sabato 31 luglio 2010
Voci
Dicono che un bambino appena nato, oltre alla voce della madre, riconosce come familiare anche quella del padre. Questo però non sarà il tuo caso. Tuo padre parla davvero poco. Al massimo potrai riconoscere i suoi silenzi.
venerdì 30 luglio 2010
Crampi e capriole
Una notte, quella appena finita, che mi resterà in mente per un po’ di tempo: caratterizzata dai miei crampi e dalle tue capriole. A completare il quadro delle 3 “C” mancano all’appello solo le contrazioni, che per fortuna però non sono arrivate!
Spero che almeno tu ti sia divertita perché ti assicuro che per me non è stato affatto piacevole. Ho i polpacci ancora entrambi indolenziti e nel tentativo di andare in bagno, mi sono subito resa conto che ora ho un motivo in più per fare fatica a camminare…
Per complicarmi la vita non bastava la tua assurda ostinazione a rimanere abbarbicata al mio intestino, naturalmente stra-pieno!
Se davvero non ti volessi bene, credimi che sarei proprio arrabbiata con te!
A quasnto pare non sono l’unica a volerti bene… Hai visto zia Yle quanti bei regali ti ha portato? Zia Yle è proprio tutta matta e se prima avevamo solo il dubbio, ora ne abbiamo le prove tangibili…
Spero che almeno tu ti sia divertita perché ti assicuro che per me non è stato affatto piacevole. Ho i polpacci ancora entrambi indolenziti e nel tentativo di andare in bagno, mi sono subito resa conto che ora ho un motivo in più per fare fatica a camminare…
Per complicarmi la vita non bastava la tua assurda ostinazione a rimanere abbarbicata al mio intestino, naturalmente stra-pieno!
Se davvero non ti volessi bene, credimi che sarei proprio arrabbiata con te!
A quasnto pare non sono l’unica a volerti bene… Hai visto zia Yle quanti bei regali ti ha portato? Zia Yle è proprio tutta matta e se prima avevamo solo il dubbio, ora ne abbiamo le prove tangibili…
giovedì 29 luglio 2010
Sono solo coincidenze!
Una visita imprevista fissata per un sabato mattina.
Un ambulatorio che non è il solito e che mi ricorda brutti momenti.
Papà che è lontano per lavoro.
Le ore dell’attesa che mi sembrano non finire mai.
Un aereo che lo deve riportare a casa.
Cerco di stare tranquilla, di non pensarci e continuo a chiamarle coincidenze, anche se la parola presagio serpeggia nella mia mente.
Un ambulatorio che non è il solito e che mi ricorda brutti momenti.
Papà che è lontano per lavoro.
Le ore dell’attesa che mi sembrano non finire mai.
Un aereo che lo deve riportare a casa.
Cerco di stare tranquilla, di non pensarci e continuo a chiamarle coincidenze, anche se la parola presagio serpeggia nella mia mente.
Un sacco a pelo in miniatura
Credo di non sbagliare dicendo che non c’è niente di più divertente e rilassante, per una futura mamma, che dedicarsi agli acquisti e ai preparativi per l’arrivo del bebè.
Io questa frase l’ho presa e interpretata al meglio, facendola diventare il mio nuovo stile di vita in questi ultimi mesi. Anche nei momenti più bui, quando il vomito, e soprattutto la nausea, non mi davano tregua, trovavo sollievo nel comprare pigiamini, tutine, scarpine, vestitini, guantini, nel preparare copertine, lenzuolina… tutto ino/ina, rigorosamente mignon e in perfetto stile baby.
Mano a mano che compravo e facevo le cosine per te, le mettevo in una cassettiera, anche quella micro, in quella che sarà e già di fatto è la tua camera.
Poi a poco a poco i cassetti della cassettiera hanno cominciato a riempirsi e non riuscivo più a chiuderli, la roba dentro “svagliava” (termine dialettale, credo, per indicare che lo spazio è ristretto e il contenuto fuoriesce) e, in attesa del tanto anelato e necessario armadio, io ho iniziato a spargere in giro per la stanza sacchetti contenenti le piccole cose per te. Ora sinceramente faccio fatica a ricordare che contengono i cassetti e i sacchetti… Ricordo alcune cose, come la tutina made en England a forma di Winny the Pooh che ti ha portato “zia” Jacky la prima volta che è stata in Inghilterra o il tuo primo vestitino sempre made en England e regalato sempre da “zia” Jacky. Ricordo bene una micro-cuffietta e alcune tutine talmente piccole che ancora mi chiedo se ci starai…
Ma c’è una cosa che nemmeno volendo potrei dimenticare, è un acquisto recente, risale a pochi giorni fa. Un fantastico sacco-passeggio taglia 3/6 mesi al quale davvero non ho saputo resistere. È talmente morbido e soffice che sembra già che dentro ci sia tu. Ogni tanto lo guardo, lo tocco e mi sembra di accarezzarti…
Papà mi prende in giro… dice che è assurdo comprare un “oggetto” tanto invernale a metà luglio. Ma io ho cercato di spiegargli che ora ci sono i saldi e in ottobre no!
L’altro giorno faceva lo spiritoso e suggeriva di comprarti un automobile… tanto dice, prima o poi ti servirà… Spiritoooso!
Però mi ha assecondata, c’era anche lui quando mi sono abbracciata la tutina vuota dentro al negozio, anzi, ora che ci penso, è stato proprio lui a vederla per primo e a farmela vedere.
Una cosa è certa, il sacco a pelo in miniatura è già tuo ed è venuto a casa con noi e mentre io sono più tranquilla, sapendo che potrai affrontare anche il freddo inverno, papino si burla di me ripetendomi che se nascerai prima del tempo… anche il sacco a pelo sarà fuori taglia. Per fortuna che la prende a ridere…
Io questa frase l’ho presa e interpretata al meglio, facendola diventare il mio nuovo stile di vita in questi ultimi mesi. Anche nei momenti più bui, quando il vomito, e soprattutto la nausea, non mi davano tregua, trovavo sollievo nel comprare pigiamini, tutine, scarpine, vestitini, guantini, nel preparare copertine, lenzuolina… tutto ino/ina, rigorosamente mignon e in perfetto stile baby.
Mano a mano che compravo e facevo le cosine per te, le mettevo in una cassettiera, anche quella micro, in quella che sarà e già di fatto è la tua camera.
Poi a poco a poco i cassetti della cassettiera hanno cominciato a riempirsi e non riuscivo più a chiuderli, la roba dentro “svagliava” (termine dialettale, credo, per indicare che lo spazio è ristretto e il contenuto fuoriesce) e, in attesa del tanto anelato e necessario armadio, io ho iniziato a spargere in giro per la stanza sacchetti contenenti le piccole cose per te. Ora sinceramente faccio fatica a ricordare che contengono i cassetti e i sacchetti… Ricordo alcune cose, come la tutina made en England a forma di Winny the Pooh che ti ha portato “zia” Jacky la prima volta che è stata in Inghilterra o il tuo primo vestitino sempre made en England e regalato sempre da “zia” Jacky. Ricordo bene una micro-cuffietta e alcune tutine talmente piccole che ancora mi chiedo se ci starai…
Ma c’è una cosa che nemmeno volendo potrei dimenticare, è un acquisto recente, risale a pochi giorni fa. Un fantastico sacco-passeggio taglia 3/6 mesi al quale davvero non ho saputo resistere. È talmente morbido e soffice che sembra già che dentro ci sia tu. Ogni tanto lo guardo, lo tocco e mi sembra di accarezzarti…
Papà mi prende in giro… dice che è assurdo comprare un “oggetto” tanto invernale a metà luglio. Ma io ho cercato di spiegargli che ora ci sono i saldi e in ottobre no!
L’altro giorno faceva lo spiritoso e suggeriva di comprarti un automobile… tanto dice, prima o poi ti servirà… Spiritoooso!
Però mi ha assecondata, c’era anche lui quando mi sono abbracciata la tutina vuota dentro al negozio, anzi, ora che ci penso, è stato proprio lui a vederla per primo e a farmela vedere.
Una cosa è certa, il sacco a pelo in miniatura è già tuo ed è venuto a casa con noi e mentre io sono più tranquilla, sapendo che potrai affrontare anche il freddo inverno, papino si burla di me ripetendomi che se nascerai prima del tempo… anche il sacco a pelo sarà fuori taglia. Per fortuna che la prende a ridere…
Che sta succedendo?
Da alcuni giorni il mio stato di salute è decisamente cambiato, in peggio.
Sento un gran peso in fondo alla pancia, un dolore costante, soprattutto a sinistra, trovo sollievo solo distesa e camminare, anche fare pochi passi, è diventato un vero tormento.
Naturalmente ho tempestivamente telefonato alla mia ginecologa che mi ha detto di stare tranquilla perché il fatto che ti muovi (e ti muovi!) è un chiaro segno che stai bene. Ma come diavolo faccio a stare tranquilla se non so cosa realmente sta succedendo lì dentro? Ti sei solo messa in una posizione per me scomoda e dolorosa oppure stai sinceramente pensando di uscire prima del tempo e sei alla ricerca della scritta “salida” (n.d.a. uscita in spagnolo…)?
Tripy, ascolta la mamma, non fare caz…volate (soprattutto ora che non c’è papino…), è davvero troppo presto, tu hai ancora bisogno di restare lì dentro e di crescere un altro pochino. Non temere, il mondo qui fuori non scappa e ti aspetta, cambierà solo la stagione. A proposito di stagione, se tu decidessi di nascere adesso, sarebbe un vero guaio, noi non ti abbiamo preparato niente di estivo!
Non vorrai mica che ti compriamo un guardaroba nuovo, vero Tripy?
Sento un gran peso in fondo alla pancia, un dolore costante, soprattutto a sinistra, trovo sollievo solo distesa e camminare, anche fare pochi passi, è diventato un vero tormento.
Naturalmente ho tempestivamente telefonato alla mia ginecologa che mi ha detto di stare tranquilla perché il fatto che ti muovi (e ti muovi!) è un chiaro segno che stai bene. Ma come diavolo faccio a stare tranquilla se non so cosa realmente sta succedendo lì dentro? Ti sei solo messa in una posizione per me scomoda e dolorosa oppure stai sinceramente pensando di uscire prima del tempo e sei alla ricerca della scritta “salida” (n.d.a. uscita in spagnolo…)?
Tripy, ascolta la mamma, non fare caz…volate (soprattutto ora che non c’è papino…), è davvero troppo presto, tu hai ancora bisogno di restare lì dentro e di crescere un altro pochino. Non temere, il mondo qui fuori non scappa e ti aspetta, cambierà solo la stagione. A proposito di stagione, se tu decidessi di nascere adesso, sarebbe un vero guaio, noi non ti abbiamo preparato niente di estivo!
Non vorrai mica che ti compriamo un guardaroba nuovo, vero Tripy?
mercoledì 28 luglio 2010
Non sarò una super-mamma
Ciao Tripy,
papà è partito e noi, femmine di casa, tu, io ed Heidi, siamo rimaste sole.
Abbiamo tre lunghi giorni davanti da riempire un po’ come vogliamo.
Per ora mi sono dedicata a cucire un po’, ma senza esagerare, visto il costante mal di pancia che mi rende piuttosto distratta e goffa.
E poi poco fa, quando ho deciso di aprire il p.c., ho trovato un commento al mio post di ieri e mi ha dato modo di riflettere. Mi fanno sempre piacere i commenti, sono un valido spunto per fermare i pensieri e per farsi delle domande. E così, dopo aver letto ciò che “anonimo” mi ha scritto, mi sono chiesta per l’ennesima volta che madre sarò.
Purtroppo per te Tripy, non avrai una super-mamma. Questo è bene che tu lo sappia fina da ora. Non sono e non diventerò perfetta. Farò degli errori, non so quali, naturalmente ma sono certa che ne farò, forse anche più gravi di quelli che ho subito da mia madre, ma spero di continuare a riuscire sempre a mettermi in discussione e quando sarà il caso spero di poterti dire “mi dispiace, ho sbagliato”.
A volte basta poco e sono sufficienti 4 parole per riavvicinare le persone.
Ho molti timori su che madre sarò, e tu lo sai bene, te l’ho scritto in molti post e tante volte in questi quasi mesi che abbiamo condiviso, ti ho parlato a “quattro occhi”, chiedendoti consigli e aiuti.
Non lo so che madre sarò, ma so che madre cercherò di non essere.
Non simulerò infarti che non ci sono per farti vivere la paura e il senso di colpa.
Non ti impedirò di provare ad allontanarti sui tuoi piedi, facendoti credere che il mondo fuori è terribile e che solo con la mamma puoi essere al sicuro.
Non ti obbligherò ad essere ciò che io vorrei che tu fossi, a discapito della tua felicità.
Se farò anche solo una di queste cose Tripy, scappa, allontanati, fuggi da me, metti tanti kilometri e vivi la tua vita. Non permettere che nessuno, nemmeno tua madre, ti tarpi le ali. Non lasciare che qualcuno ti impedisca anche di sognare.
Sogna e lotta Tripy, per realizzare ciò in cui credi, solo così sarai felice e la tua felicità viene prima di ogni altra cosa.
Ti voglio bene.
P.s. Un bacio a Papà che sta volando verso la sua città preferita e che ci manca tanto.
papà è partito e noi, femmine di casa, tu, io ed Heidi, siamo rimaste sole.
Abbiamo tre lunghi giorni davanti da riempire un po’ come vogliamo.
Per ora mi sono dedicata a cucire un po’, ma senza esagerare, visto il costante mal di pancia che mi rende piuttosto distratta e goffa.
E poi poco fa, quando ho deciso di aprire il p.c., ho trovato un commento al mio post di ieri e mi ha dato modo di riflettere. Mi fanno sempre piacere i commenti, sono un valido spunto per fermare i pensieri e per farsi delle domande. E così, dopo aver letto ciò che “anonimo” mi ha scritto, mi sono chiesta per l’ennesima volta che madre sarò.
Purtroppo per te Tripy, non avrai una super-mamma. Questo è bene che tu lo sappia fina da ora. Non sono e non diventerò perfetta. Farò degli errori, non so quali, naturalmente ma sono certa che ne farò, forse anche più gravi di quelli che ho subito da mia madre, ma spero di continuare a riuscire sempre a mettermi in discussione e quando sarà il caso spero di poterti dire “mi dispiace, ho sbagliato”.
A volte basta poco e sono sufficienti 4 parole per riavvicinare le persone.
Ho molti timori su che madre sarò, e tu lo sai bene, te l’ho scritto in molti post e tante volte in questi quasi mesi che abbiamo condiviso, ti ho parlato a “quattro occhi”, chiedendoti consigli e aiuti.
Non lo so che madre sarò, ma so che madre cercherò di non essere.
Non simulerò infarti che non ci sono per farti vivere la paura e il senso di colpa.
Non ti impedirò di provare ad allontanarti sui tuoi piedi, facendoti credere che il mondo fuori è terribile e che solo con la mamma puoi essere al sicuro.
Non ti obbligherò ad essere ciò che io vorrei che tu fossi, a discapito della tua felicità.
Se farò anche solo una di queste cose Tripy, scappa, allontanati, fuggi da me, metti tanti kilometri e vivi la tua vita. Non permettere che nessuno, nemmeno tua madre, ti tarpi le ali. Non lasciare che qualcuno ti impedisca anche di sognare.
Sogna e lotta Tripy, per realizzare ciò in cui credi, solo così sarai felice e la tua felicità viene prima di ogni altra cosa.
Ti voglio bene.
P.s. Un bacio a Papà che sta volando verso la sua città preferita e che ci manca tanto.
martedì 27 luglio 2010
Meglio soli che male accompagnati
Sono stesa sul divano che cerco di rilassarmi mentre guardo la mia pancia che spinta da te sobbalza. Tu sei molto agitata, io sono molto stressata, ma non sentirti in colpa, non dipende da te, non solo almeno.
Come molte altre volte il “merito” di questo mio stato d’animo è di tua nonna materna. Non sopporto davvero più certi suoi atteggiamenti consolidati e ripetuti: le sue tragedie, le sue opere messe in scena con l’obiettivo di risvegliare i sensi di colpa e la compassione in chi ascolta. Non capisce quando non è il momento, quando è ora di fare basta e di chiudere il sipario. Non riesce davvero a capire che il teatrino è finito, che io non sono più una marionetta nelle sue mani e che quei fili che mi legavano a lei e alla mia famiglia di origine in maniera malsana sono stati spezzati già molto tempo fa.
Non capisce che i figli non sono si fanno per avere assistenza da anziani.
Io spero che tu Tripy cresca autonoma, indipendente e realizzata.
Farò il possibile per trasmetterti tutto questo e soprattutto per non ripetere con te gli stessi errori che mia madre ha fatto con me.
Ultimamente con lei non riesco più a parlare, le incomprensioni sono sempre più frequenti, le discussioni sempre più aspre.
Oramai non ci vediamo da quasi un mese e tutto perché io, figlia ingrata e degenere, visto il caldo e la pancia, ho pensato che fosse il caso di smettere di fare la pendolare Igea-Ravenna e ritorno, almeno una volta alla settimana. Lei naturalmente non si è mossa perché devi sapere Tripy che d’inverno è troppo freddo, e d’estate è troppo caldo, in primavera c’è troppa gente in giro e in autunno i treni cominciano ad essere intasati dagli studenti… Insomma c’è sempre una buona ragione affinché sia solo io quella che si muove per andarli a trovare e mai loro a fare il contrario… Questa volta però, dopo che le ho fatto notare che la distanza Igea-Ravenna è assolutamente identica a quella Ravenna-Igea, se non altro per salvare le apparenze, ha deciso che forse poteva anche farmi la gentile concessione di muovere il suo culo e di venirmi a trovare. Naturalmente mio padre, tuo nonno, sarebbe rimasto a casa, sai com’è un cane è molto più importante di una figlia incinta…
Sai che c’è Tripy? Dopo che è riuscita a farmi arrabbiare per l’ennesima volta, le ho chiaramente detto di starsene a casa sua perché noi abbiamo bisogno di stare tranquille e lei sembra divertirsi a creare tensioni. Se deve venire qui per rinfacciarmi per l’ennesima volta che non sono la figlia che avrebbe voluto, con l’unico obiettivo di sfogarsi e per vomitarmi addosso la sua rabbia e la sua insoddisfazione per la vita che si è costruita, allora è meglio che mi stia alla larga, perché il mio nuovo motto è: meglio soli che male accompagnati!
Come molte altre volte il “merito” di questo mio stato d’animo è di tua nonna materna. Non sopporto davvero più certi suoi atteggiamenti consolidati e ripetuti: le sue tragedie, le sue opere messe in scena con l’obiettivo di risvegliare i sensi di colpa e la compassione in chi ascolta. Non capisce quando non è il momento, quando è ora di fare basta e di chiudere il sipario. Non riesce davvero a capire che il teatrino è finito, che io non sono più una marionetta nelle sue mani e che quei fili che mi legavano a lei e alla mia famiglia di origine in maniera malsana sono stati spezzati già molto tempo fa.
Non capisce che i figli non sono si fanno per avere assistenza da anziani.
Io spero che tu Tripy cresca autonoma, indipendente e realizzata.
Farò il possibile per trasmetterti tutto questo e soprattutto per non ripetere con te gli stessi errori che mia madre ha fatto con me.
Ultimamente con lei non riesco più a parlare, le incomprensioni sono sempre più frequenti, le discussioni sempre più aspre.
Oramai non ci vediamo da quasi un mese e tutto perché io, figlia ingrata e degenere, visto il caldo e la pancia, ho pensato che fosse il caso di smettere di fare la pendolare Igea-Ravenna e ritorno, almeno una volta alla settimana. Lei naturalmente non si è mossa perché devi sapere Tripy che d’inverno è troppo freddo, e d’estate è troppo caldo, in primavera c’è troppa gente in giro e in autunno i treni cominciano ad essere intasati dagli studenti… Insomma c’è sempre una buona ragione affinché sia solo io quella che si muove per andarli a trovare e mai loro a fare il contrario… Questa volta però, dopo che le ho fatto notare che la distanza Igea-Ravenna è assolutamente identica a quella Ravenna-Igea, se non altro per salvare le apparenze, ha deciso che forse poteva anche farmi la gentile concessione di muovere il suo culo e di venirmi a trovare. Naturalmente mio padre, tuo nonno, sarebbe rimasto a casa, sai com’è un cane è molto più importante di una figlia incinta…
Sai che c’è Tripy? Dopo che è riuscita a farmi arrabbiare per l’ennesima volta, le ho chiaramente detto di starsene a casa sua perché noi abbiamo bisogno di stare tranquille e lei sembra divertirsi a creare tensioni. Se deve venire qui per rinfacciarmi per l’ennesima volta che non sono la figlia che avrebbe voluto, con l’unico obiettivo di sfogarsi e per vomitarmi addosso la sua rabbia e la sua insoddisfazione per la vita che si è costruita, allora è meglio che mi stia alla larga, perché il mio nuovo motto è: meglio soli che male accompagnati!
