che camminano vicino alla macchinetta del caffè sono sì un problema, ma non irrisolvibile, che Heidi che mangia la cicogna è sì una gran rottura di scatole, ma c’è ben di peggio, che la nonna che va a trovarla sarà sicuramente pesante, ma alla fine dei conti è sempre la nonna.
Ma soprattutto insegnale che dovrebbe avere un po’ più di fiducia in noi, perché se siamo usciti indenni da quel che abbiamo passato non è in alcun modo merito di uno solo, ma di entrambi; se siamo stati in grado di pensare a te da subito non è certo per caso ma perché, sotto sotto (ma neanche tanto sotto), l’idea ci incuriosiva. Entrambi. Pertanto, se anche le sembra di vedere qualche nuvola nel cielo, si sieda sulla sdraio a guardare con quanta velocità il vento la spazzerà via. Senza pensare che pioverà e tutto sarà sommerso. Senza credere che non ci sia nessuno intorno a lei. Senza voler sparire per chissà quale motivo. Ma parlando con chi la ascolta e cerca sempre (anche se non sembra) di fare del suo meglio per farle trovare la strada in discesa. Anche a costo di intestardirsi su cose di nessun senso o di innervosirsi per due parole dette storte.
Perché, come le sto cercando di spiegare da tempo ormai, o si vince insieme o non vince nessuno.
Grazie Tripita, ci conto.
Tu Tripita sei la nostra terraferma, ora dobbiamo imparare a conoscerti e cercare di capire cosa possiamo aspettarci da te. Ma senza tuo padre io non avrei mai raggiunto la terraferma e probabilmente sarei annegata e tu non saresti dove sei.
RispondiEliminaÈ verissimo quello che dice tuo padre, che io a volte ho la caratteristica ad abbattermi e che le formiche in cucina mi sembrano un problema insormontabile… (Heidi che si è mangiata la cicogna che stavo preparando per te, è un problema insormontabile… siiigh)
Lui ha la capacità di riuscire a farmi vedere che le nuvole ci sono ma vanno via veloci, solo che a volte anche lui per stanchezza, per stress, per mancanza di tempo, fa fatica ad esserci fisicamente o mentalmente, nel momento in cui io avrei bisogno di sentirmi dire semplicemente “va tutto bene, io sono qui”.
però è verissimo, o si vince insieme, o non vince nessuno!!!