sabato 27 febbraio 2010

Sabato mattina...

Adesso, guarda che ore sono e dimmi in tutta onestà, se tu e quella palla pelosa nera di trenta kili, non vi siete messi d’accordo per rovinare la mia intoccabile dormita del sabato mattina… Assolutamente sì dico io e siccome tu non dici niente, ma è ormai noto che chi tace acconsente… anche il tuo silenzio si può interpretare come un sì.
Tu alle 5 di stamattina, nel bel mezzo di un sogno che naturalmente non ricordo, hai deciso che io dovevo fare pipì. Aspettare un paio d’ore nooo? Era chiedere troppo? Evidentemente sì. Lei, la tua “socia”, esattamente nello stesso momento ha deciso che poteva vomitare… e certo, aggiungo io, sarebbe strano il contrario con tutte le schifezze che ingurgita durante la giornata. L’ultima volta il veterinario mi ha detto che in mezzo a carta, plastica, gomma, stoffa, legno e ferro ha incredibilmente trovato anche tracce di feci… Penso che avesse ormai perso le speranze.
Quindi io mi sono dovuta alzare, andare in bagno a fare la pipì poi, ero appena tornata a letto, quando ho sentito provenire dal piano di sotto dei rumori sinistri… e mio malgrado ho dovuto rialzarmi per scendere e cercare di capire cosa stava succedendo. E ho così scoperto che “palla di pelo” aveva mangiato l’ennesimo campo di erba e si era purificata, vomitando nei due angoli di pavimento appena al lato del tappeto. Capisci perché è importante non far passare troppo tempo per pulire? Perché se non lo fai, la putrida e infame macchia dall’indefinibile colore, si allarga e arriva a lambire gli angoli del nostro esclusivissimo tappeto made in Ikea, che io poi devo pulire, inventando nuove parolacce, con un fantastico detergente rumeno, che è anche l’unico che riesce ad eliminare quei terribili aloni giallo-verdognoli e a neutralizzare certi maleodoranti aromi.
Dopo questo intervallo in stile Cenerentola, ho pensato di poter di tornare a letto, speranzosa del fatto che sarei riuscita a riaddormentarmi. Povera illusa…
Tu a questo punto però hai deciso che dato che eri ormai sveglio, valeva la pena di nutrirsi… Nooo, dai, ma come si fa!… Se non sbaglio erano solo le 5 e mezza… Si ma evidentemente dalle tue parti c’è un altro fuso orario, perché tu hai cominciato a farmi gorgogliare la pancia come se non ingurgitassi cibo solido da sei mesi… con un rimbombo che sembrava provenire da una cisterna vuota, più che da uno stomaco umano. Io ho tentato di resistere stoicamente e ho cominciato a rigirarmi nervosamente nel letto, tentando di ignorare gli abominevoli rumori e il profondo eco provenienti dal mio stesso corpo. Per rilassarmi e rilassarti, ho anche preso la mano di papino (no, non l’ho staccata, stai sereno, è ancora al suo posto, gli ho solo disteso e forse allungato di qualche centimetro il braccio) e l’ho appoggiata sul ventre. Inutile e totalmente vano tentativo: tu con la pressione della sua mano, hai cominciato anche a provocare una serie di rutti che sembrava dovessi digerire la balena di Pinocchio, con tanto di Pinocchio e Geppetto dentro… Io ho allora finto di ignorare i rumori e per essere più credibile sono rimasta ad occhi chiusi. Ecco, è stato a questo punto che ho sentito chiari conati di vomito provenire dalla cucina… è ho capito che forse Heidi, con buona probabilità, si era mangiata qualcosa di diverso e di meno digeribile dell’erba della pianura padana… Senza possibilità alcuna di evitarlo, visti i ben riusciti tentativi di sabotaggio e gli attacchi provenienti da due fronti, ho deciso di rialzarmi e di abbandonare il caldo tepore del letto, per dirigermi verso la zona cucina, in modo da fare entrambe le cose: mangiare e pulire. Ma arrivata in fondo alle scale ho realizzato che la “piccola, povera, tenera” Heidi (se sta male va coccolata…) aveva vomitato succhi gastrici, con probabili tracce di sangue (delle quali a quell’ora è stato impossibile accertarsi, ma confido di verificare meglio il suo stato di salute durante la giornata), su tutto il pavimento, partendo da davanti al frigorifero fino ad arrivare alla televisione. Ora, noi non viviamo in una casa con dimensioni di una reggia, però ti assicuro che all’alba, quei pochi metri quadrati di pavimento lurido, mi sono sembrati grandi come un campo da calcio. Senza alcuna alternativa all’orizzonte, mi sono mio malgrado rassegnata all’idea di dover pulire, non considerando che il maleodorante liquido, mi avrebbe provocato un’incredibile e irrimediabile voglia di vomitare… Quindi, dopo essere andata in apnea e aver raccolto tutto... (hai già capito cosa, evitami ulteriori descrizioni) naturalmente protetta da guanti simil-chirurgo e munita di straccio e scopone, ho ripristinato il pavimento, rendendolo, non dico pulito, ma almeno riportandolo ad una condizione di suolo calpestabile. Ma non è finita qui. Poi è stato il tuo turno… Perché ci siamo forse dimenticati che avevi fame? Ma dico io, come fai ad avere il coraggio di mangiare dopo aver visto certe putride immagini e aver sentito dei disgustanti odori??? Ma come sei messo? Senti “beccati” un plum-cake senza glutine e taci, che per oggi hai già fatto il tuo…
Ma in tutto ciò la domanda sorge spontanea: cosa ha fatto “papino tuo” nel frattempo? Lui ha beatamente continuato a dormire, abbandonato fra le braccia di Morfeo, preoccupandosi solo di chiedermi, con voce impastata dal sonno “stai bene?” ogni volta che mi sentiva alzare. Sono assolutamente convinta che si sia riaddormentato prima di avere la risposta alla sua domanda. Solo pochi minuti fa, ho sentito un divertente “cieeeo”, provenire dalla camera da letto, dal quale ho capito che deve essere tornato fra noi.
Concludendo, per evitare spiacevoli problemi, mettiamoci d’accordo subito, sappi che tuo padre ed io amiamo entrambi dormire: andiamo a letto presto e ci svegliamo abbastanza presto, ma non alle 5 di mattina! Tuo padre per non essere offensivi, diciamo che è diversamente udente e non ha un udito finissimo quindi, anche quando sarai nato, difficilmente ti sentirà piangere o chiamare. Io, se perdo ore di sonno, divento intrattabile e dispettosa, sì caro, molto peggio del solito. Ragion per cui, ti consiglio vivamente di essere un bambino che ama dormire, che di notte provvede al “fai da te” e adotta sistemi di auto consolazione. Se non sarà così, temo che il nostro rapporto idilliaco finirà alle ore 20 di ogni sera per ricominciare alle 8 del mattino seguente. Ma qualsiasi cosa possa succedere fra di noi dopo quell’ora, ricordati sempre, che in ogni caso ti voglio bene.

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