domenica 4 aprile 2010

A presto...

Mentre penso a questo post è notte ed io non riesco a dormire, ma questa volta non è colpa tua.
Ho alcune cose importanti da dirti e non tutte credo ti faranno piacere. Ma è bene che lo impari subito, la vita è fatta di alti e bassi, di momenti belli e di momenti difficili… nella vita tutto può succedere.
Prima di tutto i convenevoli: Buona Pasqua, eh sì perché è già Pasqua.
Poi ti chiedo scusa per tutti i problemi che il mio carattere, il mio nervosismo e la mia totale incapacità a rassegnarmi e ad adattarmi a questo malessere fisico e a questa dieta “sglutinata”, ti stanno inevitabilmente creando.
Mi dispiace davvero tanto, credimi. Forse ti meritavi una madre migliore e di sicuro più forte di questa che invece, ti è toccata in sorte.
Ed infine i saluti. Sì, i saluti perché ho deciso che questo è l’ultimo post che ti scrivo. Dopo quasi due mesi passati insieme, dopo quasi 100 post… è arrivato il momento di mettere la parola fine. Sono tante le ragioni che mi hanno portata a questa decisione e dopo averci attentamente pensato, credo che sia meglio così.
Tu scoprirai le cose che ti riguardano, le cose importanti, come tutti, quando verrai al mondo. Non hai certo bisogno di essere preparato prima ad affrontare le cose della vita, ci penserai quando sarà il momento.
Ora hai altre cose a cui dedicarti, ben più importanti, che stare qui a sopportare e subire i monologhi di tua madre.
Ma non devi avere paura e non hai nessun motivo per cui preoccuparti, non sarai solo, io sarò sempre con te, ormai le nostre vite sono intrecciate, non dimenticarlo mai.
L’unica cosa che ti verrà a mancare è questo appuntamento quotidiano, ma sono certa che potrai farne a meno e che non lascerà un grande vuoto.
Nella speranza e con l’augurio di avere la possibilità di conoscerci di persona, ti saluto e ti abbraccio forte.
A presto.
La tua mamma.

1 commento:

  1. Ecco Tripita, questa è tua mamma.

    Sa esaltarsi di fronte a uno sbadiglio di Heidi o di fronte al profilo un po' più accentuato del solito della sua pancia, per poi buttarsi più giù dell'immaginabile appena non tutto gira come vorrebbe lei. E spesso, va aggiunto per completezza dell'informazione, non tutto gira come vorrebbe lei.
    Ecco quindi che sgrana gli occhi, corruga la fronte, incurva le spalle e ti butta lì una delle risposte che si è preparata al malcapitato di turno. Tu ti giri dall’altra parte, conti fino a 100 poi ti rivolti con un mezzo sorriso e rispondi come ti viene. E siccome quello che ti viene raramente è all’altezza delle aspettative, el tacon xe pexo del sbrego…
    Soprattutto per colpa mia (come? Non te l’ha ancora detto che le mie colpe sono almeno tante quante i suoi meriti?) ora siamo al nadir assoluto: io sto ancora trattenendo il fiato e purtroppo non sono ancora in grado di rendermi conto di cosa succederà di qui a qualche mese (ti prego di apprezzare lo sforzo fatto per aver usato l’indicativo futuro invece del condizionale); unisci a questo altri casini che non ti riguardano, mischiali con il mio carattere scontroso e otterrai una bella gatta da pelare. Se poi aggiungi le turbolenze di tua mamma, ecco che abbiamo una cosa che si avvicina molto a una bomba atomica.
    Credo che sia per questo che la mamma ha scritto quel che ha scritto. Credo che la sua decisione dipenda molto da quello che ci siamo detti in questi ultimi giorni.
    Cose che dette in determinati contesti, di nervosismo e tensione, assumono un significato, ma che rilette a mente fredda il giorno dopo, non possono (né volevano) avere il senso che tua mamma ha inteso dare.
    Io non ho mai pensato quello che tua mamma ha voluto capire, e se c’è una cosa di cui sono sicuro è proprio lei. Al di là di tensioni, nervosismi, malintesi, fronti corrucciate, occhi spianati e capelli sempre più grigi. Se c’è una persona che sa capirmi (anche senza chiedere “cosa stai pensando” ogni 3 secondi), sa ascoltarmi (anche senza insistere “dimmi a cosa stai pensando” ogni 5 secondi) sa leggermi nella mente (anche senza intestardirsi “perché non mi dici a cosa stai pensando” ogni 7 secondi) più di quanto sappia farlo io (che non sempre so a cosa sto pensando) quella è tua mamma. Ho fatto tanti errori nella mia vita finora, probabilmente tutti quelli che avrei potuto fare (e forse anche qualcuno in più), non credo che sia il caso di farne altri ancora. E non credo che ne farò.
    Per cui Cicette, se stai ascoltando quello ti sto dicendo, se riesci a leggere quello che ho scritto (e anche quello che non ho scritto), se ti va di continuare a parlare con nostra figlia, non perdere questa occasione. Non è vero che sono noiose lamentele, sono solo il primo capitolo della storia di Tripita. Tutte le belle storie hanno un capitolo iniziale, e non sempre è quello più avvincente. Però senza il primo capitolo non c’è storia che tenga, non c’è gusto, non c’è tensione. E poi vuoi mettere quando leggeremo queste pagine e ci faremo io una sana risata e tu un sano piantone?

    Dai su! Ti amo (e lo sai)

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