Partenze
Domattina papino parte.
Questo suo viaggio di lavoro non so perché, ma mi pesa più di tanti altri.
Non vedo l’ora che sia venerdì sera e che torni a casina da noi.
Ma per tornare prima deve partire: stasera valigia e poi Buen viaje…
Tu in questi tre giorni potresti provare ad essere più buona così noi stiamo tutti più tranquilli…
Ieri ti sei mossa talmente tanto che ho avuto la netta impressione che tu volessi uscire prima del tempo, tanto che mi sono suggestionata e stanotte ho sognato che nascevi, però eri un maschietto… Queste partenze di papà mi turbano e mi confondono le idee...
Questo suo viaggio di lavoro non so perché, ma mi pesa più di tanti altri.
Non vedo l’ora che sia venerdì sera e che torni a casina da noi.
Ma per tornare prima deve partire: stasera valigia e poi Buen viaje…
Tu in questi tre giorni potresti provare ad essere più buona così noi stiamo tutti più tranquilli…
Ieri ti sei mossa talmente tanto che ho avuto la netta impressione che tu volessi uscire prima del tempo, tanto che mi sono suggestionata e stanotte ho sognato che nascevi, però eri un maschietto… Queste partenze di papà mi turbano e mi confondono le idee...
lunedì 26 luglio 2010
Sguardi perplessi
Stamattina Heidi, il nostro cane, si è stesa sul divano accanto a me, poi ha delicatamente appoggiato la testa sulla mia pancia e ha sospirato: era pronta per addormentarsi.
È stato bello immaginarvi incredibilmente a pochi centimetri l’una dall’altra.
Poi tu, che in questi giorni non hai certamente il dono della tranquillità e della delicatezza, hai pensato bene di cominciare a muoverti e le hai dato un paio di calci ben assestati.
Lei prima ha aperto un occhio, poi il secondo, poi si è tirata su ed ha cominciato ad osservare la mia pancia con uno sguardo decisamente incuriosito e perplesso.
È rimasta un po’ così, ferma, attonita a fissare quella pancia che si muoveva in un modo ambiguo e strano, poi, poco convinta, ha deciso che forse era meglio allontanarsi, si è girata ed è scesa dal divano, cauta e diffidente, continuando a guardarsi le spalle.
È stato bello immaginarvi incredibilmente a pochi centimetri l’una dall’altra.
Poi tu, che in questi giorni non hai certamente il dono della tranquillità e della delicatezza, hai pensato bene di cominciare a muoverti e le hai dato un paio di calci ben assestati.
Lei prima ha aperto un occhio, poi il secondo, poi si è tirata su ed ha cominciato ad osservare la mia pancia con uno sguardo decisamente incuriosito e perplesso.
È rimasta un po’ così, ferma, attonita a fissare quella pancia che si muoveva in un modo ambiguo e strano, poi, poco convinta, ha deciso che forse era meglio allontanarsi, si è girata ed è scesa dal divano, cauta e diffidente, continuando a guardarsi le spalle.
Piccoli, fondamentali, momenti d'intimità
Nei libri ho letto spesso che a questo punto del tuo sviluppo, dovresti passare la maggior parte del tuo tempo dormendo e gli esperti sostengono che tu, “il feto”, ti riposi per molte ore al giorno.
Non nel tuo caso, dico io. Forse tu sei l’eccezione che conferma la regola, o più probabilmente sei solo una bambina agitata, o forse, semplicemente, non sei affatto stanca e non hai alcun bisogno di riposarti, ma quello che è certo, è che tu trascorri gran parte del tuo tempo muovendoti come una trottola impazzita!
Ovviamente non riesci più a passare inosservata e non mi dai tregua. Vista la tua acquisita mole, la mia pancia sembra continuamente posseduta dagli alieni: si muove, sussulta, sobbalza e si deforma in maniera assolutamente asimmetrica.
Ammetto che vederla a volte fa anche un po’ impressione…
Fino a qualche giorno fa c’erano però momenti in cui te ne stavi discreta e silenziosa dentro la tua placenta e mi lasciavi la possibilità di godere l’intimità del bagno da sola, senza dover necessariamente condividere tutto. Io lo apprezzavo molto e lo avevo valutato come un importante segno di rispetto nei miei confronti e soprattutto, nei confronti di un rito sacro, come quello del mio appuntamento mattutino con il bagno.
Ma negli ultimi giorni anche questo è cambiato.
Per te non ci sono più momenti di tregua, non esistono situazioni da dover rispettare, non c’è nulla che noi due non possiamo condividere: ti muovi anche mentre sono in bagno…
Risultato? Beh, il risultato vista la tua posizione privilegiata, nella prima fila del “pit”, dovresti conoscerlo tu meglio di chiunque altro: sono diventata assolutamente stitica!
E cosa ti aspettavi Tripy? Sinceramente è il minimo che potesse capitare visto il contesto, non credi? Ti sembra facile Tripy riuscire ad evacuare mentre tu lì dentro ti agiti come una puledrina imbizzarrita? Ti sembra possibile riuscire a rilassarsi, come la situazione richiederebbe, vedendo la pancia che lievita come una torta in forno, prima a destra poi a sinistra, e sapendo che dentro, proprio sotto quelle gobbe, ci sei tu che dai calci e pugni? No Tripy, ti assicuro che è tutt’altro che facile e ahimè, basta uno solo dei tuoi movimenti per perdere contemporaneamente la concentrazione e lo stimolo, con risultati scarsi e deludenti e soprattutto inutili!
Tutto ciò come ti ho detto, si verifica già da alcuni giorni, creandomi non poche difficoltà e, come ben sai, si è appena ripetuto anche stamattina…
Ora… io ti voglio un mondo di bene, e capisco che dividere tutto rafforzi il legame fra madre e figlio, comprendo anche che vuoi creare una certa complicità con me, però ho bisogno dei miei fondamentali momenti di intimità. La mia non è solo una necessità psicologica, è proprio un bisogno fisico Tripy, te lo chiedo per favore.
Più tardi ritenterò l’approccio al bagno, mi piacerebbe che tu dormissi in quel momento o che contassi le dita delle tue mani, o che pensassi alla fantastica tutina rosa che papà ed io ti abbiamo comprato ieri sera. Fai quello che vuoi ma ti prego, STAI FERMA!
Non nel tuo caso, dico io. Forse tu sei l’eccezione che conferma la regola, o più probabilmente sei solo una bambina agitata, o forse, semplicemente, non sei affatto stanca e non hai alcun bisogno di riposarti, ma quello che è certo, è che tu trascorri gran parte del tuo tempo muovendoti come una trottola impazzita!
Ovviamente non riesci più a passare inosservata e non mi dai tregua. Vista la tua acquisita mole, la mia pancia sembra continuamente posseduta dagli alieni: si muove, sussulta, sobbalza e si deforma in maniera assolutamente asimmetrica.
Ammetto che vederla a volte fa anche un po’ impressione…
Fino a qualche giorno fa c’erano però momenti in cui te ne stavi discreta e silenziosa dentro la tua placenta e mi lasciavi la possibilità di godere l’intimità del bagno da sola, senza dover necessariamente condividere tutto. Io lo apprezzavo molto e lo avevo valutato come un importante segno di rispetto nei miei confronti e soprattutto, nei confronti di un rito sacro, come quello del mio appuntamento mattutino con il bagno.
Ma negli ultimi giorni anche questo è cambiato.
Per te non ci sono più momenti di tregua, non esistono situazioni da dover rispettare, non c’è nulla che noi due non possiamo condividere: ti muovi anche mentre sono in bagno…
Risultato? Beh, il risultato vista la tua posizione privilegiata, nella prima fila del “pit”, dovresti conoscerlo tu meglio di chiunque altro: sono diventata assolutamente stitica!
E cosa ti aspettavi Tripy? Sinceramente è il minimo che potesse capitare visto il contesto, non credi? Ti sembra facile Tripy riuscire ad evacuare mentre tu lì dentro ti agiti come una puledrina imbizzarrita? Ti sembra possibile riuscire a rilassarsi, come la situazione richiederebbe, vedendo la pancia che lievita come una torta in forno, prima a destra poi a sinistra, e sapendo che dentro, proprio sotto quelle gobbe, ci sei tu che dai calci e pugni? No Tripy, ti assicuro che è tutt’altro che facile e ahimè, basta uno solo dei tuoi movimenti per perdere contemporaneamente la concentrazione e lo stimolo, con risultati scarsi e deludenti e soprattutto inutili!
Tutto ciò come ti ho detto, si verifica già da alcuni giorni, creandomi non poche difficoltà e, come ben sai, si è appena ripetuto anche stamattina…
Ora… io ti voglio un mondo di bene, e capisco che dividere tutto rafforzi il legame fra madre e figlio, comprendo anche che vuoi creare una certa complicità con me, però ho bisogno dei miei fondamentali momenti di intimità. La mia non è solo una necessità psicologica, è proprio un bisogno fisico Tripy, te lo chiedo per favore.
Più tardi ritenterò l’approccio al bagno, mi piacerebbe che tu dormissi in quel momento o che contassi le dita delle tue mani, o che pensassi alla fantastica tutina rosa che papà ed io ti abbiamo comprato ieri sera. Fai quello che vuoi ma ti prego, STAI FERMA!
domenica 25 luglio 2010
L'ombelico di mamma
L’ombelico di mamma era bello, ne andava orgogliosa: piccino non sporgente, discreto… insomma, una delle poche cose di se stessa che non avrebbe cambiato nemmeno prima di essere incinta.
Poi mamma è rimasta incinta e l’ombelico ha cominciato inevitabilmente a cambiare di forma e colore.
Mio padre addirittura qualche mese fa mi ha chiesto se era un porro…
Da qualche settimana ha delle sembianze davvero bruttine, ma soprattutto ciò che è davvero terrificante è la sua consistenza: tutt’attorno al “buco” è molliccio… sembra un flan in mezzo alla pancia… Praticamente tua mamma ha un ombelico che sembra un budino… e quello che è peggio è che non è nemmeno commestibile…
Poi mamma è rimasta incinta e l’ombelico ha cominciato inevitabilmente a cambiare di forma e colore.
Mio padre addirittura qualche mese fa mi ha chiesto se era un porro…
Da qualche settimana ha delle sembianze davvero bruttine, ma soprattutto ciò che è davvero terrificante è la sua consistenza: tutt’attorno al “buco” è molliccio… sembra un flan in mezzo alla pancia… Praticamente tua mamma ha un ombelico che sembra un budino… e quello che è peggio è che non è nemmeno commestibile…
Pensieri alternati
In certi momenti vorrei che tu nascessi subito.
Per appagare la mia curiosità di conoscerti, per vedere finalmente finita la tua camera, per poter bere una birra fresca e poter mangiare un panino col prosciutto crudo, per non sentirmi più come una balena e per tornare a sentirmi di nuovo attraente…
In certi momenti vorrei che tu nascessi fra molto, moltissimo tempo.
Perché penso che quando tu ci sarai io non sarò più padrona del mio tempo e del mio spazio, perché penso alla libertà che ho oggi e so che resterà solo un ricordo sbiadito nella mia mente, perché temo il momento in cui saremo una famiglia e non più una coppia…
Pensieri alternati si incontrano, si scontrano, si incrociano e si attraversano nella mia mente, in questa domenica mattina di fine luglio.
Per appagare la mia curiosità di conoscerti, per vedere finalmente finita la tua camera, per poter bere una birra fresca e poter mangiare un panino col prosciutto crudo, per non sentirmi più come una balena e per tornare a sentirmi di nuovo attraente…
In certi momenti vorrei che tu nascessi fra molto, moltissimo tempo.
Perché penso che quando tu ci sarai io non sarò più padrona del mio tempo e del mio spazio, perché penso alla libertà che ho oggi e so che resterà solo un ricordo sbiadito nella mia mente, perché temo il momento in cui saremo una famiglia e non più una coppia…
Pensieri alternati si incontrano, si scontrano, si incrociano e si attraversano nella mia mente, in questa domenica mattina di fine luglio.
sabato 24 luglio 2010
È sabato
Buongiorno Tripy,
come vedi, siamo sempre qui, anche se è sabato. Papino è a lavorare e noi abbiamo avuto un inizio giornata un po’ movimentato ma ora è tutto nella norma.
Non so ancora cosa prevede la nostra giornata… lo scopriremo in corso d’opera.
Io non sono di ottimo umore, lo ammetto… e questo sicuramente non aiuta, ma speriamo che le cose migliorino col passare delle ore.
Facciamo così, per ora ti lascio ma forse ti scrivo dopo…
come vedi, siamo sempre qui, anche se è sabato. Papino è a lavorare e noi abbiamo avuto un inizio giornata un po’ movimentato ma ora è tutto nella norma.
Non so ancora cosa prevede la nostra giornata… lo scopriremo in corso d’opera.
Io non sono di ottimo umore, lo ammetto… e questo sicuramente non aiuta, ma speriamo che le cose migliorino col passare delle ore.
Facciamo così, per ora ti lascio ma forse ti scrivo dopo…
venerdì 23 luglio 2010
... la sorpresa più bella!
Adoro le sorprese e quella di stasera non me l’aspettavo e mi ha fatto davvero piacere!
Mi ha lasciata senza parole, cosa sicuramente rara e mi ha fatto venire l’occhio lucido, cosa sicuramente normale, soprattutto con gli ormoni in subbuglio.
Eravamo lì, seduti al ristorante aspettando di mangiare il mitico pesce fritto senza spine, quando l’ho visto arrivare… col suo sorriso smagliante! Non ho capito niente, pensavo fosse lì per caso, magari con un amico… e invece ci aveva raggiunti!!!
Mi è mancato tanto… e avevo proprio voglia di passare una serata in sua compagnia!
Questo è il vero zio di cui ti parlavo qualche settimana fa Tripy e forse il nostro “domani” è finalmente arrivato!
Impara Tripy che se ci tieni davvero a qualcuno, non vale la pena di perderlo: è sempre meglio cercare di capire e superare i momenti difficili.
Per noi, forse, un allontanamento è stato necessario, ma buttare via tutto sarebbe stata una str… upidaggine!
Grazie Papino per la bella sorpresa e grazie allo zio per essere venuto!
Mi ha lasciata senza parole, cosa sicuramente rara e mi ha fatto venire l’occhio lucido, cosa sicuramente normale, soprattutto con gli ormoni in subbuglio.
Eravamo lì, seduti al ristorante aspettando di mangiare il mitico pesce fritto senza spine, quando l’ho visto arrivare… col suo sorriso smagliante! Non ho capito niente, pensavo fosse lì per caso, magari con un amico… e invece ci aveva raggiunti!!!
Mi è mancato tanto… e avevo proprio voglia di passare una serata in sua compagnia!
Questo è il vero zio di cui ti parlavo qualche settimana fa Tripy e forse il nostro “domani” è finalmente arrivato!
Impara Tripy che se ci tieni davvero a qualcuno, non vale la pena di perderlo: è sempre meglio cercare di capire e superare i momenti difficili.
Per noi, forse, un allontanamento è stato necessario, ma buttare via tutto sarebbe stata una str… upidaggine!
Grazie Papino per la bella sorpresa e grazie allo zio per essere venuto!
Strano groviglio nella mente
Quello che abbiamo da poche ore iniziato a vivere è uno strano venerdì, in cui avrei tante cose da dirti, ma non riesco a mettere in ordine le idee che sono davvero troppe e troppo confuse.
Facciamo così, cominciamo da un dato inconfutabile e importante: oggi siamo a 28 settimane. Pare impossibile, mi sembrava una meta irraggiungibile, eppure fra alti e bassi siamo arrivate fin qui, e i tuoi movimenti sono una continua e costante conferma.
A parte muoverti cosa fai alla 28 esima settimana? Questo è il momento della scienza e della cultura, vediamo un po’ cosa riusciamo a scoprire che già non sappiamo.
Per ora l’unica piccola informazione che ho trovato è che si sviluppano le ciglia e aumenta sempre più il grasso cutaneo… il tuo e anche il mio aggiungo io! Ma vediamo se riusciamo a scovare qualcosa di più interessante e corposo…
Ecco qui, allora, dovresti essere pesare circa 1 kilo e 100, 1 kilo e 200 grammi, ed essere lunga 25/30 centimetri dalla testa al sederino o 36 centimetri dalla testa ai piedini.
Sei in grado di aprire e chiudere gli occhi, dormi e ti sveglia ad orari regolari, e ti succhi il pollice della mano o l’alluce del piede.
Gli studi fatti dicono che un bambino nato a questa settimana ha discrete possibilità di sopravvivenza con l'aiuto della moderna tecnologia disponibile nei centri di patologia neonatale, soprattutto perché i suoi polmoni, anche se ancora immaturi, sono in grado di funzionare
Ma ogni giorno in più che il feto passa nell’utero aumentano le probabilità di sopravvivenza e si riducono i rischi di complicanze al momento della nascita o durante la crescita.
Quindi anche se stai stretta, per ora resti lì!
Facciamo così, cominciamo da un dato inconfutabile e importante: oggi siamo a 28 settimane. Pare impossibile, mi sembrava una meta irraggiungibile, eppure fra alti e bassi siamo arrivate fin qui, e i tuoi movimenti sono una continua e costante conferma.
A parte muoverti cosa fai alla 28 esima settimana? Questo è il momento della scienza e della cultura, vediamo un po’ cosa riusciamo a scoprire che già non sappiamo.
Per ora l’unica piccola informazione che ho trovato è che si sviluppano le ciglia e aumenta sempre più il grasso cutaneo… il tuo e anche il mio aggiungo io! Ma vediamo se riusciamo a scovare qualcosa di più interessante e corposo…
Ecco qui, allora, dovresti essere pesare circa 1 kilo e 100, 1 kilo e 200 grammi, ed essere lunga 25/30 centimetri dalla testa al sederino o 36 centimetri dalla testa ai piedini.
Sei in grado di aprire e chiudere gli occhi, dormi e ti sveglia ad orari regolari, e ti succhi il pollice della mano o l’alluce del piede.
Gli studi fatti dicono che un bambino nato a questa settimana ha discrete possibilità di sopravvivenza con l'aiuto della moderna tecnologia disponibile nei centri di patologia neonatale, soprattutto perché i suoi polmoni, anche se ancora immaturi, sono in grado di funzionare
Ma ogni giorno in più che il feto passa nell’utero aumentano le probabilità di sopravvivenza e si riducono i rischi di complicanze al momento della nascita o durante la crescita.
Quindi anche se stai stretta, per ora resti lì!
giovedì 22 luglio 2010
Una "poltrona" per Tripy
Ciao Tripy,
lo so è ancora l’alba e dovrei dormire, ma non ci posso fare niente se la tua testolina preme sulla mia vescica e mi fa sentire forte lo stimolo di fare pipì… abbi pazienza su, poi mi riaddormento.
Nel frattempo però pensavo al fatto che ancora non sei nata e, piccola mia, già stai parecchio antipatica a un bel po’ di persone. Nooo, non preoccuparti, tu non hai fatto niente, del resto come potresti? Non sei ancora nemmeno nata! A dire il vero qualcosa hai fatto: sei nella mia pancia e questo ha risvegliato in molte persone un senso di invidia o di rabbia o di cattiveria… ad essere sincera non ho ancora capito proprio benissimo di cosa si tratti esattamente. Ma i segnali di questo malcontento e dello stato di tensione sono piuttosto evidenti.
Beh, se proprio ci tieni a saperlo ti dico che stai “sul caz… volo” a chi, per esempio, pur sentendomi più o meno costantemente, si è dimenticato di domandarmi come andava la gravidanza per oltre cinque mesi e poi, forse rendendosi conto che il suo comportamento era ai limiti del ridicolo, ha cominciato a chiedere ogni 15 giorni “di quanto sei?”, ovviamente non ascoltando mai la risposta…
Stai “sul cavolo” a chi mi ha ricordato che un aborto non si limita ai primi tre mesi, ma può avvenire anche al sesto (ah, già, questa è lo stesso personaggio di prima…).
Stai pesantemente “sul cavolo” anche a chi, da quando ha saputo che sono incinta, ha pensato bene di non farsi più sentire né vedere, come se fossi un’appestata… Del resto sempre questa “bella” persona, mi ha tempestivamente preannunciato catastrofi sul mio fisico poiché, a parer suo, il corpo di una donna non è assolutamente programmato per avere figli e quindi le gravidanze provocano danni assolutamente irreparabili.
