giovedì 18 febbraio 2010

Un lungo cammino

Ammetto che è piuttosto intrigante custodire nel proprio ventre un segreto che in pochi sappiamo e che da fuori ancora non si intuisce. Se da una parte non vedo l’ora di sfoggiare orgogliosa e fiera il mio pancione, dall’altra credo che questi momenti di complicità fra te e me, quando non potranno più esserci, mi mancheranno.
È strano sai, certe volte vorrei gridarlo al mondo intero che ci sei, vorrei tappezzare la città di cartelloni, magari luminosi, e girare con addosso una maglietta con sopra la scritta, a caratteri cubitali “baby a bordo”.
Altre invece, al contrario, vorrei che tuo padre ed io fossimo gli unici a saperlo, e vorrei che i pochi che sono a conoscenza della verità fossero improvvisamente colpiti da una forma non pericolosa di amnesia settoriale. Sinceramente nemmeno so se esiste qualcosa chiamato “amnesia settoriale…”.
Però fra le due cose, come spesso capita, il terzo gode e di solito infatti prevale il desiderio, del tutto comprensibile, di mantenere l’equilibrio e di dirlo solo a parenti e amici. Già, a volte non è semplice guardare in faccia le persone e mantenere la bocca chiusa, in certi giorni è dura non condividere questo momento bello e contemporaneamente difficile, con la mia famiglia e con le persone che mi vogliono bene. Perché lo faccio allora? Nessuno mi costringe, è stata una mia libera scelta, ragionata e consapevole. Mi serve a proteggere te e soprattutto me, dalle interferenze di chi, in assoluta buna fede, inizierebbe ad elargire inutili consigli non richiesti, e proferirebbe assurde “perle di saggezza”, che lasciano il tempo che trovano, perché ogni persona ha il suo carattere e il suo personalissimo modo di reagire, perché ogni gravidanza è una cosa a sé stante ed ogni figlio ha la sua storia ed è diverso da un altro. Ma non solo, mantenere il segreto mi serve per essere al riparo da sguardi compassionevoli e dalle domande indiscrete se qualcosa dovesse, dannatamente, non funzionare…
Sì, questa paura c’è, tesorino mio, mi dispiace dirtelo ma persiste e mi accompagna sempre, anche se vorrei che non fosse così, ogni giorno cresce insieme a te e non riesco a fare niente per evitarlo.
Capisco che ti sembri strano che non l’abbia detto proprio alla mia famiglia, a mia madre. Lo so, hai ragione è strano infatti, non posso negarlo. Vedi cucciolotto, qui fuori non sempre è tutto facile e tu sei ancora piccolo per capire certi strani e complicati meccanismi di noi “grandi”. Quella con la mia famiglia è una lunga storia di cui forse un giorno ti parlerò. Diciamo che oggi non abbiamo un brutto rapporto, la verità è che un rapporto non ce l’abbiamo proprio. Qualche mese fa è successo qualcosa che mi ha incredibilmente allontanata dai miei genitori. Io sinceramente speravo che le cose andassero in maniera diversa ma… decisamente non ero nel mio periodo fortunato. Non so come saranno le cose quando tu nascerai, non potevo nemmeno immaginare che saremmo un giorno stati in questa situazione che sembra davvero assurda. Spero davvero che tu possa conoscere i tuoi nonni ed apprezzare i loro lati buoni.
Ma il cammino è ancora molto lungo.

Nessun commento:

Posta un commento