lunedì 6 settembre 2010

Autobahn

Tre e cinquanta della notte, fuori è buio ed io sono già sveglia.
Tu dubito che ti sia mai addormentata.
La mia mente è un’autostrada dove i pensieri vanno e vengono, passano veloci, sfrecciano senza soffermarsi e senza creare ingorghi. Si soffermano giusto il tempo di una rapida analisi e lasciano subito il posto al pensiero successivo.
Non riesco a riaddormentarmi, mi giro e mi rigiro nel letto senza pace.
Non trovo la posizione giusta.
Non c’è una posizione giusta.
Cerco di rilassarmi e intanto guardo sull’orologio, il tempo scorrere veloce.
Anche i minuti, come i miei pensieri, passano senza soffermarsi troppo.
Anche il tempo, come la mia mente, sembra un’autostrada, però è a senso unico: procede in una sola direzione di marcia.
Autostrada… in tedesco “autobahn”, forse l’unica parola tedesca di cui conosco il significato.
Autobahn, di sicuro la prima parola che tuo padre ed io ci siamo divertiti a ripetere all’infinito, con voce artefatta, durante la nostra prima, indimenticabile, vacanza insieme.
Autobahn, autobahn, autobahn… immagino il suono di questa parola, così come la pronunciavamo noi e continuo a ripeterla, nella mia mente, come una tediosa ninna nanna.
Tuo padre si sveglia all’improvviso, come se avesse sentito un richiamo alle origini, come se avesse potuto alzare il volume della mia mente.
Si avvicina e mi abbraccia teneramente.
Io a poco a poco mi rilasso e mi addormento: cullata dal suo abbraccio e trasportata dalla nostra personalissima “autobahn”.

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