Che sia un caso che la bella persona e il personaggio siano marito e moglie? Dio li fa e poi li accoppia, si diceva una volta…
E ancora, la tua presenza è assolutamente insopportabile per tutti coloro che non sopportano la tua mamma, e qui l’elenco è davvero lungo… Del resto, come biasimarli, quando per primo tuo padre l’altro giorno ha detto apertamente che ho un caratteraccio (questa proprio non mi va giù Tripy…).
Addirittura qualcuno non sapendo che ero incinta, all’inizio della gravidanza mi aveva detto che era giusto che io non avessi figli… quindi puoi immaginare che scoprire che invece sono incinta sia stato uno smacco piuttosto forte.
E per concludere sappi che stai decisamente “sul cavolo” ad una “simpaticissima” persona che, sapendo la mia età anagrafica e il mio desiderio di avere dei figli, alcuni mesi fa mi aveva detto di mettermi il cuore in pace, perché alle soglie dei 40 anni l’unica cosa che puoi aspettarti è l’arrivo della menopausa…
E adesso cos’è quella faccina triste Tripy? Non sarai preoccupata per questa gentaglia?
Stai tranquilla, c’è anche chi invece ti vuole già bene e non vede l’ora di conoscerti e stringerti fra le braccia.
Per esempio zia Yle! Pensa che ieri sentendo che ti avevamo già comprato la camerina e il tris carrozzina/passeggino/ovetto si è subito preoccupata perché voleva farti un regalo!!! Quando ti dico che i parenti non si scelgono… non vado mica troppo lontana Tripy e come vedi i gesti d’amore, arrivano indipendentemente dai legami di sangue. Io ho consigliato a zia Yle di prenderti una sdraietta, sei contenta? Così anche tu avrai la tua “poltrona”!!! Anche perché il divano è un po’ affollato…
lo so è ancora l’alba e dovrei dormire, ma non ci posso fare niente se la tua testolina preme sulla mia vescica e mi fa sentire forte lo stimolo di fare pipì… abbi pazienza su, poi mi riaddormento.
Nel frattempo però pensavo al fatto che ancora non sei nata e, piccola mia, già stai parecchio antipatica a un bel po’ di persone. Nooo, non preoccuparti, tu non hai fatto niente, del resto come potresti? Non sei ancora nemmeno nata! A dire il vero qualcosa hai fatto: sei nella mia pancia e questo ha risvegliato in molte persone un senso di invidia o di rabbia o di cattiveria… ad essere sincera non ho ancora capito proprio benissimo di cosa si tratti esattamente. Ma i segnali di questo malcontento e dello stato di tensione sono piuttosto evidenti.
Beh, se proprio ci tieni a saperlo ti dico che stai “sul caz… volo” a chi, per esempio, pur sentendomi più o meno costantemente, si è dimenticato di domandarmi come andava la gravidanza per oltre cinque mesi e poi, forse rendendosi conto che il suo comportamento era ai limiti del ridicolo, ha cominciato a chiedere ogni 15 giorni “di quanto sei?”, ovviamente non ascoltando mai la risposta…
Stai “sul cavolo” a chi mi ha ricordato che un aborto non si limita ai primi tre mesi, ma può avvenire anche al sesto (ah, già, questa è lo stesso personaggio di prima…).
Stai pesantemente “sul cavolo” anche a chi, da quando ha saputo che sono incinta, ha pensato bene di non farsi più sentire né vedere, come se fossi un’appestata… Del resto sempre questa “bella” persona, mi ha tempestivamente preannunciato catastrofi sul mio fisico poiché, a parer suo, il corpo di una donna non è assolutamente programmato per avere figli e quindi le gravidanze provocano danni assolutamente irreparabili.
Che sia un caso che la bella persona e il personaggio siano marito e moglie? Dio li fa e poi li accoppia, si diceva una volta…
E ancora, la tua presenza è assolutamente insopportabile per tutti coloro che non sopportano la tua mamma, e qui l’elenco è davvero lungo… Del resto, come biasimarli, quando per primo tuo padre l’altro giorno ha detto apertamente che ho un caratteraccio (questa proprio non mi va giù Tripy…).
Addirittura qualcuno non sapendo che ero incinta, all’inizio della gravidanza mi aveva detto che era giusto che io non avessi figli… quindi puoi immaginare che scoprire che invece sono incinta sia stato uno smacco piuttosto forte.
E per concludere sappi che stai decisamente “sul cavolo” ad una “simpaticissima” persona che, sapendo la mia età anagrafica e il mio desiderio di avere dei figli, alcuni mesi fa mi aveva detto di mettermi il cuore in pace, perché alle soglie dei 40 anni l’unica cosa che puoi aspettarti è l’arrivo della menopausa…
E adesso cos’è quella faccina triste Tripy? Non sarai preoccupata per questa gentaglia?
Stai tranquilla, c’è anche chi invece ti vuole già bene e non vede l’ora di conoscerti e stringerti fra le braccia.
Per esempio zia Yle! Pensa che ieri sentendo che ti avevamo già comprato la camerina e il tris carrozzina/passeggino/ovetto si è subito preoccupata perché voleva farti un regalo!!! Quando ti dico che i parenti non si scelgono… non vado mica troppo lontana Tripy e come vedi i gesti d’amore, arrivano indipendentemente dai legami di sangue. Io ho consigliato a zia Yle di prenderti una sdraietta, sei contenta? Così anche tu avrai la tua “poltrona”!!! Anche perché il divano è un po’ affollato…
mercoledì 21 luglio 2010
A che gioco giochiamo?
Ciao Tripy,
ho scoperto con piacere che anche a te piace giocare, del resto con un papà e una mamma così burloni, non potevi essere diversa.
Ieri sera mentre cercavo di rilassarmi sul divano, tu come sempre a quell’ora, hai cominciato a muoverti. Ad un certo punto ho notato che la mia pancia aveva una forma assolutamente asimmetrica e che a destra c’era una protuberanza ben evidente. Allora ho provato a toccarla ed ho sentito che era durissima, sembrava quasi che dentro ci fosse il mio ginocchio… e mentre ero ancora lì che meditavo sulla stranezza della cosa, ho sentito che “qualcuno” da dentro rispondeva al mio tocco, spingendomi a sua volta.
Ho riprovato e ho ricevuto di nuovo risposta: due tocchi fatti da me, due fatti da te.
È così che con sorpresa ho capito che stavi interagendo!!!
Abbiamo giocato in questo modo per almeno dieci minuti fino a quando esausta tu ti devi essere addormentata.
Quando anche tuo padre ci ha raggiunte sul divano gli ho raccontato del nostro gioco ma purtroppo si era perso la visione dal vivo…
Stamattina però quando mi sono svegliata, lui mi ha detto che aveva giocato con te poco prima… Dice che tu ti avevi cominciato a muoverti e lui con le dita tamburellava sulla mia pancia per cercarti, poi quando ti trovava tu tornavi a muoverti e ti “nascondevi” in un altro posto e lui ricominciava a cercarti… Non so se sia proprio vero che abbiate giocato a nascondino, in effetti mi sembra piuttosto strano che mentre tu da dentro la mia pancia ti agitavi e mentre lui da fuori la “tocchettava”, io sia riuscita a dormire placidamente senza accorgermi di nulla…
ho scoperto con piacere che anche a te piace giocare, del resto con un papà e una mamma così burloni, non potevi essere diversa.
Ieri sera mentre cercavo di rilassarmi sul divano, tu come sempre a quell’ora, hai cominciato a muoverti. Ad un certo punto ho notato che la mia pancia aveva una forma assolutamente asimmetrica e che a destra c’era una protuberanza ben evidente. Allora ho provato a toccarla ed ho sentito che era durissima, sembrava quasi che dentro ci fosse il mio ginocchio… e mentre ero ancora lì che meditavo sulla stranezza della cosa, ho sentito che “qualcuno” da dentro rispondeva al mio tocco, spingendomi a sua volta.
Ho riprovato e ho ricevuto di nuovo risposta: due tocchi fatti da me, due fatti da te.
È così che con sorpresa ho capito che stavi interagendo!!!
Abbiamo giocato in questo modo per almeno dieci minuti fino a quando esausta tu ti devi essere addormentata.
Quando anche tuo padre ci ha raggiunte sul divano gli ho raccontato del nostro gioco ma purtroppo si era perso la visione dal vivo…
Stamattina però quando mi sono svegliata, lui mi ha detto che aveva giocato con te poco prima… Dice che tu ti avevi cominciato a muoverti e lui con le dita tamburellava sulla mia pancia per cercarti, poi quando ti trovava tu tornavi a muoverti e ti “nascondevi” in un altro posto e lui ricominciava a cercarti… Non so se sia proprio vero che abbiate giocato a nascondino, in effetti mi sembra piuttosto strano che mentre tu da dentro la mia pancia ti agitavi e mentre lui da fuori la “tocchettava”, io sia riuscita a dormire placidamente senza accorgermi di nulla…
martedì 20 luglio 2010
Un calendario fermo a ieri
Stavo ancora facendo colazione, ho alzato lo sguardo e mi sono accorta che non avevo girato il foglio del nostro magnifico calendario newyorkese, ricordo di una vacanza ormai lontana. Ho pensato di farlo subito… ma poi mi sono dimenticata.
Ora sono seduta al p.c. e proprio di fronte agli occhi ho lo stesso calendario, sempre fermo al 19 luglio.
Ho allungato la mano per girare il foglio ma… non ce l’ho fatta, è stato più forte di me.
Non riuscivo a capire cosa mi stesse bloccando, è un gesto quotidiano che ripeto tutti i giorni da ormai oltre sei mesi, con la curiosità di scoprire la foto che ci sarà dopo e di vedere quali ricordi farà affiorare nella mia mente.
Ma oggi qualcosa mi ha trattenuto e ancora mi trattiene dal girare quella pagina, e rimango qui seduta a fissare quel foglietto colorato, con scritto sopra in rosso e blu “CONEY ISLAND museum”. In alto a sinistra spunta la data: “MONDAY 19 JULY 2010”: il calendario è ancora fermo a ieri…
Improvvisamente un nodo mi sale alla gola ed è tutto chiaro: oggi è il 20 luglio ed io non posso cambiare la pagina del calendario, non posso vedere quella data che mi ricorda troppe cose, che mi ripete invano cosa sarebbe dovuto succedere oggi, se tutto fosse andato bene dal principio…
Non mi interessa scoprire la foto abbinata alla data di oggi, perché l’unica foto che rappresenta certi momenti, è il vuoto di una pagina bianca: senza scritte, senza disegni, senza immagini, senza colori… senza nulla.
Domani cambierò la pagina del calendario e non saprò mai cosa c’era nel 20 luglio.
Esattamente come nella vita non saprò mai cosa avrebbe portato il nostro 20 luglio, perché nessuno potrà mai ridarcelo.
Domani è un altro giorno e girerò pagina, spero, ma non ne sono sicura, non solo quella del calendario…
Aiutami tu a farlo Tripy, ricordami che ci sei, che sei grande e forte e con tanta voglia di vivere. Ricordamelo a modo tuo, come sai fare tu, con l’energia che ti caratterizza, con i tuoi calci e i tuoi pugni ben assestati, con le tue capriole e i tuoi salti mai incerti, con tutto quello che hai imparato a fare in questi tuoi primi sei mesi di vita.
So che lo farai, perché tu sei caparbia e prepotente, pretendi e lotti per ottenere quello che ti spetta di diritto, me lo hai dimostrato più volte e in tanti modi, in questo tempo che ci sta facendo conoscere.
Ricordo ancora perfettamente il preciso istante in cui tu hai deciso che era arrivato il momento di farti sentire muovere: proprio nel bel mezzo di un’accesa discussione fra tuo padre e me, proprio mentre parlavamo di te e di noi, delle nostre paure e dei profondi dubbi sul diventare genitori, tu ti sei mossa, quasi come a dire “ehi, voi due là fuori? io sono qui, vi rendete conto che parlate di me? state decidendo della mia vita? del mio futuro? Non sono un ammasso inerme di cellule, sono una nuova vita che si sta formando. Mi avete desiderata e cercata e ora che vi piaccia o no io sto arrivando, quindi fate un po’ come volete ma organizzatevi, e smettete di fare i bambini, perché qui l’unica bambina sono io e ora che ci sono non ho nessuna intenzione di tornare indietro!”
Ripenso a quando io dimagrivo, vomitavo e non riuscivo a mangiare praticamente nulla, e tu, indifferente a tutto ciò che ti circondava crescevi anche più della media, estranea ai nostri momenti di crisi, di tuo padre e miei, per nulla preoccupata dei dubbi delle paure e delle infinite incertezze, che hanno caratterizzato e condizionato, soprattutto i primi mesi della mia gravidanza.
Tu hai continuato il tuo processo di crescita, prendendo energicamente da me, ciò che ti serviva, imponendo in maniera chiara e decisa la tua presenza, fin dal primo momento, senza esitazioni, senza debolezze. Questa sei tu Tripy!
Questa è la figlia che mi aspetta, una figlia che a quanto pare è forte e determinata ed ha tutto quello che io a volte mi dimentico avere…
Ora sono seduta al p.c. e proprio di fronte agli occhi ho lo stesso calendario, sempre fermo al 19 luglio.
Ho allungato la mano per girare il foglio ma… non ce l’ho fatta, è stato più forte di me.
Non riuscivo a capire cosa mi stesse bloccando, è un gesto quotidiano che ripeto tutti i giorni da ormai oltre sei mesi, con la curiosità di scoprire la foto che ci sarà dopo e di vedere quali ricordi farà affiorare nella mia mente.
Ma oggi qualcosa mi ha trattenuto e ancora mi trattiene dal girare quella pagina, e rimango qui seduta a fissare quel foglietto colorato, con scritto sopra in rosso e blu “CONEY ISLAND museum”. In alto a sinistra spunta la data: “MONDAY 19 JULY 2010”: il calendario è ancora fermo a ieri…
Improvvisamente un nodo mi sale alla gola ed è tutto chiaro: oggi è il 20 luglio ed io non posso cambiare la pagina del calendario, non posso vedere quella data che mi ricorda troppe cose, che mi ripete invano cosa sarebbe dovuto succedere oggi, se tutto fosse andato bene dal principio…
Non mi interessa scoprire la foto abbinata alla data di oggi, perché l’unica foto che rappresenta certi momenti, è il vuoto di una pagina bianca: senza scritte, senza disegni, senza immagini, senza colori… senza nulla.
Domani cambierò la pagina del calendario e non saprò mai cosa c’era nel 20 luglio.
Esattamente come nella vita non saprò mai cosa avrebbe portato il nostro 20 luglio, perché nessuno potrà mai ridarcelo.
Domani è un altro giorno e girerò pagina, spero, ma non ne sono sicura, non solo quella del calendario…
Aiutami tu a farlo Tripy, ricordami che ci sei, che sei grande e forte e con tanta voglia di vivere. Ricordamelo a modo tuo, come sai fare tu, con l’energia che ti caratterizza, con i tuoi calci e i tuoi pugni ben assestati, con le tue capriole e i tuoi salti mai incerti, con tutto quello che hai imparato a fare in questi tuoi primi sei mesi di vita.
So che lo farai, perché tu sei caparbia e prepotente, pretendi e lotti per ottenere quello che ti spetta di diritto, me lo hai dimostrato più volte e in tanti modi, in questo tempo che ci sta facendo conoscere.
Ricordo ancora perfettamente il preciso istante in cui tu hai deciso che era arrivato il momento di farti sentire muovere: proprio nel bel mezzo di un’accesa discussione fra tuo padre e me, proprio mentre parlavamo di te e di noi, delle nostre paure e dei profondi dubbi sul diventare genitori, tu ti sei mossa, quasi come a dire “ehi, voi due là fuori? io sono qui, vi rendete conto che parlate di me? state decidendo della mia vita? del mio futuro? Non sono un ammasso inerme di cellule, sono una nuova vita che si sta formando. Mi avete desiderata e cercata e ora che vi piaccia o no io sto arrivando, quindi fate un po’ come volete ma organizzatevi, e smettete di fare i bambini, perché qui l’unica bambina sono io e ora che ci sono non ho nessuna intenzione di tornare indietro!”
Ripenso a quando io dimagrivo, vomitavo e non riuscivo a mangiare praticamente nulla, e tu, indifferente a tutto ciò che ti circondava crescevi anche più della media, estranea ai nostri momenti di crisi, di tuo padre e miei, per nulla preoccupata dei dubbi delle paure e delle infinite incertezze, che hanno caratterizzato e condizionato, soprattutto i primi mesi della mia gravidanza.
Tu hai continuato il tuo processo di crescita, prendendo energicamente da me, ciò che ti serviva, imponendo in maniera chiara e decisa la tua presenza, fin dal primo momento, senza esitazioni, senza debolezze. Questa sei tu Tripy!
Questa è la figlia che mi aspetta, una figlia che a quanto pare è forte e determinata ed ha tutto quello che io a volte mi dimentico avere…
Gli iceberg della vita
Quando ti trovi a navigare in certe acque, devi sapere Tripy che è fondamentale imparare ad aguzzare la vista e riuscire a tenere gli occhi ben aperti, per avvistare subito la punta di un iceberg.
Ricorda sempre, che la punta di un iceberg è un subdolo presagio, che nasconde pericolose insidie. L'iceberg non va in nessun caso sottovalutato: quello che vedi non corrisponde mai a quello che c'è sotto.
Ecco, nella vita Tripy, proprio come in certi mari, bisogna essere abbastanza bravi da riuscire a scorgere e riconoscere le punte degli iceberg anche in lontananza, per poter essere pronti ad affrontare ciò che si cela sotto quell’apparentemente innocuo ed affascinante, blocco di ghiaccio.
Ci sono persone e situazioni che io ormai ho imparato che sono esattamente come le punte degli iceberg: apparentemente innocue e affascinanti, ma sicuramente portatrici di difficoltà.
Come si fa a riconoscere gli iceberg della vita? Beh, l’esperienza insegna Tripy, anche se bisogna dire che la tua mamma ha sempre avuto “naso” per certe cose. Come un cane da tartufi, io fiuto e sento l’odore dei problemi che si avvicina, anche se purtroppo il più delle volte, non riesco a capire da che parte arrivi il vento e che cosa investirà l’ondata di guai. Ma ti assicuro che la percezione è netta e mai senza riscontri oggettivi.
Sesto senso? Boh, sinceramente non saprei darti una spiegazione logica e razionale.
Però, se non ricordo male in questa settimana tu ti stai occupando e preoccupando dei cinque sensi standard: udito, tatto, vista, gusto e olfatto, se ti rimangono tempo ed energie, puoi sempre dedicarti anche a sviluppare il tuo, di sesto senso, ti assicuro che non te ne pentirai perché nella vita ti sarà utilissimo…
Ricorda sempre, che la punta di un iceberg è un subdolo presagio, che nasconde pericolose insidie. L'iceberg non va in nessun caso sottovalutato: quello che vedi non corrisponde mai a quello che c'è sotto.
Ecco, nella vita Tripy, proprio come in certi mari, bisogna essere abbastanza bravi da riuscire a scorgere e riconoscere le punte degli iceberg anche in lontananza, per poter essere pronti ad affrontare ciò che si cela sotto quell’apparentemente innocuo ed affascinante, blocco di ghiaccio.
Ci sono persone e situazioni che io ormai ho imparato che sono esattamente come le punte degli iceberg: apparentemente innocue e affascinanti, ma sicuramente portatrici di difficoltà.
Come si fa a riconoscere gli iceberg della vita? Beh, l’esperienza insegna Tripy, anche se bisogna dire che la tua mamma ha sempre avuto “naso” per certe cose. Come un cane da tartufi, io fiuto e sento l’odore dei problemi che si avvicina, anche se purtroppo il più delle volte, non riesco a capire da che parte arrivi il vento e che cosa investirà l’ondata di guai. Ma ti assicuro che la percezione è netta e mai senza riscontri oggettivi.
Sesto senso? Boh, sinceramente non saprei darti una spiegazione logica e razionale.
Però, se non ricordo male in questa settimana tu ti stai occupando e preoccupando dei cinque sensi standard: udito, tatto, vista, gusto e olfatto, se ti rimangono tempo ed energie, puoi sempre dedicarti anche a sviluppare il tuo, di sesto senso, ti assicuro che non te ne pentirai perché nella vita ti sarà utilissimo…
lunedì 19 luglio 2010
Una finestra difficile da gestire
Mi piacciono le sfide: ma quando è troppo, è troppo! Però non mollo!!!
Mi riferisco alla finestra della tua camera, davvero complicata...
Partiamo dalla forma: niente a che fare con la classica rettangolare o quadrata, no, troppo banale. La tua è a un quarto di luna e si apre a metà. Naturalmente io ho voluto il ferro per la tenda della stessa forma, per valorizzarla… “è il suo bello”, mi sono più volte detta! Non ti dico la fatica per convincere tuo padre che, non volendo complicarsi inutilmente la vita, voleva mettere semplicemente un bastone dritto.
