Ho guardato il calendario ed ho appena realizzato che oggi per la scienza è l’ultimo giorno del nostro primo mese insieme. Ho passato i 3/4 di questo mese senza nemmeno sapere che tu c’eri e l’ultimo quarto a domandami come potevi realmente esserci. Domani entriamo nel secondo mese e sospirando penso e dico a voce alta “siamo a meno uno”… Non sai quanto vorrei che quel sospiro fosse di sollievo e non di timore, quanto vorrei essere avanti di due mesi… e non perché in questa condizione di donna incinta io ci stia male, anzi, tutt’altro. Ma la verità, tesoro mio, è che ho paura, tanta paura. Ovunque leggi che il primo trimestre è quello più importante, chiunque ti ripete che è il più rischioso ed io non ho bisogno di leggerlo e nemmeno di sentirmelo ripetere, lo so da sola, purtroppo, l’ho imparato fin troppo bene. Vorrei essere due mesi avanti e saperti molto più grande di un seme di mela, vorrei poterti pensare un pochino più forte di come in realtà tu sei ora. Vorrei poter sperare davvero di stringerti fra le braccia, alla fine di questo incredibile percorso insieme. Vorrei poterci credere e vorrei essere libera di comprarti le tutine senza avere il terrore, che quelle stesse tutine, si possano un dannato giorno trasformare in un sinonimo di un sogno svanito nel nulla, di un piccolo cuore che ha smesso di battere, di una vita che non c’è più. Vorrei tante cose piccolo mio, ma quello vorrei al di sopra di ogni altra, è riuscire a proteggerti, a difenderti, lo farei a qualsiasi costo anche al prezzo della mia vita. Forse diventare ed essere “Madre” vuol dire proprio questo: amare qualcuno indiscriminatamente, senza nemmeno conoscerlo, amarlo solo per il semplice fatto che è tuo figlio è che il frutto dell’amore che hai per suo padre. Ma per quante cose io abbia cominciato a fare per te e per quante altre io abbia già smesso di fare per te, il mio rammarico più grande è che non posso proteggerti e difenderti da tutto. Non posso barattare la mia vita con la tua, non ora almeno. Anche questo blog, ti sei mai chiesto perché ho deciso di farlo? É il mio modo di esorcizzare la paura, mi sembra quasi che scrivendoti ti rendo più reale e quindi più forte. Magari fosse così! Ma scrivere non serve a dare nuova forza a te e non so nemmeno se serva a darne un pochino di più a me…
La verità, tesoro mio, è che la tua mamma ha paura, ha tanta paura. Volevo dirtelo.
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