POST PUBBLICATO IL 24 AGOSTO MA RELATIVO AL 16 AGOSTO ALLE 8.10
I consigli, i suggerimenti, le regole, le facili soluzioni, le perle di saggezza, come le definisco io e come ho più volte detto, in questi mesi sono piovuti da tutte le parti, inzuppandomi come un temporale estivo.
Io di solito ho ascoltato, a volte annuito, quasi sempre subito.
Ma l’essere incinta non mi ha tolto la capacità di pensare e di decidere in base alla mia volontà, alle mie idee, alle mie conoscenze, alle mie esperienze, alle mie paure ed ai miei limiti. Però a quanto pare, questo non è contemplato dal manuale della perfetta donna gravida, soprattutto se, come me, si tratta di una primipara e pure attempata! La futura mamma dovrebbe perdere l’intelletto in maniera automatica, sacrificare i suoi neuroni, se necessario soccombere con loro e lasciarsi trasportare da chiunque si senta autorizzato a dire la sua.
Amici, nemici, parenti, passanti, conoscenti, sconosciuti… tutti anche se non interpellati, hanno sicuramente qualcosa di fondamentale da dire.
Come cantava Fabrizio de Andrè nella canzone bocca di rosa “si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio”…
Non solo chi ha avuto dei figli, anche chi non ne ha di certo può insegnarti molto e dirti quello che devi fare.
Come riuscire a destreggiarti e a sopravvivere in mezzo a questa giungla che più che proteggerti ti toglie l’aria fino a soffocarti? Non lo so Tripy, a dire il vero non l’ho ancora capito. Nel migliore dei casi se ci riesci, rischi di passare da cattiva o da isterica…
Io mi ero illusa di avere le spalle forti e pensavo di avere la capacità di digerire le cose un po’ alla volta, oppure di riuscire a passarci sopra con indifferenza, ma non mi ero accorta che invece si stavano accumulando una sull’altra dentro di me.
Dopo tanti anni non ho ancora imparato come sono fatta, non sono un pozzo senza fondo, anche io ho un limite di sopportazione e una volta raggiunto, abbassare il livello non è per niente facile. Solo adesso che il margine è stato ampiamente superato, il sistema di allarme è scattato.
Ora vorrei urlare tutta la rabbia che ho dentro fino a perdere la voce, vorrei prendere a pugni il muro fino a farmi sanguinare le mani, vorrei correre senza meta fino a stramazzare al suolo. Invece non faccio nulla di tutto ciò e resto immobile in un angolo. Come un impianto elettrico che va in sovraccarico, stacco le spine e procedo con il minimo consumo, tentando di guadagnare qualche metro di strada… per arrivare comunque alla meta.
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