martedì 28 settembre 2010

Più libere o più schiave?

Ciao Tripy, manca ormai davvero poco alla tua nascita...
Se sto attenta, oltre al tuo singhiozzo e ai tuoi movimenti, mi sembra quasi di sentire anche il ticchettio del tempo che va avanti inesorabile, scandito con una regolarità che è quasi fastidiosa.
Pochi giorni ancora e poi tu nascerai e sarai finalmente libera.
Libera dal mio corpo, che per tutti questi mesi è stato la tua gabbia dorata.
Libera dai miei pensieri, dai miei timori e dalle mie ansie che sono stati anche le tue.
Finalmente libera di guardare il sole che sorge, libera di crescere, libera di essere una persona e di spiccare il volo.
E sarò più libera anche io.
Libera dalla tua presenza dentro di me, che per tutto questo tempo mi ha posseduta.
Libera dal mal di stomaco, dai tuoi calci e da tutto ciò che in questi mesi ha reso meno dolce l’attesa.
Libera dalla curiosità morbosa di chi pensa che una gravidanza sia della collettività.
Dopo che sarai nata entrambe saremo più libere ma anche più schiave.
Tu schiava di una madre che forse, temo, sarà apprensiva più del necessario.
Schiava di una madre che cercherà di fare di te la bambina più felice del mondo, schiava delle mie coccole, dei miei baci, ai quali non riuscirai a sottrarti, almeno non nei primi mesi.
Ed io, schiava del tuo pianto, schiava dei tuoi orari che saranno, inevitabilmente, anche i miei.
Schiava dell’invadenza di chi pensa che un bambino sia patrimonio dell’umanità.
La domanda giusta forse è: più libere o più schiave?
Forse non saremo nessuna delle due cose, saremo semplicemente una mamma e una figlia che imparano a conoscersi, che si vogliono bene e che crescono insieme.

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