Ieri improvvisamente ho sentito l’irrefrenabile desiderio di scappare dalla mia pancia, di fuggire, di allontanarmi, di staccarmi da lei e da te.
Dopo aver ascoltato una rapida, ma non per questo meno pesante, panoramica su cosa davvero significhi avere un figlio, su cosa comporti, su quanto costi in termini economici e non solo… sul fatto che questo che stiamo vivendo è solo l’inizio di una storia senza fine, quella strana e forse inopportuna domanda è ritornata a fare capolino nella mia mente: cosa porta una coppia, normale e felice, a cui non manca niente, a scegliere liberamente di avere un figlio?
Ho guardato sedute tutto intorno a me le mamme del corso pre-parto e mi sono soffermata sui loro volti, domandandomi che cosa ha spinto loro e i loro compagni ad arrivare a questo punto: il caso, il destino, la voglia, il desiderio. Quel bimbo o quella bimba che sta crescendo nel loro pancione, è frutto forse di un errore o di un attimo di distrazione? Oppure è il risultato di un percorso, è stato voluto e cercato, a volte anche in maniera spasmodica?
Io so perfettamente cosa ha spinto me: il desiderio, la voglia, me lo ricordo bene.
E ricordo perfettamente le parole di tuo padre quando, in quell’attimo di convinzione assoluta, ha risposto alla mia domanda dicendomi: “solo così, con un figlio, la vita ha davvero un senso”.
Non mi fraintendere Tripy, non è che io sia pentita e ora non ti voglia più, ma vorrei poter alzare la mano e chiedere un “time break”, vorrei poter dire “interrompete il film, scusate, ma ho bisogno di una pausa, mi serve altro tempo, non sono pronta, aspettate!”
Ho provato allora a pensare alla mia vita senza di te e senza il mio pancione, come se entrambe le cose non fossero mai esistite, come se per magia tutto potesse cancellarsi e scomparire nel nulla, ma senza dolore, senza lasciare traccia, come se davvero fosse possibile fare un salto indietro nel tempo.
E la sai una cosa Tripy?
Non ci sono riuscita… Non è stato possibile immaginare la mia vita senza di te e senza pancia: mi sembrava vuota e la sola idea, mi ha dato una fastidiosa sensazione di smarrimento.
Ho tentato di ricordare com’era la mia vita prima della mia pancia, prima di te… ho ricordato la tua camera com’era prima, spogliata di tutte quelle cose che parlano di te che stai arrivando: ma anche questo è stato difficile da sopportare, era un’immagine sterile e svuotata di ogni senso.
Ho provato infine a pensare alla mia vita con te… ma nemmeno questo sono riuscita ad immaginare, non so davvero come possa essere, come potrà essere.
Ecco Tripy, mi sembra evidente che hai di nuovo la mamma “impallata”, e non nel senso che sembra che si sia mangiata un pallone… ma nel senso che è andata in palla…
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