Ma io no! Testarda come sempre, da subito, già me la vedevo con il ferro che seguiva il suo profilo. Così ho fatto il progetto di come la volevo, l’ho portato ad un fabbro che l’ha elaborato e prodotto grezzo, io l’ho verniciato, poi ho trovato qualcuno che lo montasse e… il ferro c’è!
Poi è stato il momento di fare le tende… Già, per una finestra di quella forma, naturalmente non esistono tende già fatte, bisogna proprio farle su misura.
Quindi, armata di santa pazienza, ho ritagliato la sagoma della finestra ed ho fatto un primo prototipo di tenda, piena di pieghe, per il quale ci ho messo parecchi mesi, (partire con una cosa semplice sarebbe stato troppo facile…), tanto che, quando l’ho montata mi ero già stufata di vedere quella fantasia scozzese bianco rossa (n.d.r. i colori del Vicenza…).
Poi ho scoperto che stavi arrivando tu… Quale pretesto migliore per cambiare le tende? E poi, in quella finestra non ci sono tapparelle o persiane, quindi, in previsione delle tue pennichelle diurne, era indispensabile trovare il modo di oscurare la luce.
Così è scattata la caccia alla stoffa ideale: che fosse scura ma allegra, oscurante ma non cupa, coprente ma non tetra. Impossibile dirai tu. Impara una cosa: niente è impossibile quando me lo metto in mente Tripy! E finalmente un paio di settimane fa l’ho trovata. Blu con gli orsetti che si arrampicano su piccole scalette arancioni, per arrivare in mezzo ad un cielo stellato, fino alla luna… Praticamente, uno spettacolo! Peccato che una volta arrivata a casa ho realizzato che il blu non era abbastanza scuro per oscurare la luce…
No panic! Basta mettere un secondo telo blu più scuro dietro a quello a fantasia e il gioco è fatto! Recupero un pezzo di tela blu che avevo in casa poi misuro, sagomo, disegno, taglio cucio… Che fatica! Saremmo già a buon punto se non fosse che mi è venuto in mente che mettere la parte con gli orsetti un po’ arricciata avrebbe reso sicuramente più “allegra” la tua finestra…
E mancano ancora i fiocchi per agganciarla al ferro e i ferma-tende…
Che dici Tripy, sarà pronta per quando nasci?
Mi riferisco alla finestra della tua camera, davvero complicata...
Partiamo dalla forma: niente a che fare con la classica rettangolare o quadrata, no, troppo banale. La tua è a un quarto di luna e si apre a metà. Naturalmente io ho voluto il ferro per la tenda della stessa forma, per valorizzarla… “è il suo bello”, mi sono più volte detta! Non ti dico la fatica per convincere tuo padre che, non volendo complicarsi inutilmente la vita, voleva mettere semplicemente un bastone dritto.
Ma io no! Testarda come sempre, da subito, già me la vedevo con il ferro che seguiva il suo profilo. Così ho fatto il progetto di come la volevo, l’ho portato ad un fabbro che l’ha elaborato e prodotto grezzo, io l’ho verniciato, poi ho trovato qualcuno che lo montasse e… il ferro c’è!
Poi è stato il momento di fare le tende… Già, per una finestra di quella forma, naturalmente non esistono tende già fatte, bisogna proprio farle su misura.
Quindi, armata di santa pazienza, ho ritagliato la sagoma della finestra ed ho fatto un primo prototipo di tenda, piena di pieghe, per il quale ci ho messo parecchi mesi, (partire con una cosa semplice sarebbe stato troppo facile…), tanto che, quando l’ho montata mi ero già stufata di vedere quella fantasia scozzese bianco rossa (n.d.r. i colori del Vicenza…).
Poi ho scoperto che stavi arrivando tu… Quale pretesto migliore per cambiare le tende? E poi, in quella finestra non ci sono tapparelle o persiane, quindi, in previsione delle tue pennichelle diurne, era indispensabile trovare il modo di oscurare la luce.
Così è scattata la caccia alla stoffa ideale: che fosse scura ma allegra, oscurante ma non cupa, coprente ma non tetra. Impossibile dirai tu. Impara una cosa: niente è impossibile quando me lo metto in mente Tripy! E finalmente un paio di settimane fa l’ho trovata. Blu con gli orsetti che si arrampicano su piccole scalette arancioni, per arrivare in mezzo ad un cielo stellato, fino alla luna… Praticamente, uno spettacolo! Peccato che una volta arrivata a casa ho realizzato che il blu non era abbastanza scuro per oscurare la luce…
No panic! Basta mettere un secondo telo blu più scuro dietro a quello a fantasia e il gioco è fatto! Recupero un pezzo di tela blu che avevo in casa poi misuro, sagomo, disegno, taglio cucio… Che fatica! Saremmo già a buon punto se non fosse che mi è venuto in mente che mettere la parte con gli orsetti un po’ arricciata avrebbe reso sicuramente più “allegra” la tua finestra…
E mancano ancora i fiocchi per agganciarla al ferro e i ferma-tende…
Che dici Tripy, sarà pronta per quando nasci?
domenica 18 luglio 2010
Un mondo a colori tutto per te
E finalmente la tua camera prende colore!
Tuo padre ed io abbiamo ufficialmente iniziato ad occuparci di quella che presto sarà la tua camera (e che noi già chiamiamo la camera di Tripy…).
Abbiamo prenotato il lettino completo di piumone e paracolpi oltre ad un fantastico bagnetto-fasciatoio. Naturalmente non ci siamo portati a casa niente: la scaramanzia non è mai abbastanza in certe occasioni…
Ho cominciato a pensare alle tende e a tanti altri piccoli fondamentali dettagli naturalmente allegri e vivaci, come spero sarai tu.
Fiori, farfalle, erba, orsetti, cagnolini, trenini, casette, luna, stelle e sole ti faranno compagnia e ti aiuteranno a diventare grande.
Il guaio ora è che quella camera la voglio io…
Tuo padre ed io abbiamo ufficialmente iniziato ad occuparci di quella che presto sarà la tua camera (e che noi già chiamiamo la camera di Tripy…).
Abbiamo prenotato il lettino completo di piumone e paracolpi oltre ad un fantastico bagnetto-fasciatoio. Naturalmente non ci siamo portati a casa niente: la scaramanzia non è mai abbastanza in certe occasioni…
Ho cominciato a pensare alle tende e a tanti altri piccoli fondamentali dettagli naturalmente allegri e vivaci, come spero sarai tu.
Fiori, farfalle, erba, orsetti, cagnolini, trenini, casette, luna, stelle e sole ti faranno compagnia e ti aiuteranno a diventare grande.
Il guaio ora è che quella camera la voglio io…
sabato 17 luglio 2010
Le parole che non dovrei dirti…
Eccoci qua, in una torrida giornata di metà luglio, pronte ad uscire dal sesto mese per entrare nel settimo.
Siamo arrivate a due terzi del cammino, ora credi resti la parte più difficile: la pancia cresce, diventa ingombrante e difficile da portare in giro, io mi stanco con niente e sono toilette-dipendente.
I piccoli malesseri non sono più così piccoli e cominciano a sentirsi di più, amplificati anche dal caldo umido di questo periodo, che complica la vita anche di chi non è incinta.
Il momento della tua nascita si avvicina e ogni giorno oltre alla pancia, aumentano i miei dubbi e crescono le mie paure.
Se tu fossi capitata per caso, forse capirei e giustificherei questo mio stato d’animo, ma noi ti abbiamo desiderata e cercata.
Io so bene che ti ho voluta molto prima di questa gravidanza…
Eppure ora ci sono momenti in cui mi lascio trasportare dallo sconforto e mi domando se ho fatto bene, se abbiamo riflettuto abbastanza, se abbiamo fatto la scelta giusta.
Forse non dovrei dire proprio a te queste cose, forse dovrei tenere chiusi dentro di me questi pensieri, sicuramente poco materni, di cui mi vergogno profondamente.
Immagino quando sarai grande e un giorno, leggendo queste righe, mi farai delle domande e mi chiederai “davvero mamma hai avuto il dubbio e la paura di non volermi più?”
Ecco, non so dirti ora cosa potrò risponderti quando quel giorno arriverà, ma spero di trovare le parole giuste per spiegarti che non è la mancanza di amore nei tuoi confronti ciò che mi fa dubitare, ma un eccesso di amore che mi rende incredibilmente fragile.
Ci sono ancora tante cose che devo imparare di me, è ancora tanto il cammino che devo fare per poter crescere e non sicura di riuscire ad essere una brava madre per te
Vorrei solo il meglio per te Tripy e non sicura di riuscire ad essere il tuo meglio.
Siamo arrivate a due terzi del cammino, ora credi resti la parte più difficile: la pancia cresce, diventa ingombrante e difficile da portare in giro, io mi stanco con niente e sono toilette-dipendente.
I piccoli malesseri non sono più così piccoli e cominciano a sentirsi di più, amplificati anche dal caldo umido di questo periodo, che complica la vita anche di chi non è incinta.
Il momento della tua nascita si avvicina e ogni giorno oltre alla pancia, aumentano i miei dubbi e crescono le mie paure.
Se tu fossi capitata per caso, forse capirei e giustificherei questo mio stato d’animo, ma noi ti abbiamo desiderata e cercata.
Io so bene che ti ho voluta molto prima di questa gravidanza…
Eppure ora ci sono momenti in cui mi lascio trasportare dallo sconforto e mi domando se ho fatto bene, se abbiamo riflettuto abbastanza, se abbiamo fatto la scelta giusta.
Forse non dovrei dire proprio a te queste cose, forse dovrei tenere chiusi dentro di me questi pensieri, sicuramente poco materni, di cui mi vergogno profondamente.
Immagino quando sarai grande e un giorno, leggendo queste righe, mi farai delle domande e mi chiederai “davvero mamma hai avuto il dubbio e la paura di non volermi più?”
Ecco, non so dirti ora cosa potrò risponderti quando quel giorno arriverà, ma spero di trovare le parole giuste per spiegarti che non è la mancanza di amore nei tuoi confronti ciò che mi fa dubitare, ma un eccesso di amore che mi rende incredibilmente fragile.
Ci sono ancora tante cose che devo imparare di me, è ancora tanto il cammino che devo fare per poter crescere e non sicura di riuscire ad essere una brava madre per te
Vorrei solo il meglio per te Tripy e non sicura di riuscire ad essere il tuo meglio.
venerdì 16 luglio 2010
Lessico famigliare - capitolo secondo
Ciao bimbetta furba,
sveglia rallentata stamattina… senti il caldo, lo immagino. A
proposito di caldo, ti piace il costumino che ti ho comprato ieri? Lo so, è decisamente prematuro, ma ci sono i saldi e non potevo certo resistere ad un micro-costume celeste cielo “tempestato di orsetti” in tenuta da mare… era lì appeso al suo gancetto che mi guardava e mi chiamava insistentemente… Ora hai il tuo primo costume da mare ed io ammetto di essere molto soddisfatta del mio acquisto al costo di circa 3 caffè!
Ora torniamo a parlare di cose serie, oggi avevo pensato di mantenere la promessa che ti avevo fatto e di scrivere la seconda puntata di “lessico famigliare.
Partiamo con due parole che sono tipiche del nostro linguaggio (di tuo padre e mio), e che non hanno un origine ben definita se non, forse, quella di imitare un po’ la parlata romana che hanno alcuni nostri amici. Ecco dunque “hai raggiòne” pronunciato con la doppia “g” e la “o” aperta, anzi, apertissima, e “subbito”, pronunciato anche questo con la doppia “b”. L’uso raddoppiato delle consonanti è piuttosto frequente, come ad esempio, quando ci riferiamo a “Luiggi” che è, appunto, un di questi amici che conoscerai presto.
Diversa è l’origine della parola “aiuTTTo” che ha sostituito il troppo banale “aiuto” utilizzato dai più. Questa deriva da un film di Ficarra e Picone, “il 7 e l’8”, uno di quei filmetti da ridere che alla tua mamma piacciono tanto e che papà sopporta solo perché le vuole bene… Perciò quando imparerai a parlare e avrai bisogno di una mano, ricordati di gridare “aiuTTTo” e non “aiuto”, potremmo non capirti…
Continuiamo con un modo di dire che abbiamo copiato dal grande fratello, altra trasmissione che naturalmente tuo padre non ama (lui è quello più serio ed impegnato dei due…), ma tua mamma guarda, tanto per non stressarsi troppo la sera prima di andare a nanna. Mi riferisco all’ormai di uso comune qui in casa nostra di “non lo voglio a quèllo/quèlla”. Anche qui la “e” di quello e quella va pronunciata aperta. Considera che questa frase spesso viene usata nei momenti più assurdi, anche un po’ a sproposito e proprio per questo fa sorridere ancora di più.
E concludiamo questa seconda carrellata con una frase che deriva dalla mia vita precedente, come direbbe papino. Lavoravo ancora nell’ambito della telefonia e un giorno ricevo una telefonata di un cliente a cui avevano rubato il cellulare. Mi chiama, ovviamente piuttosto agitato ed esordisce con un “signorina, avevo un cellulare e all’improvviso, niente più!”. Ecco questo “…e all’improvviso niente più…” è mitico e può essere utilizzato nelle più svariate situazioni di uso comune, anche quando finisce il gelato o quando, come ora, sto per concludere questo post…
sveglia rallentata stamattina… senti il caldo, lo immagino. A
proposito di caldo, ti piace il costumino che ti ho comprato ieri? Lo so, è decisamente prematuro, ma ci sono i saldi e non potevo certo resistere ad un micro-costume celeste cielo “tempestato di orsetti” in tenuta da mare… era lì appeso al suo gancetto che mi guardava e mi chiamava insistentemente… Ora hai il tuo primo costume da mare ed io ammetto di essere molto soddisfatta del mio acquisto al costo di circa 3 caffè!
Ora torniamo a parlare di cose serie, oggi avevo pensato di mantenere la promessa che ti avevo fatto e di scrivere la seconda puntata di “lessico famigliare.
Partiamo con due parole che sono tipiche del nostro linguaggio (di tuo padre e mio), e che non hanno un origine ben definita se non, forse, quella di imitare un po’ la parlata romana che hanno alcuni nostri amici. Ecco dunque “hai raggiòne” pronunciato con la doppia “g” e la “o” aperta, anzi, apertissima, e “subbito”, pronunciato anche questo con la doppia “b”. L’uso raddoppiato delle consonanti è piuttosto frequente, come ad esempio, quando ci riferiamo a “Luiggi” che è, appunto, un di questi amici che conoscerai presto.
Diversa è l’origine della parola “aiuTTTo” che ha sostituito il troppo banale “aiuto” utilizzato dai più. Questa deriva da un film di Ficarra e Picone, “il 7 e l’8”, uno di quei filmetti da ridere che alla tua mamma piacciono tanto e che papà sopporta solo perché le vuole bene… Perciò quando imparerai a parlare e avrai bisogno di una mano, ricordati di gridare “aiuTTTo” e non “aiuto”, potremmo non capirti…
Continuiamo con un modo di dire che abbiamo copiato dal grande fratello, altra trasmissione che naturalmente tuo padre non ama (lui è quello più serio ed impegnato dei due…), ma tua mamma guarda, tanto per non stressarsi troppo la sera prima di andare a nanna. Mi riferisco all’ormai di uso comune qui in casa nostra di “non lo voglio a quèllo/quèlla”. Anche qui la “e” di quello e quella va pronunciata aperta. Considera che questa frase spesso viene usata nei momenti più assurdi, anche un po’ a sproposito e proprio per questo fa sorridere ancora di più.
E concludiamo questa seconda carrellata con una frase che deriva dalla mia vita precedente, come direbbe papino. Lavoravo ancora nell’ambito della telefonia e un giorno ricevo una telefonata di un cliente a cui avevano rubato il cellulare. Mi chiama, ovviamente piuttosto agitato ed esordisce con un “signorina, avevo un cellulare e all’improvviso, niente più!”. Ecco questo “…e all’improvviso niente più…” è mitico e può essere utilizzato nelle più svariate situazioni di uso comune, anche quando finisce il gelato o quando, come ora, sto per concludere questo post…
giovedì 15 luglio 2010
…e trotterellando andiamo verso la fine della 26esima settimana
Ehi tu? Che fai laggiù? Ora lo scopriamo…
Come prima cosa leggo le dimensioni che ehmm risultano piuttosto sfasate rispetto alle tue. “Il tuo bambino ha raggiunto i 23 cm di lunghezza dalla cima della testa al sacro e pesa quasi 800 grammi.”. Diciamo che tu eri 24 centimetri e 850 grammi il 7 luglio, data dell’ultima visita medica. Ma che sei una bambina grande ormai lo abbiamo capito.
Un dato nuovo riguarda il diametro della tua testa che dovrebbe già aver raggiunto i 6,7 centimetri.
Continuo a leggere e scopro che “Da qui alla ventinovesima settimana la sua crescita procederà a un ritmo notevolmente elevato.”. E di questo direi che ne avevo il sospetto visto l’aumento di volume della mia pancia che lievita come l’impasto del pane…
Ecco finalmente una cosa che non sapevo: “Questa è una settimana importante per lo sviluppo dei polmoni. Gli alveoli si saranno ormai formati e i polmoni avranno cominciato a secernere il “surfattante”, una sostanza fondamentale perché il bambino possa respirare autonomamente.”.
Proseguendo scopro che “Il bambino è più attivo che mai, perché è ancora abbastanza piccolo da potersi muovere liberamente nel liquido amniotico, compie di media dai 20 ai 60 movimenti ogni mezzora, ma può farne molti di più quando è ben sveglio. Tutto dipende se è un bebè agitato o calmo, cosa che tuttavia non influenza il suo carattere futuro. Talvolta muove solo un braccio, che porta verso la faccia per mettersi il pollice in bocca. In certi momenti pedala con entusiasmo, si rigira e si sposta da un punto all'altro del suo abitacolo. Sfiora la parete uterina, o anche vi cozza, la tocca, la spinge con i piedi, con le mani, con la testa o con il dorso. Così egli scopre il senso del tatto. Ogni volta che una parte del suo corpo tocca la parete uterina, si sposta.”. Ma dai… ti muovi? Se non lo avessi letto qui, non lo avrei mai detto… Sono spiritosa però, ammettilo!
Andiamo avanti nella lettura… “Il bimbo è molto reattivo agli stimoli esterni, sente te e l'ambiente circostante: sebbene si pensi che l'utero sia un posto molto quieto e silenzioso, in realtà è un mondo molto rumoroso e il feto sente i battiti del cuore, la tua respirazione, con il flusso d'aria che entra ed esce, i gorgoglii di ogni tipo prodotti dal tuo sistema digestivo. Sono tutti rumori che vengono certo smorzati dall'ambiente acquatico nel quale egli vive, ma che lui riesce a percepire comunque.
Inoltre, avverte benissimo anche i rumori esterni tanto da manifestare di non gradire certi suoni o riconoscere la tua voce o addirittura, da sobbalzare quando ascolta un rumore improvviso. Alcuni studi suggeriscono che il feto, una volta nato, sia in grado di identificare immediatamente la tua voce e addirittura, di riconoscere una musica sentita molto spesso quando era nel ventre materno.” Ora capisci perché ti stresso con la ninna nanna di Brahms?
E per concludere leggo ancora che “Il bambino è già in grado di rispondere al tocco e può inoltre distinguere il giorno dalla notte, perché una certa quantità di luce filtra attraverso le pareti dell'utero: ciò sta ad indicare che il suo nervo ottico ha iniziato a funzionare”.
Beh direi che mi sembra piuttosto evidente che in questo momento ti stai dedicando allo sviluppo dei tuoi sensi: tatto, vista, udito, restano fuori il gusto e l’olfatto ma, ogni cosa a suo tempo, vero Tripy?
Come prima cosa leggo le dimensioni che ehmm risultano piuttosto sfasate rispetto alle tue. “Il tuo bambino ha raggiunto i 23 cm di lunghezza dalla cima della testa al sacro e pesa quasi 800 grammi.”. Diciamo che tu eri 24 centimetri e 850 grammi il 7 luglio, data dell’ultima visita medica. Ma che sei una bambina grande ormai lo abbiamo capito.
Un dato nuovo riguarda il diametro della tua testa che dovrebbe già aver raggiunto i 6,7 centimetri.
Continuo a leggere e scopro che “Da qui alla ventinovesima settimana la sua crescita procederà a un ritmo notevolmente elevato.”. E di questo direi che ne avevo il sospetto visto l’aumento di volume della mia pancia che lievita come l’impasto del pane…
Ecco finalmente una cosa che non sapevo: “Questa è una settimana importante per lo sviluppo dei polmoni. Gli alveoli si saranno ormai formati e i polmoni avranno cominciato a secernere il “surfattante”, una sostanza fondamentale perché il bambino possa respirare autonomamente.”.
