Sono stressata, nervosa, insofferente, annoiata, stanca… e se rifletto un altro po’, sicuramente mi viene in mente qualcos’altro, ma sempre su questo genere.
Credo di soffrire di una forma acuta di depressione pre-partum.
Non ne posso più.
Di chi mi chiede come sto tre volte al giorno e si preoccupa per me ma solo perché contengo te.
Di chi non mi considera più una donna, ma mi vede solo come un’incubatrice e una futura madre e come tale mi tratta.
Di chi pensa che dovrei per forza essere felice di fare un cesareo perché così non ha l’ansia di aspettare una telefonata a sorpresa.
Di chi non capisce e non rispetta il mio profondo bisogno di vivere la mia gravidanza e la tua nascita in maniera intima e riservata insieme a tuo padre.
Di chi, troppo impaziente di vederti, ogni giorno mi chiede quanto manca, senza pensare che così, per me, diventa un vero e proprio stillicidio.
Di chi vuole raccontarmi il suo parto con, naturalmente, tutte le eventuali complicazioni, senza rendersi conto che… davvero non sarebbe il caso!
Di chi vuole commentare con me i fatti di cronaca di quest’ultimo periodo, ma solo quelli che riguardano parti finiti male…
Di chi già ora comincia a volermi insegnare come poter essere una perfetta madre dopo che sarai nata, togliendomi anche il diritto di sbagliare in pace.
Di chi pur non avendo figli, pensa comunque di sapere quali sono le mie sensazioni, i miei pensieri, i miei timori e le mie paure.
Di chi attende la tua nascita con un’ansia eccessiva, non tenendo in considerazione che quella che sta per nascere è solo figlia mia e di tuo padre, e di nessun altro.
La cosa peggiore è che in quest’elenco credo di aver praticamente incluso il 70% delle persone che mi circondano…
Ma è così assurdo riuscire a comprendere che vorrei solo vivere questi ultimi giorni di gravidanza, tranquilla, serena e soprattutto da sola con tuo padre e lontana dalle innumerevoli fonti di stress… (speriamo solo di non far accapponare di nuovo la pelle a Jo74…).
Ma evidentemente questo non è possibile: più mi allontano più gli altri si avvicinano, più mi chiudo a riccio, più provano ad invadere il mio spazio e non bussano prima di entrare, sfondano la porta!
Io ho avuto pazienza e ti aspetto da otre 9 mesi, credo che gli altri potrebbero fare lo sforzo di pazientare qualche giorno in più…
Ma come dicevo ieri, io ho nel ventre il biglietto della lotteria vincente che tutti vorrebbero vedere, toccare e possedere. E se tu nascessi prima, tutto sommato in molti sarebbero contenti, così esaudirebbero prima i loro desideri.
Non conta quello che penso io, quello che vorrei io, quello che mi piacerebbe o quello che mi fa bene …
Non ha nessuna importanza che noi dobbiamo imparare a conoscerci, trovare i nostri ritmi, e assestarci.
Non interessa a nessuno che dopo nove mesi di gravidanza, tuo padre ed io dobbiamo abbandonare ciò che resta del nostro equilibrio come coppia, per abituarci contemporaneamente, ad essere una famiglia.
No, tutto ciò evidentemente, non ha nessuna rilevanza.
La nascita di un bambino viene vissuta dai più come un evento collettivo… e tutti vogliono dire la loro, tutti pensano di poter essere i protagonisti, tutti pretendono, tutti accampano il diritto di arrivare subito dalla neonata… come se il “tenero batuffolino rosa”, avesse una scadenza a breve termine.
E più fanno così più la mia voglia di privacy aumenta, anche se non rientro fra i vips…
Mi viene voglia di scappare da tutto e da tutti. Se potessi partirei ora per il Nepal e andrei a partorire là, l’unico posto dove forse riuscirei davvero a stare in pace.
Le persone che conosco che hanno già avuto dei figli mi “rincuorano” dicendomi che dopo, quando sarai nata, sarà peggio…
Ma io non ho davvero nessuna voglia di farmi venire la depressione post partum solo perché la gente, quando nasce un bambino, non capisce più dove sta il buon senso!
A parte sfogarmi come ho fatto ora, come posso risolvere il problema visto che di andare in Nepal, evidentemente, non se ne parla?
Come prima cosa ho deciso di iniziare quella che ho battezzato come “rieducazione coatta all’uso del telefono”. In cosa consiste? Semplice, ho staccato la suoneria e non rispondo più a nessuno, tranne tuo padre,naturalmente.
Richiamo io le persone che mi hanno cercata, in un momento in cui mi sento di farlo. Questo processo rieducativo è appena cominciato ma sicuramente continuerà anche dopo la tua nascita e potrebbe durare anche un bel po’, almeno fino a quando la gente non mi dimostrerà di aver recuperato il senno.
Ma dimmi tu se uno per stare in pace deve arrivare a questi punti…
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