Mi sono svegliata nel cuore della notte e non riuscendo più a dormire, ho iniziato a pensare a ieri e ho fatto un bilancio, cercando di valutare il risultato che siamo riusciti a portarci a casa, dopo un tour de force fra ambulatori e cliniche, dopo aver parlato con tutti: ostetrica, anestesista, capo sala e ginecologa…
PUNTO PRIMO
È ormai certo che, mio malgrado, nascerai col cesareo.
Nonostante il tuo lieve calo nella crescita di questa settimana, le dimensioni della tua testa e del mio bacino (sproporzione cefalopelvica), restano tali da rendere troppo rischioso, per entrambe, un parto naturale.
L’ultima cosa che avrei pensato, era fare un cesareo.
L’ultima cosa che avrei voluto, come sai, era fare un cesareo.
Conclusioni: sono delusa, profondamente delusa e rammaricata.
PUNTO SECONDO
Avrei voluto evitare con tutte le mie forze l’anestesia epidurale, che, da sempre, per motivi anche a me assolutamente ignoti, è sempre stata la cosa che mi ha terrorizzata, molto più di un parto. Purtroppo però, dovendo sottopormi ad un taglio cesareo, non ci sono alternative, perché ogni altra alternativa comporterebbe un elevato grado di rischio, soprattutto per te.
Conclusioni: mi sento estremamente frustrata e sono terribilmente spaventata.
PUNTO TERZO
Non mi piace per niente l’anestesista, e nonostante io mi sia sforzata, non sono riuscita a convincermi del contrario. La sola idea di dover aver a che fare con lui il giorno del parto, mi innervosisce terribilmente. Sarà anche bravo nel suo lavoro, cosa che io non sono certo in grado di valutare, ma non è dotato di un minimo di sensibilità, è grezzo e burbero, non sa trattare con le persone e, quel che è peggio, non riesce a rendersi conto che dall’altra parte c’è un essere umano e che la sofferenza e il dolore possono raggiungere vette assolutamente insopportabili…
Conclusioni: sono semplicemente preoccupata e tesa.
PUNTO QUARTO
Nascerai, anzi è più giusto dire, ti faranno nascere prima del tempo, e questo significa che, con ottime probabilità, il “lieto” evento capiterà, lavorativamente parlando, proprio nella settimana peggiore per papà. Ciò vuol dire che il tuo povero papino dovrà inevitabilmente dividersi fra noi e il lavoro, e non avendo il dono dell’ubiquità, dovrà rimbalzare da una parte all’altra, trascurando inevitabilmente entrambe le cose e non potendo dedicarsi pienamente alla nascita di sua figlia.
Conclusioni: sono dispiaciuta e triste.
Dopo una gravidanza che mi sento di definire “burrascosa”, speravo di vivere la tua nascita, con maggior entusiasmo e serenità, pensavo che sarei stata circondata solo da persone rassicuranti e comprensive e mi ero illusa di riuscire a condividere il parto, ed i tuoi primi giorni di vita, intimamente ed esclusivamente con tuo padre, ma purtroppo ora so che nulla sarà così come avevo immaginato.
Nel panorama che si delinea perfettamente davanti ai miei occhi non c’è davvero niente che mi rassereni o che mi entusiasmi.
Sta capitando esattamente tutto ciò che non avrei voluto e tutto procede alla velocità della luce, proprio nella direzione che più temevo.
Sì Tripy, è con questo spirito di rassegnazione che ho cominciato un countdown per concludere quello che ormai si è trasformato in un vero e proprio incubo.
Speriamo solo che finisca presto e che il conto alla rovescia sia il più veloce possibile.
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