Proseguendo scopro che “Il bambino è più attivo che mai, perché è ancora abbastanza piccolo da potersi muovere liberamente nel liquido amniotico, compie di media dai 20 ai 60 movimenti ogni mezzora, ma può farne molti di più quando è ben sveglio. Tutto dipende se è un bebè agitato o calmo, cosa che tuttavia non influenza il suo carattere futuro. Talvolta muove solo un braccio, che porta verso la faccia per mettersi il pollice in bocca. In certi momenti pedala con entusiasmo, si rigira e si sposta da un punto all'altro del suo abitacolo. Sfiora la parete uterina, o anche vi cozza, la tocca, la spinge con i piedi, con le mani, con la testa o con il dorso. Così egli scopre il senso del tatto. Ogni volta che una parte del suo corpo tocca la parete uterina, si sposta.”. Ma dai… ti muovi? Se non lo avessi letto qui, non lo avrei mai detto… Sono spiritosa però, ammettilo!
Andiamo avanti nella lettura… “Il bimbo è molto reattivo agli stimoli esterni, sente te e l'ambiente circostante: sebbene si pensi che l'utero sia un posto molto quieto e silenzioso, in realtà è un mondo molto rumoroso e il feto sente i battiti del cuore, la tua respirazione, con il flusso d'aria che entra ed esce, i gorgoglii di ogni tipo prodotti dal tuo sistema digestivo. Sono tutti rumori che vengono certo smorzati dall'ambiente acquatico nel quale egli vive, ma che lui riesce a percepire comunque.
Inoltre, avverte benissimo anche i rumori esterni tanto da manifestare di non gradire certi suoni o riconoscere la tua voce o addirittura, da sobbalzare quando ascolta un rumore improvviso. Alcuni studi suggeriscono che il feto, una volta nato, sia in grado di identificare immediatamente la tua voce e addirittura, di riconoscere una musica sentita molto spesso quando era nel ventre materno.” Ora capisci perché ti stresso con la ninna nanna di Brahms?
E per concludere leggo ancora che “Il bambino è già in grado di rispondere al tocco e può inoltre distinguere il giorno dalla notte, perché una certa quantità di luce filtra attraverso le pareti dell'utero: ciò sta ad indicare che il suo nervo ottico ha iniziato a funzionare”.
Beh direi che mi sembra piuttosto evidente che in questo momento ti stai dedicando allo sviluppo dei tuoi sensi: tatto, vista, udito, restano fuori il gusto e l’olfatto ma, ogni cosa a suo tempo, vero Tripy?
Il nostro intrigante rebus
Ciao Tripy,
certe volte mi viene il dubbio che tu sia talmente abituata a sentirti chiamare Tripy, che anche quando sarai nata, e avrai un vero nome, per tutti continuerai ad essere Tripy.
Stamattina mi sono svegliata riflessiva e ho pensato che secondo me tu, da lì dentro, rinchiusa e protetta nella tua bollicina salvavita, hai capito molte più cose di quelle che forse noi, da qui fuori, pur avendo una panoramica completa, riusciamo a vedere e comprendere.
Per esempio: tuo padre.
Secondo me, in questi nove mesi di preparazione di te stessa, oltre a costruire il tuo piccolo corpicino, hai imparato a conoscere anche i tuoi futuri genitori.
Con me hai avuto gioco facile, devi ammetterlo, ti ho dato quotidiani spunti sui quali riflettere, e ho cercato sempre di spiegarti che mamma sarò.
Ma quando si tratta di papino, sai benissimo che le cose non sono mai banali e lui è un intrigante rebus dalle mille sfaccettature (per questo ci piace!).
Però tu sei una bambina furba e lo sai che il tuo papà non è l’orso che a volte vuole sembrare, l’hai già capito che, sotto quell’apparenza burbera, si nasconde un uomo dolce e molto sensibile, sai già che dietro i suoi silenzi, spesso si celano pensieri profondi, frutto di lunghe riflessioni.
La stessa dolcezza che io ho intravisto fin dal primo giorno, dietro quella scorza legnosa e l’ho subito amata, gli stessi pensieri profondi, che riescono a stupirmi e a commuovermi ogni volta, come ieri sera.
E tu, da lì dentro, comodamente appollaiata sul mio fegato, con la testina appoggiata alla mia vescica, con i piedini e le manine che si stiracchiano, stuzzicando gli organi che li circondano, sono certa che osservi con attenzione ciò che succede qui fuori e sorridi guardando i tuoi genitori che si stanno preparando a diventare grandi.
Sai già che non saranno i classici genitori da manuale, sai già che continueranno a parlarsi e a parlarti imitando la voce di paperino, sai già che a volte tu sarai la più matura dei tre e soprattutto sai già che avrai a che fare con una mamma apprensiva e chiacchierona e con un papà che è sì un intrigante rebus con una scorza legnosa, ma serve solo a proteggere il suo cuore di panna.
P.s. Papino è mio Tripy, ti ricordo che l’ho visto prima io (su questo non ci sono dubbi), quindi non cercare di fare la primadonna ed evita di fare lo sguardo tenerone che poi lui cede… e non fare nemmeno il pippio, che poi cedo io…
certe volte mi viene il dubbio che tu sia talmente abituata a sentirti chiamare Tripy, che anche quando sarai nata, e avrai un vero nome, per tutti continuerai ad essere Tripy.
Stamattina mi sono svegliata riflessiva e ho pensato che secondo me tu, da lì dentro, rinchiusa e protetta nella tua bollicina salvavita, hai capito molte più cose di quelle che forse noi, da qui fuori, pur avendo una panoramica completa, riusciamo a vedere e comprendere.
Per esempio: tuo padre.
Secondo me, in questi nove mesi di preparazione di te stessa, oltre a costruire il tuo piccolo corpicino, hai imparato a conoscere anche i tuoi futuri genitori.
Con me hai avuto gioco facile, devi ammetterlo, ti ho dato quotidiani spunti sui quali riflettere, e ho cercato sempre di spiegarti che mamma sarò.
Ma quando si tratta di papino, sai benissimo che le cose non sono mai banali e lui è un intrigante rebus dalle mille sfaccettature (per questo ci piace!).
Però tu sei una bambina furba e lo sai che il tuo papà non è l’orso che a volte vuole sembrare, l’hai già capito che, sotto quell’apparenza burbera, si nasconde un uomo dolce e molto sensibile, sai già che dietro i suoi silenzi, spesso si celano pensieri profondi, frutto di lunghe riflessioni.
La stessa dolcezza che io ho intravisto fin dal primo giorno, dietro quella scorza legnosa e l’ho subito amata, gli stessi pensieri profondi, che riescono a stupirmi e a commuovermi ogni volta, come ieri sera.
E tu, da lì dentro, comodamente appollaiata sul mio fegato, con la testina appoggiata alla mia vescica, con i piedini e le manine che si stiracchiano, stuzzicando gli organi che li circondano, sono certa che osservi con attenzione ciò che succede qui fuori e sorridi guardando i tuoi genitori che si stanno preparando a diventare grandi.
Sai già che non saranno i classici genitori da manuale, sai già che continueranno a parlarsi e a parlarti imitando la voce di paperino, sai già che a volte tu sarai la più matura dei tre e soprattutto sai già che avrai a che fare con una mamma apprensiva e chiacchierona e con un papà che è sì un intrigante rebus con una scorza legnosa, ma serve solo a proteggere il suo cuore di panna.
P.s. Papino è mio Tripy, ti ricordo che l’ho visto prima io (su questo non ci sono dubbi), quindi non cercare di fare la primadonna ed evita di fare lo sguardo tenerone che poi lui cede… e non fare nemmeno il pippio, che poi cedo io…
mercoledì 14 luglio 2010
Panciuta eppure trasparente
Oggi riflettevo sul genere umano e sono arrivata alla conclusione che si divide in due macro-gruppi ma non ho ancora capito se ce n’è uno dei due che preferisco all’altro...
Il primo, composto principalmente da persone di sesso femminile che, appena vedono una donna incinta automaticamente le sorridono, le parlano, a volte anche facendo domande indiscrete, le elargiscono consigli (di questo abbiamo parlato più volte) e in alcuni casi senza preavviso e naturalmente senza chiedere il permesso, si buttano a toccare la pancia perché a detta loro, porta bene…
Il secondo, composto fondamentalmente da uomini, assurdamente gli stessi che fino a prima di essere incinta ti gettavano addosso sguardi vogliosi a luci rosse, che non avevano bisogno di sottotitoli e che riuscivano a farti sentire in imbarazzo, per il semplice fatto di avere la pancia, ti ignorano completamente, come se tu non esistessi, come se nemmeno appartenessi più al genere femminile…
Per le persone del primo gruppo l’unica cosa che conta è il fatto che tu sia “panciuta”, anche per quelle del secondo gruppo l’unica cosa che conta è che tu sia panciuta, ma solo per eliminarti dall’elenco delle possibili prede, dopodiché ai loro occhi diventi “trasparente”.
È davvero incredibile, ma una donna incinta riesce ad essere contemporaneamente panciuta e trasparente…
Il primo, composto principalmente da persone di sesso femminile che, appena vedono una donna incinta automaticamente le sorridono, le parlano, a volte anche facendo domande indiscrete, le elargiscono consigli (di questo abbiamo parlato più volte) e in alcuni casi senza preavviso e naturalmente senza chiedere il permesso, si buttano a toccare la pancia perché a detta loro, porta bene…
Il secondo, composto fondamentalmente da uomini, assurdamente gli stessi che fino a prima di essere incinta ti gettavano addosso sguardi vogliosi a luci rosse, che non avevano bisogno di sottotitoli e che riuscivano a farti sentire in imbarazzo, per il semplice fatto di avere la pancia, ti ignorano completamente, come se tu non esistessi, come se nemmeno appartenessi più al genere femminile…
Per le persone del primo gruppo l’unica cosa che conta è il fatto che tu sia “panciuta”, anche per quelle del secondo gruppo l’unica cosa che conta è che tu sia panciuta, ma solo per eliminarti dall’elenco delle possibili prede, dopodiché ai loro occhi diventi “trasparente”.
È davvero incredibile, ma una donna incinta riesce ad essere contemporaneamente panciuta e trasparente…
Pollice verde? No, pollice secco!
Ciao Tripy,
comincio il post di oggi in ritardo rispetto al solito orario e con una precisazione che mi sembra di vitale importanza: se tu trascorri la maggior parte della notte a fare il cavalluccio a dondolo sul mio fegato… per me diventa molto arduo riuscire a dormire e ti ricordo che se io non riposo, nemmeno tu riposi e il giorno dopo sono caz…voli acidi per entrambe! Suggerirei di cercare di dormire di notte o eventualmente di trovare un passatempo alternativo e meno fastidioso per me. Grazie anticipatamente.
Ciò detto passiamo all’argomento del giorno che è il mio pollice verde assolutamente inesistente. Non esista pianta che sia mai riuscita a sopravvivermi per più di una stagione, non c’è fiore che riesca ad arrivare alla seconda fioritura… E pensare che tua nonna Tripy riesce a far germogliare anche i bastoncini di legno degli spiedini… ed io, se fosse possibile, riuscirei a far morire anche le piante finte!
Che triste constatazione, sigh!
Cerco di attribuire le morti al clima: d’inverno è colpa del freddo eccessivo, d’estate del caldo esagerato… ma in cuor mio io so, che il risultato non sarebbe cambiato nemmeno se ci fosse tutto l’anno la famigerata “mezza stagione” che non c’è più.
È un vero peccato, perché piante e fiori mi piacciono molto ed è anche per questo che mi ostino e ritento cambiando tipologia.
L’anno scorso nei vasi qui fuori al balcone avevo messo dei gerani rossi, ma ho notato che mentre tutto il vicinato aveva rigogliose piante strapiene di fiori, io mi sono ritrovata con vasi contenenti gerani gobbi e rachitici. Quest’anno ho optato per delle “surfinie” bianche, ma della cascata di fiori che mi avevano preannunciato, ahimè, non ce n’è nemmeno l’ombra…
Che dire, a quanto pare il mio pollice secco ha colpito ancora!
Spero di non avere la stessa manualità con te Tripy, perché se no la vedo davvero male…
comincio il post di oggi in ritardo rispetto al solito orario e con una precisazione che mi sembra di vitale importanza: se tu trascorri la maggior parte della notte a fare il cavalluccio a dondolo sul mio fegato… per me diventa molto arduo riuscire a dormire e ti ricordo che se io non riposo, nemmeno tu riposi e il giorno dopo sono caz…voli acidi per entrambe! Suggerirei di cercare di dormire di notte o eventualmente di trovare un passatempo alternativo e meno fastidioso per me. Grazie anticipatamente.
Ciò detto passiamo all’argomento del giorno che è il mio pollice verde assolutamente inesistente. Non esista pianta che sia mai riuscita a sopravvivermi per più di una stagione, non c’è fiore che riesca ad arrivare alla seconda fioritura… E pensare che tua nonna Tripy riesce a far germogliare anche i bastoncini di legno degli spiedini… ed io, se fosse possibile, riuscirei a far morire anche le piante finte!
Che triste constatazione, sigh!
Cerco di attribuire le morti al clima: d’inverno è colpa del freddo eccessivo, d’estate del caldo esagerato… ma in cuor mio io so, che il risultato non sarebbe cambiato nemmeno se ci fosse tutto l’anno la famigerata “mezza stagione” che non c’è più.
È un vero peccato, perché piante e fiori mi piacciono molto ed è anche per questo che mi ostino e ritento cambiando tipologia.
L’anno scorso nei vasi qui fuori al balcone avevo messo dei gerani rossi, ma ho notato che mentre tutto il vicinato aveva rigogliose piante strapiene di fiori, io mi sono ritrovata con vasi contenenti gerani gobbi e rachitici. Quest’anno ho optato per delle “surfinie” bianche, ma della cascata di fiori che mi avevano preannunciato, ahimè, non ce n’è nemmeno l’ombra…
Che dire, a quanto pare il mio pollice secco ha colpito ancora!
Spero di non avere la stessa manualità con te Tripy, perché se no la vedo davvero male…
martedì 13 luglio 2010
Passo e chiudo
Buongiorno Tripy,
ho notato che da ieri ti muovi in modo più nervoso tanto che spesso riesci anche a farmi male. Che succede? Problemi? Pensieri? Stress?
Me lo vuoi raccontare? Di solito parlarne aiuta.
Non pensi che potrei capire?
Hmm, forse hai ragione, ma se non ci provi nemmeno, non lo sapremo mai.
Certo che se per farmelo capire ti metti a dare le testate sulla mia vescica… la mia lucidità un pochino svanisce… non credo sia il metodo migliore…
Io direi che non è bello, e potresti anche smettere “veloce veloce” con questo giochino!
Ho capito che il caldo ti infastidisce, ma siamo quasi alla metà di luglio, quindi questi sono con buona probabilità, i giorni più caldi dell’anno e devi cercare di avere pazienza. E poi devi considerare anche che sei una bambina fortunata: viviamo in una zona molto ventilata, in casa abbiamo l’aria condizionata e la tua mamma evita di uscire nelle ore calde: ti sembra poco?
È vero, l’aria condizionata ora è spenta, ma l’abbiamo spenta solo due ore fa… abbi pazienza, ora si cambia l’aria in casa e poi la riaccendiamo…
Lo vedi che sei nervosa?
Sì è vero, anche io sono più nervosa del solito…
No, questo è un gioco scorretto! Non puoi dare la colpa a me del tuo nervosismo…
Sai che ti dico? Passo e chiudo.
ho notato che da ieri ti muovi in modo più nervoso tanto che spesso riesci anche a farmi male. Che succede? Problemi? Pensieri? Stress?
Me lo vuoi raccontare? Di solito parlarne aiuta.
Non pensi che potrei capire?
Hmm, forse hai ragione, ma se non ci provi nemmeno, non lo sapremo mai.
Certo che se per farmelo capire ti metti a dare le testate sulla mia vescica… la mia lucidità un pochino svanisce… non credo sia il metodo migliore…
Io direi che non è bello, e potresti anche smettere “veloce veloce” con questo giochino!
Ho capito che il caldo ti infastidisce, ma siamo quasi alla metà di luglio, quindi questi sono con buona probabilità, i giorni più caldi dell’anno e devi cercare di avere pazienza. E poi devi considerare anche che sei una bambina fortunata: viviamo in una zona molto ventilata, in casa abbiamo l’aria condizionata e la tua mamma evita di uscire nelle ore calde: ti sembra poco?
È vero, l’aria condizionata ora è spenta, ma l’abbiamo spenta solo due ore fa… abbi pazienza, ora si cambia l’aria in casa e poi la riaccendiamo…
Lo vedi che sei nervosa?
Sì è vero, anche io sono più nervosa del solito…
No, questo è un gioco scorretto! Non puoi dare la colpa a me del tuo nervosismo…
Sai che ti dico? Passo e chiudo.
lunedì 12 luglio 2010
Confusione mentale e interdizione
Non so nemmeno io cosa cerco, cosa voglio.
Un attimo penso bianco e l’attimo dopo penso nero.
Un istante voglio una cosa e l’istante seguente ne voglio un'altra.
Mi sento e sono decisamente confusa.
Quello che ora mi rende felice forse fra due minuti mi renderà nervosa.
Quello che mi piace, forse domani lo detesterò.
Anche questa è colpa degli ormoni e della gravidanza?
Come le macchie sulla pelle, le gambe e le mani gonfie, i capillari rotti, l’incontinenza urinaria, la stitichezza, la digestione lentissima, le vampate di caldo, i crampi notturni, la stanchezza cronica e tante altre “simpatiche cosucce” delle quali sto a poco a poco notando e “apprezzando” gli effetti su di me?
Oserei dire: fantastico!
Se ti sto prendendo per il c…o? Nooo, e come potrei Tripy, sei mia figlia!
Senza contare che in questo meraviglioso periodo che precede la tua nascita tutti, ma proprio tutti, si sentono in diritto e in dovere di elargire consigli, suggerimenti e idee su come vivere il presente e anche il futuro, quando tu sarai qui.
Certo apprezzo la preoccupazione, anche quando arriva da una fonte inaspettata (e forse inopportuna?), come l’”omino di sky” che è venuto a sistemare l’antenna sul tetto o la “donnella” in spiaggia che è qui in vacanza con il gruppo dei pensionati.
Sembra che improvvisamente io sia diventata incapace di intendere e di volere.
Forse è così e non me ne sono accorta e da un momento all’altro sarò interdetta.
Sì deve senz’altro essere questa la soluzione del mistero, perché se no davvero non mi spiego cosa spinga le persone che conosco e anche quelle che non conosco, a decidere per me orari e giorni in cui il prossimo anno dovrò (e sottolineo il fatto che è un dovere…) portare al mare mia figlia, ovvero tu Tripy.
Poco importa se tu ancora non sei nata, se nemmeno sappiamo che effetto avrà su di te il mare: il mare fa bene e basta ed è un preciso dovere della madre accompagnare i figli in spiaggia e su questo non si discute…
Un attimo penso bianco e l’attimo dopo penso nero.
Un istante voglio una cosa e l’istante seguente ne voglio un'altra.
Mi sento e sono decisamente confusa.
Quello che ora mi rende felice forse fra due minuti mi renderà nervosa.
Quello che mi piace, forse domani lo detesterò.
Anche questa è colpa degli ormoni e della gravidanza?
Come le macchie sulla pelle, le gambe e le mani gonfie, i capillari rotti, l’incontinenza urinaria, la stitichezza, la digestione lentissima, le vampate di caldo, i crampi notturni, la stanchezza cronica e tante altre “simpatiche cosucce” delle quali sto a poco a poco notando e “apprezzando” gli effetti su di me?
Oserei dire: fantastico!
Se ti sto prendendo per il c…o? Nooo, e come potrei Tripy, sei mia figlia!
Senza contare che in questo meraviglioso periodo che precede la tua nascita tutti, ma proprio tutti, si sentono in diritto e in dovere di elargire consigli, suggerimenti e idee su come vivere il presente e anche il futuro, quando tu sarai qui.
Certo apprezzo la preoccupazione, anche quando arriva da una fonte inaspettata (e forse inopportuna?), come l’”omino di sky” che è venuto a sistemare l’antenna sul tetto o la “donnella” in spiaggia che è qui in vacanza con il gruppo dei pensionati.
Sembra che improvvisamente io sia diventata incapace di intendere e di volere.
Forse è così e non me ne sono accorta e da un momento all’altro sarò interdetta.
