giovedì 2 settembre 2010

L'elefante e la farfalla

Che strana coppia, penserai probabilmente tu, leggendo il titolo di questo post, è uno dei titoli più famosi del cantante romano Michele Zarrillo, ti spiego io.
Poniamo il caso che tu, Tripy, sia la farfalla, ora, indovina un po’ chi potrebbe essere l’elefante? No, sbagliato! Lo so che la mia mole porta indiscutibilmente ad arrivare a questa facile conclusione, ma in questo caso l’elefante non sono io, bensì papino.
Ho avuto un flash, questa immagine di lui qualche giorno fa e prima che si faccia assurde paturnie, diciamo subito che non è per il fisico…
L’elefante è notoriamente un animale buono, raramente attacca solo che involontariamente può fare dei piccoli grandi pasticci dovuti alla sua goffaggine.
Ecco, tuo padre è esattamente così: estremamente buono (in nessun caso con il significato recondito di tonto), ma a volte un po’ goffo, come il nostro amico elefante e, proprio come lui, in certe situazioni si muove come se fosse in un negozio di cristalli e senza nemmeno rendersene conto, involontariamente rischia di fare qualche pasticcio.
Poi, quando se ne accorge, ci resta malissimo, viene istantaneamente colto da atroci sensi di colpa, non riesce assolutamente a perdonarsi, (non si ricorda mai che “un tropezón no es una caída”, un inciampo non è una caduta, regola che vale anche per lui…), e tenta di rimediare e quasi sempre ci riesce!
Bisogna anche ammettere che non sempre è colpa di papino, spesso qualcuno (quasi sempre mammina…) mette lungo il percorso ostacoli imprevisti o spegne le luci nel sentiero, e per il nostro elefante buono diventa quasi impossibile muoversi senza combinare guai.
Questa metafora con il sapore di una favola Tripy,mi serve per spiegare a te qualcosa di più su papà e per ricordare ancora una volta a papà che mamma sa perfettamente che tipo di persona lui sia e anche se a volte può dare l’impressione di non apprezzare, non lo cambierebbe nemmeno con 10 cammelli… e soprattutto con nessun altro uomo!
Il tuo papà Tripy, è davvero una persona speciale, ma tu anche se di sicuro l’hai già capito, fai finta di non saperlo se no si monta la testa…
Certo, è testardo (mai quanto mamma…), parla poco e a volte quando lo fa è di un’ingenuità disarmante, e soprattutto, quando si muove in un terreno a lui sconosciuto (evento più unico che raro, perché lui le cose le sa, e le sa davvero…) non essendoci abituato, cade facile preda dei suoi timori (chiamarle paure mi sembrava ed era decisamente eccessivo!).
Il tuo papà Tripy, è anche l’uomo che mette i bisogni e i desideri delle persone a cui vuole bene, molto più in alto dei suoi, e l’uomo che per te, se solo glielo chiedessi, dipingerebbe il cielo di verde, è l’uomo che in nessun caso riesce a rassegnarsi di fronte alla sofferenza fisica o psicologica delle persone a lui care, è l’uomo che si sente subito impotente, se non può risolvere il tuo problema o almeno farsene carico lui, è l’uomo che sa perfettamente quale sia il suo posto e il suo ruolo e sa sempre come stupirti, ma tuo padre Tripy è soprattutto l’uomo che riesce a commuoversi e a farsi venire la pelle d’oca ascoltando una canzone, come ha fatto mamma ieri sera a Firenze, al concerto di Leonard Cohen, ascoltando la mitica canzone “Hallelujah”, anche se la versione cantata da Jeff Buckley, è l’unica che davvero riesca ad emozionarla fino in fondo.
Grazie papino!

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