lunedì 23 agosto 2010

Ennesimo lunedì

Sono stesa sul divano pensando a cosa mi va di fare oggi. Vorrei il teletrasporto per andare a fare un giro da qualche parte, poiché i postumi della notte mi fanno sentire già troppo stanca a quest’ora per spostarmi in maniera autonoma.
Nel frattempo mia madre è già riuscita a farmi sclerare, dimostrandomi, con le sue parole, che non ha capito granché del fatto che non voglio interferenze da nessuno (papino ovviamente non è considerato un’interferenza, ma, al contrario, una presenza fondamentale), nei momenti prima, durante e dopo il parto.
Non so se non ascolta, se non capisce o se fa finta di non capire.
Si stupisce ogni volta nel sentirmi dire che non riceverà nessuna telefonata che le preannuncia l’imminenza del parto, avrà invece una telefonata che l’avvertirà che tu sei già nata… non ci sarà nessun invito a venire in ospedale, al contrario, ha già ricevuto la mia esplicita richiesta a rimanere a casa, anche perché, di perle di saggezza, sceneggiate, esperienze drammatiche ed anatemi, abbiamo già fatto il pieno e tu, papino ed io, abbiamo solo bisogno di restarcene un pochino per conto nostro, nell’intimità della nostra famiglia…
Eppure giurerei, queste cose, di averle dette chiaramente più volte e mi sembra anche di parlare italiano e non cinese, e dovrebbe anche essere piuttosto evidente che già da tempo sto cercando di tenere alla larga qualsiasi fonte di tensione e che al telefono, proprio per evitare che parta il primo atto dell’ennesima tragedia fuori luogo, le rispondo sempre “tutto bene”.
Idea! E se ti facessimo nascere in Angola?
Pensi che almeno lì potremmo riuscire a starcene un pochino in pace Tripy, senza dover difendere il diritto alla nostra privacy con le unghie e con i denti?

Nessun commento:

Posta un commento