Sì deve senz’altro essere questa la soluzione del mistero, perché se no davvero non mi spiego cosa spinga le persone che conosco e anche quelle che non conosco, a decidere per me orari e giorni in cui il prossimo anno dovrò (e sottolineo il fatto che è un dovere…) portare al mare mia figlia, ovvero tu Tripy.
Poco importa se tu ancora non sei nata, se nemmeno sappiamo che effetto avrà su di te il mare: il mare fa bene e basta ed è un preciso dovere della madre accompagnare i figli in spiaggia e su questo non si discute…
Odio i lunedì!
Odio il lunedì, tutti i lunedì dell’anno, dal primo all’ultimo nessuno escluso.
Non fa differenza se stai lavorando oppure no. Poco cambia anche che sia inverno o estate, freddo o caldo, nuvoloso o soleggiato: il lunedì ha intrinseco in sé stesso il gusto di rompere le scatole!
Troppo lungo, troppo lontano dal prossimo week end… troppo lunedì!
Sembra fatto apposta per disturbarti, fin dalle prime ore del mattino, il lunedì ti risveglia ricordandoti quanto sia lunga la settimana che ti aspetta. Sempre che non decida di stressarti già da prima, già dalla notte che lo precede, come ha fatto con me questo lunedì.
Per quanto ti riguarda non ho ancora capito come ti poni con i lunedì Tripy, sento che scalci ma non so se sono calcetti di gioia o di nervosismo anche se, a giudicare con la forza con cui oggi spingi sul mio fegato mi sembri un pochino stressata… Ammettilo, anche a te non piacciono i lunedì!
Non fa differenza se stai lavorando oppure no. Poco cambia anche che sia inverno o estate, freddo o caldo, nuvoloso o soleggiato: il lunedì ha intrinseco in sé stesso il gusto di rompere le scatole!
Troppo lungo, troppo lontano dal prossimo week end… troppo lunedì!
Sembra fatto apposta per disturbarti, fin dalle prime ore del mattino, il lunedì ti risveglia ricordandoti quanto sia lunga la settimana che ti aspetta. Sempre che non decida di stressarti già da prima, già dalla notte che lo precede, come ha fatto con me questo lunedì.
Per quanto ti riguarda non ho ancora capito come ti poni con i lunedì Tripy, sento che scalci ma non so se sono calcetti di gioia o di nervosismo anche se, a giudicare con la forza con cui oggi spingi sul mio fegato mi sembri un pochino stressata… Ammettilo, anche a te non piacciono i lunedì!
Le strane "arti" di casa nostra
Stendere i panni a casa nostra non è un banale compito da svolgere alla fine di una lavatrice, bensì è un’arte, con caratteristiche ben definite, a seconda che l’azione sia compiuta da un uomo, tuo padre, o da una donna, io, tua madre.
Tuo padre li ha stesi per anni nella vita che ha preceduto il nostro incontro e nel tempo ha acquisito un metodo tutto suo che si differenzia in molte cose dal mio.
Ad esempio stende i calzini già accoppiati, “pinzati” con un’unica molletta, cosa decisamente più pratica al momento di raccogliere e riordinare i panni, ma in questo modo ho verificato che impiegano molto più tempo ad asciugarsi.
Diciamo che tendenzialmente lui oltre a preferire le mollette di legno, (un dubbio: si chiamano mollette o è un termine dialettale che ho assorbito dalla mia famiglia di origine?), tende ad usarle con molta parsimonia: poche e posizionate in punti secondo lui assolutamente strategici.
Io tendo invece a privilegiare l’abuso dell’uso delle mollette: laddove io ne uso dieci a lui ne servono due, e nel mio caso devono essere rigorosamente di plastica colorata!
La verità Tripy, è che quando stendo i panni, io non posso proprio mettere mollette di colori diversi sullo stesso indumento e potendo, preferisco usarle in tono con il colore di ciò che sto stendendo: maglietta verde, mollette verdi (questa era facile…), maglietta arancione, in mancanza di mollette arancioni, mollette gialle (il giallo fa sempre parte della stessa gamma di colore dell’arancione… eventualmente vanno bene anche quelle rosse, ma in nessun caso blu…).
Lo so, è paranoico… Ah, te n’eri già accorta? Lo temevo…
Una volta ho letto in un libro che parlava delle piccole grandi manie e persecuzioni quotidiane, che questo è uno dei tanti, troppi, rigidi schemi mentali che molte persone si costruiscono e all’interno dei quali riescono a sentirsi al sicuro…
Forse è cosi, ma che ti devo dire Tripy, a me piace, mi diverte e mi rilassa!
Per molto tempo, quando sono venuta a vivere con tuo padre ho rispettato le sue regole e ho utilizzato le sue mollette di legno, liberandomi da questa piccola “mania”.
Poi, quando ho cominciato a lavare e stendere le piccole cose per te, di spugna e di colori delicati, ho trovato le tracce inconfondibili delle mollette di legno, che lasciano piccoli segni marroncini, proprio dove si attaccano e ho deciso di metterle al bando!
Ho relegato le colpevoli mollette in un sacchetto, da aprire ed utilizzare solo in caso di emergenza ed esclusivamente su panni scuri e ho fatto un’abbondante scorta di mollette gialle, verdi, rosse e blu.
Certo, hai ragione e sei un’ottima osservatrice, mancano ancora molti colori, ci vorrebbero anche azzurre, bianche e soprattutto rosa ma… non si può avere tutto dalla vita e impara che bisogna sapersi accontentare Tripy!
A proposito di panni, ho una lavatrice da programmare e poi ci attendono i panni da stendere: ora sai anche tu cosa ti aspetta… Vadooooo
Tuo padre li ha stesi per anni nella vita che ha preceduto il nostro incontro e nel tempo ha acquisito un metodo tutto suo che si differenzia in molte cose dal mio.
Ad esempio stende i calzini già accoppiati, “pinzati” con un’unica molletta, cosa decisamente più pratica al momento di raccogliere e riordinare i panni, ma in questo modo ho verificato che impiegano molto più tempo ad asciugarsi.
Diciamo che tendenzialmente lui oltre a preferire le mollette di legno, (un dubbio: si chiamano mollette o è un termine dialettale che ho assorbito dalla mia famiglia di origine?), tende ad usarle con molta parsimonia: poche e posizionate in punti secondo lui assolutamente strategici.
Io tendo invece a privilegiare l’abuso dell’uso delle mollette: laddove io ne uso dieci a lui ne servono due, e nel mio caso devono essere rigorosamente di plastica colorata!
La verità Tripy, è che quando stendo i panni, io non posso proprio mettere mollette di colori diversi sullo stesso indumento e potendo, preferisco usarle in tono con il colore di ciò che sto stendendo: maglietta verde, mollette verdi (questa era facile…), maglietta arancione, in mancanza di mollette arancioni, mollette gialle (il giallo fa sempre parte della stessa gamma di colore dell’arancione… eventualmente vanno bene anche quelle rosse, ma in nessun caso blu…).
Lo so, è paranoico… Ah, te n’eri già accorta? Lo temevo…
Una volta ho letto in un libro che parlava delle piccole grandi manie e persecuzioni quotidiane, che questo è uno dei tanti, troppi, rigidi schemi mentali che molte persone si costruiscono e all’interno dei quali riescono a sentirsi al sicuro…
Forse è cosi, ma che ti devo dire Tripy, a me piace, mi diverte e mi rilassa!
Per molto tempo, quando sono venuta a vivere con tuo padre ho rispettato le sue regole e ho utilizzato le sue mollette di legno, liberandomi da questa piccola “mania”.
Poi, quando ho cominciato a lavare e stendere le piccole cose per te, di spugna e di colori delicati, ho trovato le tracce inconfondibili delle mollette di legno, che lasciano piccoli segni marroncini, proprio dove si attaccano e ho deciso di metterle al bando!
Ho relegato le colpevoli mollette in un sacchetto, da aprire ed utilizzare solo in caso di emergenza ed esclusivamente su panni scuri e ho fatto un’abbondante scorta di mollette gialle, verdi, rosse e blu.
Certo, hai ragione e sei un’ottima osservatrice, mancano ancora molti colori, ci vorrebbero anche azzurre, bianche e soprattutto rosa ma… non si può avere tutto dalla vita e impara che bisogna sapersi accontentare Tripy!
A proposito di panni, ho una lavatrice da programmare e poi ci attendono i panni da stendere: ora sai anche tu cosa ti aspetta… Vadooooo
domenica 11 luglio 2010
Una data piena di ricordi e piena di "chissà"...
Oggi sono due anni che Heidi è con noi. Due anni… mi sembra ieri…
Me la ricordo piccola e indifesa che non riusciva nemmeno a salire gli scalini… e si lasciava comodamente trasportare in braccio su e giù per le scale.
Me la ricordo che ogni mattina aspettava pazientemente che ci svegliassimo, appoggiata dietro la porta della nostra camera, forse perché si sentiva sola.
Me la ricordo che giocava con l’acqua e col fango, e dopo essersi sporcata ti guardava con quell’aria monella e furbetta che non ha mai smesso di avere.
Me la ricordo e a volte vorrei poterla riavere per un attimo così piccina, forse per viziarla un po’ di più.
Chissà come sarà quando sarai tu la piccola e indifesa di casa, quando sarai tu a dover imparare a salire e scendere le scale senza ruzzolare giù…
Chissà come sarà quando sarai tu nel cuore della notte a sentirti sola… non credo aspetterai pazientemente il nostro risveglio naturale…
Chissà come sarà quando sarete in due a giocare con l’acqua e con il fango, sì perché lei si diverte ancora un mondo a farlo e secondo me tu non sarai da meno…
Chissà se sarà così anche con te, se il tempo volerà e poi rimpiangerò questi mesi di attesa e i tuoi primi mesi di vita.
Me la ricordo piccola e indifesa che non riusciva nemmeno a salire gli scalini… e si lasciava comodamente trasportare in braccio su e giù per le scale.
Me la ricordo che ogni mattina aspettava pazientemente che ci svegliassimo, appoggiata dietro la porta della nostra camera, forse perché si sentiva sola.
Me la ricordo che giocava con l’acqua e col fango, e dopo essersi sporcata ti guardava con quell’aria monella e furbetta che non ha mai smesso di avere.
Me la ricordo e a volte vorrei poterla riavere per un attimo così piccina, forse per viziarla un po’ di più.
Chissà come sarà quando sarai tu la piccola e indifesa di casa, quando sarai tu a dover imparare a salire e scendere le scale senza ruzzolare giù…
Chissà come sarà quando sarai tu nel cuore della notte a sentirti sola… non credo aspetterai pazientemente il nostro risveglio naturale…
Chissà come sarà quando sarete in due a giocare con l’acqua e con il fango, sì perché lei si diverte ancora un mondo a farlo e secondo me tu non sarai da meno…
Chissà se sarà così anche con te, se il tempo volerà e poi rimpiangerò questi mesi di attesa e i tuoi primi mesi di vita.
sabato 10 luglio 2010
Io penso arancione
Domani sera finalissima dei mondiali di calcio e, se ancora tu non lo sapessi Tripy, noi teniamo per l’Olanda. Sì anche tu, perché fino a quando sarai una mia inquilina non hai diritto di parola e farai ciò che decido io… e punto!
Lo so, ti ho stupita e non solo te: proprio io che amo tanto la lingua spagnola vorrei che vincesse l’Olanda e non la Spagna…
Sarà stata colpa/ merito del nostro recentissimo viaggio ad Amsterdam in cui ho scoperto che mentre in Spagna i cani vengono maltrattati ed uccisi nelle “perreras” (canili), in Olanda esistono fontane/piscine dove i cani possono sguazzare liberi, senza che nessuno si lamenti, sarà stato che già a maggio la città era tutta uno svolazzare di bandiere in attesa dell’imminente inizio dei mondiali, sinceramente non te lo so spiegare, ma qualcosa in me deve essere scattato.
Forse dipende semplicemente dal fatto che il colore dell’Olanda è l’arancione…
No Tripy, dai su, non puoi a questo punto ancora chiederti cosa c’entra l’arancione in tutto questo… Il colore arancione è il colore di questa estate 2010 e di questa gravidanza. Innanzi tutto mi ricorda il melone, che qualora non te ne fossi ancora accorta è uno dei principali alimenti della mia e di conseguenza della tua dieta e poi mi ricorda il carpaccio di salmone… al quale mio malgrado, per ora, ho dovuto rinunciare.
E come se non bastasse mi ricorda anche quelle belle bimbe con i capelli rossi e le lentiggini, cose che non mi dispiacerebbe affatto se tu le avessi…
Insomma, se devo sostituire il rosa con un altro colore, io senza dubbio opto per l’arancione e tu Tripy?
Lo so, ti ho stupita e non solo te: proprio io che amo tanto la lingua spagnola vorrei che vincesse l’Olanda e non la Spagna…
Sarà stata colpa/ merito del nostro recentissimo viaggio ad Amsterdam in cui ho scoperto che mentre in Spagna i cani vengono maltrattati ed uccisi nelle “perreras” (canili), in Olanda esistono fontane/piscine dove i cani possono sguazzare liberi, senza che nessuno si lamenti, sarà stato che già a maggio la città era tutta uno svolazzare di bandiere in attesa dell’imminente inizio dei mondiali, sinceramente non te lo so spiegare, ma qualcosa in me deve essere scattato.
Forse dipende semplicemente dal fatto che il colore dell’Olanda è l’arancione…
No Tripy, dai su, non puoi a questo punto ancora chiederti cosa c’entra l’arancione in tutto questo… Il colore arancione è il colore di questa estate 2010 e di questa gravidanza. Innanzi tutto mi ricorda il melone, che qualora non te ne fossi ancora accorta è uno dei principali alimenti della mia e di conseguenza della tua dieta e poi mi ricorda il carpaccio di salmone… al quale mio malgrado, per ora, ho dovuto rinunciare.
E come se non bastasse mi ricorda anche quelle belle bimbe con i capelli rossi e le lentiggini, cose che non mi dispiacerebbe affatto se tu le avessi…
Insomma, se devo sostituire il rosa con un altro colore, io senza dubbio opto per l’arancione e tu Tripy?
venerdì 9 luglio 2010
Lessico famigliare - capitolo primo
Come in ogni gruppo, famiglia o coppia, anche a casa nostra fra tuo padre e me, esiste un linguaggio, uno vero e proprio slang. É una sorta di codice che, data l’ormai radicata abitudine, a volte ci capita di utilizzare anche al di fuori delle quattro mura domestiche, con occhiate stupite e sguardi attoniti di chi ci sente.
Alcune parole e modi di dire derivano dai nostri rispettivi dialetti di origine, altri sono inventati e assolutamente casuali, altri ancora nascono dalla mia assolutamente genetica e speciale abilità a storpiare le parole (tua nonna è peggio di me…).
Ecco allora il nostro tipico saluto “cieeeo” (con la “e” allungata e un po’ nasale, in stile paperino) che da sempre e per sempre sostituisce il più banale “ciao”.
E ancora la mitica frase “ma non ti faccio pèèèna” (come ti ho scritto nel post sopra, detta con la “e” aperta), pronunciata da me la prima volta, durante una vacanza in Scozia, mentre stavamo scarpinando per arrivare a vedere la statua di Wallace, quando ho visto sfrecciare davanti a noi un furgoncino VUOTO, che andava esattamente dove dovevamo arrivare noi… L’ho guardato passare e ormai stanca di risalire la china a piedi, ho pronunciato ciò che sarebbe rimasto nella storia della nostra famiglia “ehi tu fermati, ma non ti faccio pèèèna?”. Naturalmente lui non si è fermato, noi abbiamo continuato a scarpinare e lui è arrivato in cima decisamente prima e meno stanco di noi…
Poi c’è l’altro immancabile “un compeed putana tr--a” (tu non puoi dirlo Tripy…), nato sempre da una vacanza, questa volta a Madrid, dove dentro una farmacia io ho tentato di spiegare, in un perfetto spagnolo, ma con un giro di parole di almeno 5 minuti, che avevo bisogno di un cerotto per le vesciche nei piedi, e lei, la farmacista-commessa, dopo avermi pazientemente ascoltata, mi ha guardata negli occhi ed ha esclamato “ah, un compeed!” E noi cosa diavolo ne sapevamo che la marca e il nome sono gli stessi e che bastava dire semplicemente compeed?
Di qui il putana tr--a che in casa nostra non ha mai più smesso di essere abbinato alla parola compeed. Quindi, informazione di servizio per chi si trova ospite da noi e volesse un cerotto anti vesciche, deve chiedere un “compeed putana tr--a”.
E parlando di piedi non posso certo dimenticare i “luridi” che sono… ehmmm i miei piedi. No dai Tripy, non tapparti il naso… esagerata! Questo è semplicemente il modo in cui tuo padre si riferisce a loro… dopo averli naturalmente derisi per anni, per la loro forma e per le dita piccoline. Quindi se di sera, sul divano, da lì dentro senti che tuo padre mi chiede di avere i luridi da massaggiare, ora sai a cosa si sta riferendo...
Per oggi concludo la lezione di lessico familiare, ma ti prometto che ci saranno altre “puntate”, per darti modo di comprendere e di adeguarti al nostro linguaggio e soprattutto, per far sì che tu sia preparata e consapevole di ciò che ti aspetta qui fuori…
“Cieeeo Tripy”
Alcune parole e modi di dire derivano dai nostri rispettivi dialetti di origine, altri sono inventati e assolutamente casuali, altri ancora nascono dalla mia assolutamente genetica e speciale abilità a storpiare le parole (tua nonna è peggio di me…).
Ecco allora il nostro tipico saluto “cieeeo” (con la “e” allungata e un po’ nasale, in stile paperino) che da sempre e per sempre sostituisce il più banale “ciao”.
E ancora la mitica frase “ma non ti faccio pèèèna” (come ti ho scritto nel post sopra, detta con la “e” aperta), pronunciata da me la prima volta, durante una vacanza in Scozia, mentre stavamo scarpinando per arrivare a vedere la statua di Wallace, quando ho visto sfrecciare davanti a noi un furgoncino VUOTO, che andava esattamente dove dovevamo arrivare noi… L’ho guardato passare e ormai stanca di risalire la china a piedi, ho pronunciato ciò che sarebbe rimasto nella storia della nostra famiglia “ehi tu fermati, ma non ti faccio pèèèna?”. Naturalmente lui non si è fermato, noi abbiamo continuato a scarpinare e lui è arrivato in cima decisamente prima e meno stanco di noi…
Poi c’è l’altro immancabile “un compeed putana tr--a” (tu non puoi dirlo Tripy…), nato sempre da una vacanza, questa volta a Madrid, dove dentro una farmacia io ho tentato di spiegare, in un perfetto spagnolo, ma con un giro di parole di almeno 5 minuti, che avevo bisogno di un cerotto per le vesciche nei piedi, e lei, la farmacista-commessa, dopo avermi pazientemente ascoltata, mi ha guardata negli occhi ed ha esclamato “ah, un compeed!” E noi cosa diavolo ne sapevamo che la marca e il nome sono gli stessi e che bastava dire semplicemente compeed?
Di qui il putana tr--a che in casa nostra non ha mai più smesso di essere abbinato alla parola compeed. Quindi, informazione di servizio per chi si trova ospite da noi e volesse un cerotto anti vesciche, deve chiedere un “compeed putana tr--a”.
E parlando di piedi non posso certo dimenticare i “luridi” che sono… ehmmm i miei piedi. No dai Tripy, non tapparti il naso… esagerata! Questo è semplicemente il modo in cui tuo padre si riferisce a loro… dopo averli naturalmente derisi per anni, per la loro forma e per le dita piccoline. Quindi se di sera, sul divano, da lì dentro senti che tuo padre mi chiede di avere i luridi da massaggiare, ora sai a cosa si sta riferendo...
Per oggi concludo la lezione di lessico familiare, ma ti prometto che ci saranno altre “puntate”, per darti modo di comprendere e di adeguarti al nostro linguaggio e soprattutto, per far sì che tu sia preparata e consapevole di ciò che ti aspetta qui fuori…
“Cieeeo Tripy”
Mi concedi le attenuanti generiche?
Un nuovo giorno che comincia, una nuova settimana per te, e siamo a 25!
Mi sa che la settimana scorsa ho fatto un po’ di confusione e ho già scritto cosa fai alla 25esima settimana. Mi sono portata avanti con i “lavori”, forse presentivo che eri grande per l’“età” che hai, più avanti di circa due settimane o forse, cosa ben più probabile, mi sono semplicemente incasinata.
Ma sai Tripy che ho notato che durante la gravidanza sono peggiorata tantissimo? Sono più distratta e sbadata, capacità di concentrazione pari a zero, abilità culinarie in netto peggioramento, energia in fase calante… Oserei dire un fiore!
Si però dai considera che non sono più una giovincella, che ci sono circa 30 gradi, che non sono ingrassata molto ma ho pur sempre una pancia più grande dei normali 6 mesi da portare a spasso e che dentro ci sei tu che fai piegamenti, flessioni, stiramenti e salti come se fossi in palestra.
Mi concedi qualche attenuante?
Ma non ti faccio pèèèèna? (Rigorosamente con la “e” aperta che fa più ridere?)
Mi sa che la settimana scorsa ho fatto un po’ di confusione e ho già scritto cosa fai alla 25esima settimana. Mi sono portata avanti con i “lavori”, forse presentivo che eri grande per l’“età” che hai, più avanti di circa due settimane o forse, cosa ben più probabile, mi sono semplicemente incasinata.
Ma sai Tripy che ho notato che durante la gravidanza sono peggiorata tantissimo? Sono più distratta e sbadata, capacità di concentrazione pari a zero, abilità culinarie in netto peggioramento, energia in fase calante… Oserei dire un fiore!
Si però dai considera che non sono più una giovincella, che ci sono circa 30 gradi, che non sono ingrassata molto ma ho pur sempre una pancia più grande dei normali 6 mesi da portare a spasso e che dentro ci sei tu che fai piegamenti, flessioni, stiramenti e salti come se fossi in palestra.
Mi concedi qualche attenuante?
Ma non ti faccio pèèèèna? (Rigorosamente con la “e” aperta che fa più ridere?)
giovedì 8 luglio 2010
... e penso a lei
Stavo passeggiando quando improvvisamente ho scoperto una lacrima che oscurava il mio sguardo prima di scendere e bagnare il mio volto triste…
… sono qui e mi accorgo che c’è lei nei miei pensieri, lei che fra pochi giorni sarebbe nata, lei che per sempre avrà un posto speciale nel mio cuore, lei che andandosene ha fatto sì che nulla fosse più come prima e si è portata via per sempre la spensieratezza dell’incoscienza, lei che purtroppo non sarà mai, ma che per me non smetterà mai di essere…
Scusami Tripy, oggi ho in giro gli ormoni sbagliati e proprio come te, anche io non trovo pace e a poco serve ripetermi che “un tropezón no es una caída”, (un inciampo non è una caduta), pensavo di essermi rimessa in piedi ma mi accorgo invece che rialzarmi è più difficile di quanto pensassi... e ho ancora bisogno di appoggiarmi, perché basta una lacrima per oscurare il mio sguardo e cambiare il mio umore.
… sono qui e mi accorgo che c’è lei nei miei pensieri, lei che fra pochi giorni sarebbe nata, lei che per sempre avrà un posto speciale nel mio cuore, lei che andandosene ha fatto sì che nulla fosse più come prima e si è portata via per sempre la spensieratezza dell’incoscienza, lei che purtroppo non sarà mai, ma che per me non smetterà mai di essere…
Scusami Tripy, oggi ho in giro gli ormoni sbagliati e proprio come te, anche io non trovo pace e a poco serve ripetermi che “un tropezón no es una caída”, (un inciampo non è una caduta), pensavo di essermi rimessa in piedi ma mi accorgo invece che rialzarmi è più difficile di quanto pensassi... e ho ancora bisogno di appoggiarmi, perché basta una lacrima per oscurare il mio sguardo e cambiare il mio umore.
La tranquillità che non c'è più
Ieri ti abbiamo vista.
Ad essere sinceri questa volta dall’ecografia non è che si riuscire a capire più di tanto, ma ora almeno sappiamo con sicurezza che pesi circa 850 grammi e sei lunga già 24 centimetri. Sei più avanti nella crescita di almeno un paio di settimane: una bella polpettona insomma!
Dicono che se continui così, alla fine arriverai a pesare intorno ai 4 kili… Un bel po’, soprattutto considerando che sei una femminuccia!
Stranamente il fatto che tu sia grande non mi preoccupa più di tanto, penso che in qualche modo riusciranno a tirarti fuori di lì.
Ciò che realmente mi spaventa è l’epidurale. Sono sempre stata contraria all’idea di farla e devo dire che mi terrorizza molto di più l’idea di avere un catetere piantato nella schiena, che quella di dover partorire.
Però so che se per qualsiasi ragione, fosse necessario un cesareo, l’epidurale sarebbe indispensabile e anche in caso di parto naturale, ho capito che la mia dottoressa è dell’idea di farla. E io continuo ad essere dell’idea di non farla, invece. Che ti devo dire Tripy, lo so che fai fatica a capirlo ma è più forte di me.
Mi sento forzata in questa decisione e il risultato è che se prima ero tranquilla, pensando che fino all’ultimo sarei stata libera di decidere, oggi invece ho la consapevolezza che la mia volontà, i miei desideri e le mie paure, contano ben poco.
E se fino a ieri ero abbastanza serena, ora non lo sono per niente.
E forse anche per questo oggi tu sei molto più agitata del solito.
Ad essere sinceri questa volta dall’ecografia non è che si riuscire a capire più di tanto, ma ora almeno sappiamo con sicurezza che pesi circa 850 grammi e sei lunga già 24 centimetri. Sei più avanti nella crescita di almeno un paio di settimane: una bella polpettona insomma!
Dicono che se continui così, alla fine arriverai a pesare intorno ai 4 kili… Un bel po’, soprattutto considerando che sei una femminuccia!
Stranamente il fatto che tu sia grande non mi preoccupa più di tanto, penso che in qualche modo riusciranno a tirarti fuori di lì.
Ciò che realmente mi spaventa è l’epidurale. Sono sempre stata contraria all’idea di farla e devo dire che mi terrorizza molto di più l’idea di avere un catetere piantato nella schiena, che quella di dover partorire.
Però so che se per qualsiasi ragione, fosse necessario un cesareo, l’epidurale sarebbe indispensabile e anche in caso di parto naturale, ho capito che la mia dottoressa è dell’idea di farla. E io continuo ad essere dell’idea di non farla, invece. Che ti devo dire Tripy, lo so che fai fatica a capirlo ma è più forte di me.
Mi sento forzata in questa decisione e il risultato è che se prima ero tranquilla, pensando che fino all’ultimo sarei stata libera di decidere, oggi invece ho la consapevolezza che la mia volontà, i miei desideri e le mie paure, contano ben poco.
E se fino a ieri ero abbastanza serena, ora non lo sono per niente.
E forse anche per questo oggi tu sei molto più agitata del solito.
Punti di partenza e punti di arrivo
Ti ho sentita Tripy, svegliarti e cominciare a scalpitare come una puledrina imbizzarrita, girarti e rigirarti, dare calci e pugni a destra e a sinistra, alla disperata ricerca della pressione esercitata dalla mano e dal braccio di tuo padre.
Non ti dai pace: ti fermi, ti riposi, prendi fiato e poi ricominci, più accanita di prima, più determinata e più decisa.
Non ti rassegni, non ti calmi, non ti basto io, non ti accontenti della pressione della mia mano, delle mie carezze, cerchi tuo padre, lo so, l’ho capito, ma tuo padre stamattina non c’è.
La verità Tripy è che tuo padre ed io spesso partiamo da presupposti che non sono agli antipodi, ma sono sicuramente molto distanti e ieri sera, anche per questo, abbiamo discusso.
Io ero piuttosto nervosa e lui decisamente stanco e questo ha contribuito ad inasprire gli animi ed i toni della discussione, provocando fra di noi, tensioni, contrasti ed incomprensioni.
Quando si parla di te, dei momenti prima, durante e dopo la tua nascita, tuo padre ed io abbiamo idee completamente diverse. Io faccio sinceramente fatica anche solo ad intravedere in lontananza il suo punto di vista, immaginati quanto sia difficile per me, riuscire a comprenderlo e lui credo che sinceramente abbia le stesse difficoltà nei miei confronti.
Siamo cresciuti in due contesti familiari totalmente diversi, abbiamo avuto esperienze di vita nemmeno lontanamente paragonabili e siamo diventati due persone adulte che partono da posizioni a volte molto lontane fra di loro e forse anche per questo, siamo stati attratti l’uno dall’altra.
A volte tutto ciò mi spaventa, ma so bene che la cosa fondamentale non sia avere punti di partenza così distanti, l’importante è trovare un punto di incontro e condividere il resto del viaggio per arrivare insieme alla meta.
Non ti dai pace: ti fermi, ti riposi, prendi fiato e poi ricominci, più accanita di prima, più determinata e più decisa.
Non ti rassegni, non ti calmi, non ti basto io, non ti accontenti della pressione della mia mano, delle mie carezze, cerchi tuo padre, lo so, l’ho capito, ma tuo padre stamattina non c’è.
La verità Tripy è che tuo padre ed io spesso partiamo da presupposti che non sono agli antipodi, ma sono sicuramente molto distanti e ieri sera, anche per questo, abbiamo discusso.
Io ero piuttosto nervosa e lui decisamente stanco e questo ha contribuito ad inasprire gli animi ed i toni della discussione, provocando fra di noi, tensioni, contrasti ed incomprensioni.
Quando si parla di te, dei momenti prima, durante e dopo la tua nascita, tuo padre ed io abbiamo idee completamente diverse. Io faccio sinceramente fatica anche solo ad intravedere in lontananza il suo punto di vista, immaginati quanto sia difficile per me, riuscire a comprenderlo e lui credo che sinceramente abbia le stesse difficoltà nei miei confronti.
Siamo cresciuti in due contesti familiari totalmente diversi, abbiamo avuto esperienze di vita nemmeno lontanamente paragonabili e siamo diventati due persone adulte che partono da posizioni a volte molto lontane fra di loro e forse anche per questo, siamo stati attratti l’uno dall’altra.
A volte tutto ciò mi spaventa, ma so bene che la cosa fondamentale non sia avere punti di partenza così distanti, l’importante è trovare un punto di incontro e condividere il resto del viaggio per arrivare insieme alla meta.
mercoledì 7 luglio 2010
Per fortuna che più tardi ti vediamo
Telefonata quotidiana di mia madre, tua futura nonna… sulla falsa riga di quella di ieri: dopo avermi elencato la sua pessima giornata di ieri, ripetendomi lo stesso racconto arricchito di dettagli inquietanti e drammatici, sicuramente drammatici, mi ha chiesto come stavo io, anzi, come sempre ha detto "tanto tu stai bene"
Le ho risposto piuttosto stizzita... capiamoci, sono una donna incinta a quasi sei mesi con 35 gradi, il fatto che io non mi lamenti non significa che mi senta come un fiore a primavera… e lei, no certo, infatti io quando ero incinta... L'ho interrotta bruscamente dicendole ecco appunto tu, ma io ti ripeto che non amo lamentarmi quindi ti dico e continuerò a dirti che sto bene…
Poi è passata all'argomento “mio fratello” ed io le ho fatto notare che dovrebbe vergognarsi a chiedermi di quanti mesi sono, dato che, suo malgrado, sono sua sorella, neanche fossi la sua vicina di casa…
Sono certa che le maternità delle sue impiegate le abbia stampate in mente...
E mia madre ha commentato così: “pensa che a me addirittura non ha nemmeno detto se mi viene a trovare... mi ha detto che una di queste sere passa a prenderci per andare a prendere un gelato a “M.R.”, ma io se voglio il gelato lo posso mangiare anche qui…”
Non so se sia più ridicola o più assurda… credo sia semplicemente assurdamente ridicola.
Sono solo le 9 e 50 di mattina… ho già scritto 3 postsssss e ne ho già piene le scatole di chi non ha niente da fare e di chi non sa fare nient’altro che lamentarsi!
Per fortuna che più tardi tuo padre ed io abbiamo un appuntamento con te, cioè, più che con te con la ginecologa, ma non fa molta differenza…
A fra poco Tripy.
Le ho risposto piuttosto stizzita... capiamoci, sono una donna incinta a quasi sei mesi con 35 gradi, il fatto che io non mi lamenti non significa che mi senta come un fiore a primavera… e lei, no certo, infatti io quando ero incinta... L'ho interrotta bruscamente dicendole ecco appunto tu, ma io ti ripeto che non amo lamentarmi quindi ti dico e continuerò a dirti che sto bene…
Poi è passata all'argomento “mio fratello” ed io le ho fatto notare che dovrebbe vergognarsi a chiedermi di quanti mesi sono, dato che, suo malgrado, sono sua sorella, neanche fossi la sua vicina di casa…
Sono certa che le maternità delle sue impiegate le abbia stampate in mente...
E mia madre ha commentato così: “pensa che a me addirittura non ha nemmeno detto se mi viene a trovare... mi ha detto che una di queste sere passa a prenderci per andare a prendere un gelato a “M.R.”, ma io se voglio il gelato lo posso mangiare anche qui…”
Non so se sia più ridicola o più assurda… credo sia semplicemente assurdamente ridicola.
Sono solo le 9 e 50 di mattina… ho già scritto 3 postsssss e ne ho già piene le scatole di chi non ha niente da fare e di chi non sa fare nient’altro che lamentarsi!
Per fortuna che più tardi tuo padre ed io abbiamo un appuntamento con te, cioè, più che con te con la ginecologa, ma non fa molta differenza…
A fra poco Tripy.
Un vero zio
La notte è stata lunga e tanti pensieri hanno affollato la mia mente.
Improvvisamente nel buio e nel silenzio, mi sei tornato in mente tu, tu che con la tua presenza eri riuscito a farmi capire il profondo valore e l’importanza di un fratello, tu che con la tua assenza hai provocato una ferita profonda, che ha lasciato un segno indelebile.
Ma ora, a distanza di tempo, la rabbia iniziale è svanita e ciò che resta è solo un grande vuoto.
Con nostalgia e affetto ripenso alle nostre cene, ai consigli dati e ricevuti anche nel cuore della notte, alle tante ore passate tutti insieme, a ridere e chiacchierare ma anche a parlare di cose serie. Mi manca la tua parlata elegante ma comunque romana, i tuoi modi di dire, mi manca sentirmi chiamare “Buriò” e sorridere ricordando cosa c’e dietro…
Mi fa rabbia pensare che quel grande dolore che pochi mesi fa si è portato via la nostra bimba, abbia cancellato anche la nostra amicizia.
Avrei davvero voluto che tu continuassi ad essere parte delle nostre vite, mi sarebbe piaciuto che tu fossi parte della vita di “Tripy” e che per lei fossi un vero zio.
Ma non sempre ciò che vogliamo si realizza, prende forma e diventa realtà.
Ora vorrei salutarti con uno dei tuoi tanti, troppi, forse a volte leggermente inopportuni ma di certo famosi e divertenti, “a domani ciao” e mi piace poter credere che quel domani ci sarà anche per noi.
Improvvisamente nel buio e nel silenzio, mi sei tornato in mente tu, tu che con la tua presenza eri riuscito a farmi capire il profondo valore e l’importanza di un fratello, tu che con la tua assenza hai provocato una ferita profonda, che ha lasciato un segno indelebile.
Ma ora, a distanza di tempo, la rabbia iniziale è svanita e ciò che resta è solo un grande vuoto.
Con nostalgia e affetto ripenso alle nostre cene, ai consigli dati e ricevuti anche nel cuore della notte, alle tante ore passate tutti insieme, a ridere e chiacchierare ma anche a parlare di cose serie. Mi manca la tua parlata elegante ma comunque romana, i tuoi modi di dire, mi manca sentirmi chiamare “Buriò” e sorridere ricordando cosa c’e dietro…
Mi fa rabbia pensare che quel grande dolore che pochi mesi fa si è portato via la nostra bimba, abbia cancellato anche la nostra amicizia.
Avrei davvero voluto che tu continuassi ad essere parte delle nostre vite, mi sarebbe piaciuto che tu fossi parte della vita di “Tripy” e che per lei fossi un vero zio.
Ma non sempre ciò che vogliamo si realizza, prende forma e diventa realtà.
Ora vorrei salutarti con uno dei tuoi tanti, troppi, forse a volte leggermente inopportuni ma di certo famosi e divertenti, “a domani ciao” e mi piace poter credere che quel domani ci sarà anche per noi.
La teiera
Papà come ben sai non c’è ed io, come previsto, senza almeno una delle sue spalle, non riesco a prendere sonno. E che altro fare in questa lunga e calda notte di luglio, se non meditare?
È stato proprio durante uno dei miei tanti giri mentali, che mi è capitato di pensare ad un particolare oggetto: una teiera.
Una teiera? Ti starai sicuramente domandando tu a questo punto… Certo Tripy, una teiera e quando ti avrò esposto il mio ragionamento notturno, vedrai quante similitudini ci sono fra me e l’oggetto in questione.
Una teiera è tondeggiante e panciuta ed ha una sua precisa funzionalità: quella di contenere e mantenere caldo il the.
Io sono indubbiamente tondeggiante e panciuta e così come una teiera, in questo momento ho una precisa funzionalità: quella di contenere e mantenere al caldo non il the ma te.
La teiera è certamente utile ed anche io lo sono…
La teiera in alcuni casi può essere esteticamente piacevole ed anche io in certe occasioni riesco ad esserlo…
Eureka Tripy! Ho appena avuto un’improvvisa illuminazione, una di quelle che ti danno consapevolezza, che cambiano gli eventi e il corso della vita: sono sexy come una teiera!
Ora, con questo pensiero “rassicurante”, sono certa che riaddormentarmi sarà un compito ancora più arduo…
‘notte Tripy.
La tua teiera.
È stato proprio durante uno dei miei tanti giri mentali, che mi è capitato di pensare ad un particolare oggetto: una teiera.
Una teiera? Ti starai sicuramente domandando tu a questo punto… Certo Tripy, una teiera e quando ti avrò esposto il mio ragionamento notturno, vedrai quante similitudini ci sono fra me e l’oggetto in questione.
Una teiera è tondeggiante e panciuta ed ha una sua precisa funzionalità: quella di contenere e mantenere caldo il the.
Io sono indubbiamente tondeggiante e panciuta e così come una teiera, in questo momento ho una precisa funzionalità: quella di contenere e mantenere al caldo non il the ma te.
La teiera è certamente utile ed anche io lo sono…
La teiera in alcuni casi può essere esteticamente piacevole ed anche io in certe occasioni riesco ad esserlo…
Eureka Tripy! Ho appena avuto un’improvvisa illuminazione, una di quelle che ti danno consapevolezza, che cambiano gli eventi e il corso della vita: sono sexy come una teiera!
Ora, con questo pensiero “rassicurante”, sono certa che riaddormentarmi sarà un compito ancora più arduo…
‘notte Tripy.
La tua teiera.
martedì 6 luglio 2010
Paura del black-out
Poco fa ho acceso la televisione, e facendo zapping mi sono imbattuta nelle ultime battute di un programma dove stavano parlando della depressione post-partum e delle mamme che in preda ad una crisi, arrivano a commettere il gesto più insensato della loro vita. Dopo aver donato la vita con sofferenza e sacrificio, dopo aver tenuto in grembo per nove mesi il loro bambino, dopo averlo partorito e protetto, inaspettatamente, lo uccidono.
Chi miracolosamente si è riuscita a fermare in tempo, dice che non avrebbe mai potuto, prima, nemmeno immaginare di poter arrivare a tentare un gesto simile.
Chi purtroppo non si è fermata… continua a ripetere invano che non sa spiegarselo, che non può perdonarselo e che non si darà mai pace per ciò che ha fatto.
Quando sento queste cose Tripy, mi si gela il sangue nelle vene…
Ho paura Tripy… e se capitasse anche a noi di essere vittime del male oscuro che colpisce molte mamme dopo il parto?
Nessuna di queste madri, prima, aveva avuto la consapevolezza e nemmeno il dubbio di poter arrivare a tanto, io non potrei farlo, continuo a ripetermi, ma di fronte a queste notizie, purtroppo reali, la paura resta.
Noi saremo sole Tripy, papà dovrà tornare a lavorare e non avremo nonni o parenti vicini che potranno aiutarci in qualche modo.
Chi ti aiuterà Tripy? Chi ti potrà proteggere dalla mia stanchezza? Dalla mia solitudine? Dal mio senso di inadeguatezza? Dalle mie paure di madre inesperta? Da tutto ciò che mi aspetta e che ora non riesco nemmeno ad immaginare?
Chi potrà salvare te, l’incontrastato frutto di un grande amore, il mio angioletto tanto atteso e tanto amato da un mio eventuale black-out?
Chi ti allontanerà da un momento di debolezza del quale sono certissima, non mi perdonerei mai più e mi pentirei ogni istante della mia vita?
Aiutami tu Tripy, tu che già sai quanto bene ti voglio, aiutami a superare qualsiasi cosa ci aspetti, aiutami con il tuo sorriso, con il tuo profumo, con la tua tenerezza di bimba indifesa. Aiutami e non permettere mai che l’ombra di un pericoloso black-out si avvicini anche a noi.
Chi miracolosamente si è riuscita a fermare in tempo, dice che non avrebbe mai potuto, prima, nemmeno immaginare di poter arrivare a tentare un gesto simile.
Chi purtroppo non si è fermata… continua a ripetere invano che non sa spiegarselo, che non può perdonarselo e che non si darà mai pace per ciò che ha fatto.
Quando sento queste cose Tripy, mi si gela il sangue nelle vene…
Ho paura Tripy… e se capitasse anche a noi di essere vittime del male oscuro che colpisce molte mamme dopo il parto?
Nessuna di queste madri, prima, aveva avuto la consapevolezza e nemmeno il dubbio di poter arrivare a tanto, io non potrei farlo, continuo a ripetermi, ma di fronte a queste notizie, purtroppo reali, la paura resta.
Noi saremo sole Tripy, papà dovrà tornare a lavorare e non avremo nonni o parenti vicini che potranno aiutarci in qualche modo.
Chi ti aiuterà Tripy? Chi ti potrà proteggere dalla mia stanchezza? Dalla mia solitudine? Dal mio senso di inadeguatezza? Dalle mie paure di madre inesperta? Da tutto ciò che mi aspetta e che ora non riesco nemmeno ad immaginare?
Chi potrà salvare te, l’incontrastato frutto di un grande amore, il mio angioletto tanto atteso e tanto amato da un mio eventuale black-out?
Chi ti allontanerà da un momento di debolezza del quale sono certissima, non mi perdonerei mai più e mi pentirei ogni istante della mia vita?
Aiutami tu Tripy, tu che già sai quanto bene ti voglio, aiutami a superare qualsiasi cosa ci aspetti, aiutami con il tuo sorriso, con il tuo profumo, con la tua tenerezza di bimba indifesa. Aiutami e non permettere mai che l’ombra di un pericoloso black-out si avvicini anche a noi.
Notti agitate
Sarà il caldo di questi giorni e di queste notti Tripy, ma sto facendo brutti sogni che mi fanno risvegliare con l’amaro in bocca. Così quando mi alzo ho una sensazione di malessere, ingiustificata, ma reale e fastidiosissima.
Per fortuna almeno stamattina non ho dovuto aspettare troppo per avere il tuo buongiorno… forse avevi capito che non era proprio il caso di aggiungere ansia all’ansia.
Oggi giornata pienotta.
Ora andiamo subito a fare la spesa, poi nel pomeriggio verrà la signora Patrizia Poche Chiacchiere a darmi una mano e a tenermi sveglia.
In serata saremo sole: papino tornerà solo in tarda notte, che dici “Trì”, ci diamo alla pazza gioia?
Per fortuna almeno stamattina non ho dovuto aspettare troppo per avere il tuo buongiorno… forse avevi capito che non era proprio il caso di aggiungere ansia all’ansia.
Oggi giornata pienotta.
Ora andiamo subito a fare la spesa, poi nel pomeriggio verrà la signora Patrizia Poche Chiacchiere a darmi una mano e a tenermi sveglia.
In serata saremo sole: papino tornerà solo in tarda notte, che dici “Trì”, ci diamo alla pazza gioia?
lunedì 5 luglio 2010
I miracoli di Brahms
Oggi pomeriggio per qualche ora non ti sei mossa. Quando stasera improvvisamente me ne sono resa conto, mi sono ovviamente spaventata. Per la prima volta hai mancato al nostro appuntamento quotidiano: fra le 4 e le 5 di pomeriggio, momento in cui ti scateni sempre e ti esibisci in acrobazie incredibili. Ho provato a fare tutte quelle cose che di solito servono a stimolarti: le carezzine alla pancia, il solletico, ma niente, calma piatta! Fino a quando, pochi minuti fa, mi sono stesa sul letto e ti ho acceso la ninna nanna di Brahms vicino alla pancia. Pochi secondi ed eccoti!
Ho pensato subito che bello sentirti e un attimo dopo ho sentito una stretta allo stomaco ed ho realizzato che mi mancheranno terribilmente i tuoi calcetti quando sarai fuori dal pancione…
Ho pensato subito che bello sentirti e un attimo dopo ho sentito una stretta allo stomaco ed ho realizzato che mi mancheranno terribilmente i tuoi calcetti quando sarai fuori dal pancione…
I dieci comandamenti
Impara a diffidare Tripy:
1. di chi decide, sostituendosi a te nella scelta, convinto sempre di avere piena e totale ragione;
2. di chi stabilisce cosa vorresti nella tua vita, senza mai nemmeno porsi la domanda di cosa vorresti davvero tu;
3. di chi, seguendo solo il suo libero arbitrio, valuta se con il suo comportamento ti sta facendo un dispetto o un favore;
4. di chi urla a gran voce di volerti bene, ma alla fine dei conti te ne vuole solo se fai, pensi, dici e sei ciò che vorrebbe che tu facessi, pensassi, dicessi e fossi;
5. di chi si riempie la bocca di parole ma, se guardi bene, ha la testa e le mani prive di fatti;
6. di chi fissa le mete della tua vita sulla base dei suoi desideri e quando faticosamente le raggiungi, cambia desiderio e cambia meta…;
7. di chi ti dà, ma solo nell’attesa che arrivi il suo momento per ricevere ciò che ha dato, naturalmente con gli interessi;
8. di chi si sente giudice indiscriminato possessore della sapienza, unico in grado di valutare chi è bravo e chi non lo è;
9. di chi ti chiede come stai, ma solo per farti sapere come sta lui, lamentandosi di tutto, perché il suo dolore è da sempre e per sempre in assoluto quello più grande;
10. di tutti coloro che ti vorranno diversa da ciò che sarai, senza riuscire a rispettare la tua personalità, il tuo modo di essere, i tuoi limiti, le tue paure e le tue esigenze;
Sperando che tutto ciò possa aiutarti a vivere meglio…
Ti voglio bene Tripy e ti auguro un buon inizio di settimana: la tua mamma, che "ya te quiere tal como eres" (che già ti ama così come sei).
1. di chi decide, sostituendosi a te nella scelta, convinto sempre di avere piena e totale ragione;
2. di chi stabilisce cosa vorresti nella tua vita, senza mai nemmeno porsi la domanda di cosa vorresti davvero tu;
3. di chi, seguendo solo il suo libero arbitrio, valuta se con il suo comportamento ti sta facendo un dispetto o un favore;
4. di chi urla a gran voce di volerti bene, ma alla fine dei conti te ne vuole solo se fai, pensi, dici e sei ciò che vorrebbe che tu facessi, pensassi, dicessi e fossi;
5. di chi si riempie la bocca di parole ma, se guardi bene, ha la testa e le mani prive di fatti;
6. di chi fissa le mete della tua vita sulla base dei suoi desideri e quando faticosamente le raggiungi, cambia desiderio e cambia meta…;
7. di chi ti dà, ma solo nell’attesa che arrivi il suo momento per ricevere ciò che ha dato, naturalmente con gli interessi;
8. di chi si sente giudice indiscriminato possessore della sapienza, unico in grado di valutare chi è bravo e chi non lo è;
9. di chi ti chiede come stai, ma solo per farti sapere come sta lui, lamentandosi di tutto, perché il suo dolore è da sempre e per sempre in assoluto quello più grande;
10. di tutti coloro che ti vorranno diversa da ciò che sarai, senza riuscire a rispettare la tua personalità, il tuo modo di essere, i tuoi limiti, le tue paure e le tue esigenze;
Sperando che tutto ciò possa aiutarti a vivere meglio…
Ti voglio bene Tripy e ti auguro un buon inizio di settimana: la tua mamma, che "ya te quiere tal como eres" (che già ti ama così come sei).
domenica 4 luglio 2010
Prima domenica di luglio
In questa prima, torrida, domenica di luglio, mi sento stordita dal caldo, ho un mal di testa altalenante, le mani e i piedi gonfi e le gambe pesanti e doloranti. Ma se penso che ho quasi 40 anni, sono a quasi sei mesi della prima gravidanza della mia vita, e sto attraversando il periodo più caldo di tutto l’anno, mi rendo conto che non posso davvero lamentarmi di nulla, va tutto bene!
E poi stasera si va all’Arena a vedere il concerto di Dalla-De Gregori. Mi piace andare ai concerti e vederli all’Arena è estremamente suggestivo, non vedo l’ora…
E tu Tripy, come stai vivendo la prima domenica di luglio della tua vita?
E poi stasera si va all’Arena a vedere il concerto di Dalla-De Gregori. Mi piace andare ai concerti e vederli all’Arena è estremamente suggestivo, non vedo l’ora…
E tu Tripy, come stai vivendo la prima domenica di luglio della tua vita?
sabato 3 luglio 2010
I miracoli dello shopping
In questi giorni di afa una delle poche cose che mi riesce a stimolare, oltre alla creatività, è fare acquisti per te. Mi diverte, mi sembra quasi di giocare, peccato che il caldo torrido renda complicato uscire, ma io a quanto pare ci riesco lo stesso…
Oggi nel tardo pomeriggio sono andata in giro per negozi con papino. Mi è piaciuto tanto e il tempo è volato: ho guardato l’orologio e ho realizzato che erano già la 8 e 20 stentavo a crederci. Quando si dice i miracoli dello shopping!!!
Oggi nel tardo pomeriggio sono andata in giro per negozi con papino. Mi è piaciuto tanto e il tempo è volato: ho guardato l’orologio e ho realizzato che erano già la 8 e 20 stentavo a crederci. Quando si dice i miracoli dello shopping!!!
venerdì 2 luglio 2010
Dì grazie a zia Yle...
Ciao Tripy,
ringrazia zia Yle che mentre se ne sta comodamente spaparanzata al sole di Antigua, a godersi la sua luna di miele, ha pensato a noi, ha letto il blog e ha trovato il tempo e il modo per mandarci un sms.
Nooo Tripy, quando zia Yle ha detto che saresti andata al mare con lei non intendeva ad Antigua, si riferiva a qualche spiaggia dell’Adriatico…
E poi scusa, fammi capire, devi ancora nascere e stai già pensando a come liberarti della tua famiglia? Che fai cerchi vie di fuga e stai valutando a chi chiedere asilo politico?
Vuoi che ti prenoti una chiamata a Telefono Azzurro?
ringrazia zia Yle che mentre se ne sta comodamente spaparanzata al sole di Antigua, a godersi la sua luna di miele, ha pensato a noi, ha letto il blog e ha trovato il tempo e il modo per mandarci un sms.
Nooo Tripy, quando zia Yle ha detto che saresti andata al mare con lei non intendeva ad Antigua, si riferiva a qualche spiaggia dell’Adriatico…
E poi scusa, fammi capire, devi ancora nascere e stai già pensando a come liberarti della tua famiglia? Che fai cerchi vie di fuga e stai valutando a chi chiedere asilo politico?
Vuoi che ti prenoti una chiamata a Telefono Azzurro?
...come un mare in tempesta
Sono qui stesa sul divano, con l’aria condizionata accesa e le gambe in alto. Cerco di combattere il caldo, i crampi e i costanti dolori alle gambe.
Improvvisamente sento che ti stai muovendo, mi sollevo la canotta e vedo la pancia che ondeggia come un mare in tempesta. È bella questa sensazione, è bello sapere che sei tu che ti stai muovendo, è bello sapere che stai bene.
Improvvisamente sento che ti stai muovendo, mi sollevo la canotta e vedo la pancia che ondeggia come un mare in tempesta. È bella questa sensazione, è bello sapere che sei tu che ti stai muovendo, è bello sapere che stai bene.
Siamo davvero rimaste sole!
È estate e con l’arrivo della stagione più solare dell’anno, sono tutti impegnati.
C’è chi è in viaggio di nozze, chi è all’estero a trovare i parenti, chi fa gli ultimi estenuanti turni di lavoro prima di godere del meritato riposo, chi invece sgobba e si dedica ai lavori di fatica per finire un trasloco prima che arrivi il vero caldo, chi ha un lavoro stagionale con orari impossibili, chi ha un nuovo lavoro a cui dedicare tempo e attenzioni, chi ha un vecchio lavoro che assorbe sempre più tempo e attenzioni… e noi, siamo davvero rimaste sole Tripy!
No fare quella faccia Tripy, te ne sarai accorta anche tu, qui sul post i commenti che sono sempre stati scarsi ora sono mosche bianche, a casa il campanello ormai suona solo per Heidi, il telefono suona sempre di meno e la mail, che pensavo non ricevesse più posta, funziona benissimo…
Sono tutti iper-impegnati, tutti stra-occupati, siamo noi quelle anomale nella catena umana, è ora che te ne renda conto Tripy!
In tutto ciò mi viene in mente che sicuramente anche tu hai il tuo bel da fare…
Sei ormai proiettata verso la tua 25esima settimana, mantieni, giustamente, l’occhio sulla palla, come direbbe tuo padre, e vai avanti noncurante del caldo anche se, sicuramente sfinisce anche te.
Da questa settimana per te inizia un processo di crescita più lento ma anche più regolare.
Le tue ossa cominciano ad indurirsi e si riesce ad intravedere il reticolo venoso attraverso la pelle che si copre di ulteriore “vernix caseosa”, una sostanza biancastra necessaria a proteggere il tuo corpo dall’acidità del liquido amniotico oltre ad aiutare a mantenere la temperatura corporea dopo la tua nascita.
Durante questa settimana acquisisci una funzione importante: il pianto (ecco arrivano le dolenti note…), cosa basilare per la sopravvivenza soprattutto in caso di nascita prematura.
Nella tua bocca si cominciano a formare le papille gustative e potresti essere già in grado di riconoscere la differenza fra dolce, salato e amaro.
E finalmente in questa settimana potrebbero aprirsi le tue palpebre: non è incredibilmente meraviglioso?
Quindi da quanto leggo anche tu, come tutti, sei impegnata anche se per ora la tua principale occupazione è quella di “inciccirti”… Sei all’ingrasso!
C’è chi è in viaggio di nozze, chi è all’estero a trovare i parenti, chi fa gli ultimi estenuanti turni di lavoro prima di godere del meritato riposo, chi invece sgobba e si dedica ai lavori di fatica per finire un trasloco prima che arrivi il vero caldo, chi ha un lavoro stagionale con orari impossibili, chi ha un nuovo lavoro a cui dedicare tempo e attenzioni, chi ha un vecchio lavoro che assorbe sempre più tempo e attenzioni… e noi, siamo davvero rimaste sole Tripy!
No fare quella faccia Tripy, te ne sarai accorta anche tu, qui sul post i commenti che sono sempre stati scarsi ora sono mosche bianche, a casa il campanello ormai suona solo per Heidi, il telefono suona sempre di meno e la mail, che pensavo non ricevesse più posta, funziona benissimo…
Sono tutti iper-impegnati, tutti stra-occupati, siamo noi quelle anomale nella catena umana, è ora che te ne renda conto Tripy!
In tutto ciò mi viene in mente che sicuramente anche tu hai il tuo bel da fare…
Sei ormai proiettata verso la tua 25esima settimana, mantieni, giustamente, l’occhio sulla palla, come direbbe tuo padre, e vai avanti noncurante del caldo anche se, sicuramente sfinisce anche te.
Da questa settimana per te inizia un processo di crescita più lento ma anche più regolare.
Le tue ossa cominciano ad indurirsi e si riesce ad intravedere il reticolo venoso attraverso la pelle che si copre di ulteriore “vernix caseosa”, una sostanza biancastra necessaria a proteggere il tuo corpo dall’acidità del liquido amniotico oltre ad aiutare a mantenere la temperatura corporea dopo la tua nascita.
Durante questa settimana acquisisci una funzione importante: il pianto (ecco arrivano le dolenti note…), cosa basilare per la sopravvivenza soprattutto in caso di nascita prematura.
Nella tua bocca si cominciano a formare le papille gustative e potresti essere già in grado di riconoscere la differenza fra dolce, salato e amaro.
E finalmente in questa settimana potrebbero aprirsi le tue palpebre: non è incredibilmente meraviglioso?
Quindi da quanto leggo anche tu, come tutti, sei impegnata anche se per ora la tua principale occupazione è quella di “inciccirti”… Sei all’ingrasso!
giovedì 1 luglio 2010
Anche se l'aria è ferma, il tempo vola
Ciao cucciolotta accaldata,
dalla tua apparente calma mi sembra di intuire che gli effetti del caldo si stiano riflettendo anche su di te. Poooverona, chissà che caldo lì dentro! Certo che se hai preso da tuo padre stai facendo la sauna, è già tanto che tu non mi abbia ancora fatto una richiesta per installare dentro il mio corpo l’aria condizionata…
Su dai, resisti, lo so che è dura ma considera che se l’estate è appena iniziata c’è un mio familiare che è già da almeno due mesi che ripete che tanto finirà anche l’estate…
Sì lo so è un grande filosofo… e permettimi di dire che spero che tu da lui non abbia davvero preso nulla!
A proposito di parenti, quelli della mia parte sono una continua e costante delusione… Lo so che su di loro non dovrei mai fare affidamento e ogni volta che ci provo, con il loro mugugni e borbottii, non fanno altro che riconfermarmi che è assolutamente inutile!
Loro sono pronti solo a pretendere, stanno sul loro piedistallo, dentro la teca di cristallo che si sono costruiti e attendono che il mondo gli giri attorno e, quando si accorgono che il mondo gira, va avanti, cambia, evolve, senza chiedere la loro autorizzazione, senza nemmeno valutare la loro opinione… sono sceneggiate in stile “Eduardo de Filippo”.
Non c’è niente da fare, non dovrei più sorprendermi e nemmeno rimanerci male ma la mia famiglia riesce incredibilmente a deludermi ogni volta…
Certe volte pensando ai miei genitori, provo a giustificarli pensando che siano “normali” problemi dovuti all’età, alla vecchiaia che avanza, ma poi torno indietro con il pensiero e mi viene in mente che non sono cambiati poi così tanto. Loro volevano dei figli burattini e ora che si rendono conto che non possono più gestire i fili di nessuno, scalpitano insoddisfatti e depressi e mettono in scena le tragedie più assurde pur di attirare l’attenzione dell’ingrata prole.
Vabbè Tripy che ci vuoi fare, come credo di averti già detto i parenti, nemmeno quelli stretti, si scelgono…
Pensiamo a cose positive tipo che oggi si cambia mese: primo giorno di luglio e probabilmente tu proprio fra oggi e domani concludi la tua 24esima settimana e comincia il conteggio verso la tappa del 25.
Anche se l’aria è ferma, il tempo vola…
dalla tua apparente calma mi sembra di intuire che gli effetti del caldo si stiano riflettendo anche su di te. Poooverona, chissà che caldo lì dentro! Certo che se hai preso da tuo padre stai facendo la sauna, è già tanto che tu non mi abbia ancora fatto una richiesta per installare dentro il mio corpo l’aria condizionata…
Su dai, resisti, lo so che è dura ma considera che se l’estate è appena iniziata c’è un mio familiare che è già da almeno due mesi che ripete che tanto finirà anche l’estate…
Sì lo so è un grande filosofo… e permettimi di dire che spero che tu da lui non abbia davvero preso nulla!
A proposito di parenti, quelli della mia parte sono una continua e costante delusione… Lo so che su di loro non dovrei mai fare affidamento e ogni volta che ci provo, con il loro mugugni e borbottii, non fanno altro che riconfermarmi che è assolutamente inutile!
Loro sono pronti solo a pretendere, stanno sul loro piedistallo, dentro la teca di cristallo che si sono costruiti e attendono che il mondo gli giri attorno e, quando si accorgono che il mondo gira, va avanti, cambia, evolve, senza chiedere la loro autorizzazione, senza nemmeno valutare la loro opinione… sono sceneggiate in stile “Eduardo de Filippo”.
Non c’è niente da fare, non dovrei più sorprendermi e nemmeno rimanerci male ma la mia famiglia riesce incredibilmente a deludermi ogni volta…
Certe volte pensando ai miei genitori, provo a giustificarli pensando che siano “normali” problemi dovuti all’età, alla vecchiaia che avanza, ma poi torno indietro con il pensiero e mi viene in mente che non sono cambiati poi così tanto. Loro volevano dei figli burattini e ora che si rendono conto che non possono più gestire i fili di nessuno, scalpitano insoddisfatti e depressi e mettono in scena le tragedie più assurde pur di attirare l’attenzione dell’ingrata prole.
Vabbè Tripy che ci vuoi fare, come credo di averti già detto i parenti, nemmeno quelli stretti, si scelgono…
Pensiamo a cose positive tipo che oggi si cambia mese: primo giorno di luglio e probabilmente tu proprio fra oggi e domani concludi la tua 24esima settimana e comincia il conteggio verso la tappa del 25.
Anche se l’aria è ferma, il tempo vola…
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