mercoledì 31 marzo 2010

Fine 11esima settimana...

Siamo in dirittura di arrivo, il famigerato primo trimestre sta per finire.
A questo punto, tutte le tue parti dovrebbero essere ben formate e funzionanti, anche se sono ancora molto piccole e delicate.
Ormai si è conclusa la parte più critica dello sviluppo fetale e il resto della gravidanza è tutto impiegato per la rapida e costante crescita e maturazione di tutti i tuoi.
Anche se ancora non ti sento muovere, in questo periodo leggo che tu sei già molto attivo. Ora riesci ad aprire e chiudere i tuoi pugnetti e sei impegnato a muoverti e stirarti all’interno della mia pancia… ecco cosa sono i miei “rivoltoni” di stomaco, tu che ti diverti a fare le capriole!
Passiamo alle tue probabili dimensioni… come al solito fidiamoci il giusto…
Per qualcuno potresti essere lungo circa 4/6 centimetri e pesare fra gli 8 e i 14 grammi. La tua crescita è fenomenale e la tua lunghezza dovrebbe raddoppiare nelle prossime tre settimane circa.
Per qualcun altro all’inizio di questa settimana dovresti misurare fra i 21 e i 25 millimetri (mi sembri un po’ piccolino…) e alla fine di questa settimana dovresti raggiungere circa 44/51 millimetri e pesare 7 grammi.
Poi c’è addirittura chi ti stima lungo 7 centimetri… tanto che dice che potresti stare nel palmo di una mano.
Boh, come al solito noi prendiamo queste informazioni con le pinze, vero Tripita, tu solo sai quanto grande sei e quanto pesi… tutto il resto sono “chiacchiere e distintivo” come dice papino tuo.
Leggiamo ancora che la tua testa è la parte più grande e questo si è visto anche nell’ecografia, e consiste in circa metà della lunghezza totale del tuo corpicino.
Se la tua fronte viene stimolata sposti la testa (e secondo me mandi anche qualche accidente a chi ti disturba…).
Le tue palpebre sono completamente fuse e si stanno formando le iridi (chissà di che colore avrai gli occhi, se grigio/verdi come tuo padre o azzurri come i miei…).
Piccole radici dei denti iniziano a comparire sotto le tue gengive.
Le tue orecchie si spostano dal collo vicino alla testa (non sapevo avessi le orecchie vicine al collo, che impressione!).
Passiamo al resto.
A partire da questa settimana i tuoi organi cominciano a crescere in grandezza e a funzionare in maniera più efficiente.
Il palato e i polmoni sono completi.
I muscoli dell’apparato digerente funzionano.
La cistifellea secerne la bile, i genitali esterni sono ben definiti e il cervello ha l’organizzazione basilare che possiederà anche da adulto (se prendi da mamina ti assicuro che l’organizzazione del tuo prezioso cervello non sarà poi così basilare…).
Si stanno inoltre formando i follicoli piliferi, le unghie delle mani e dei piedi. A proposito di piedi, i tuoi sono ormai finiti e potrebbero stare sull’unghia di un adulto. (Riiicky, NO, i miei non stanno sull’unghia di un adulto, sono più grandi e hanno le dita…)
Le tue ossa iniziano a diventare più dure anche se la pelle rimane ancora sottile e trasparente.
I vasi sanguigni della placenta aumentano e ti forniscono i nutrienti e l’ossigeno necessari per una rapida crescita.
Dentro al tuo pancino si inizia a sviluppare l’intestino che è così lungo che potrebbe proseguire all’interno del cordone ombelicale, per poi ritornare al suo posto entro le settimane successive.
Ora sei perfettamente in grado di inghiottire e il tuo sistema urinario funziona perfettamente, tant’è vero che mi risulta che tu faccia “pipina” all’interno del liquido amniotico (meglio non pensarci) e questo liquido viene cambiato in continuazione (e per fortuna!)
In questi giorni svilupperai anche il diaframma e quindi potresti avere anche il singhiozzo (immaginarti col singhiozzo mi fa tenerezza…).
Ma la cosa più bella che ho letto è che dopo la fine di questa settimana si è abbastanza certi che non si svilupperanno anomalie congenite…

martedì 30 marzo 2010

Tu Winny Pooh

Ciao amorino,
come stai? Io nauseata, ovviamente, però c’è stata una cosa oggi che mi ha resa felice.
È tornata Jacqueline dall’Inghilterra e ti ha portato un regalo, il tuo primo regalo ricevuto da qualcuno diverso dalla tua mamma. E poi è un regalo straniero!!!
È una meravigliosa tutina a forma di Winny pooh, mi spiego, è una tutina in ciniglia gialla e rossa, tipici colori di Winny e ha il cappuccio… con ricamata sopra la faccina di Winny e con le orecchie sporgenti!!! Bellissimissima. Ci piace!
Non fare quella faccia, quando la vedrai piacerà anche a te. Sarai bellissimo lì dentro, già ti immagino a sgambettare con quei piedini morbidosi. E chissà quante foto che ti farò con quella magnifica tutina.
A proposito, preparati perché qualora non lo avessi ancora capito a mammina tua piace fare le foto, tante foto… per ora il suo soggetto preferito è Heidi, ma quando arriverai ci sarà posto anche per te. Ho già in mente un servizio fotografico stile “Anne Geddes”da farti nei primi giorni di vita, quando sei ancora tutto molleggiato e flessibile come la gomma… Nooo dai non preoccuparti, non ti rigiro come un calzino… però non vorrai togliermi il gusto di immortalarti in ogni espressione, in ogni istante, in ogni minuto della tua crescita? Pensa a quando sarai grande e leggerai queste mie parole e vedrai le centinaia di migliaia di foto che ti avrò scattato nel frattempo e ti renderai conto di quanto ti amo e ti ho amato da subito. Pensaci… ci stai pensando? Ma che fai ti metti a dormire mentre parlo? Come tuo padre e come Heidi? Ci manca solo che russi… Tripiiiita? Ma ci sei?... vabbè se tu dormi mi riposo un pochino anche io, forse ci fa bene. “Cieo”.

Il solito esagerato

La maggior parte delle donne incinta ha la nausea.
La maggioranza delle donne incinta che ha la nausea, soffre della tipica nausea mattutina.
Noi no. Noi non ci accontentiamo della nausea mattutina, non ci basta.
Noi vogliamo o tutto o niente.
Quindi noi abbiamo deciso di avere la nausea no-stop: 24 ore su 24, perché non ci vogliamo far mancare niente, perché ci piace esagerare, perché amiamo sempre essere al top.
Ne deduco che tu laggiù, piccolo inquilino del mio grembo, sei un tipo incontentabile, e vuoi sempre ottenere il massimo. Mi sembra di capire anche che non ami passare inosservato e senza dubbio, ti piace farti notare… e bisogna ammettere, che ci riesci molto bene.
Io che sono quella che ti circonda, che sta fuori di te… sto andando anche fuori di te/sta… ma questo non sembra minimamente preoccuparti. Devo pensare che sei un pochino egoista? Hmmm, se così fosse ho un’idea piuttosto chiara del parente da cui potresti aver preso… e la cosa non ci piaaace affatto!!!
Forse semplicemente non puoi fare a meno di creare tutte queste molestie alla tua mammina, che si arrabbia e si innervosisce col mondo e anche con te, a questo punto ingiustamente.
Ma tu credi che sia facile stare qui fuori e cercare di mangiare, per nutrirti, nonostante il mio stomaco si rifiuti di ingerire anche solo un bicchier d’acqua?
Guarda che la mamma sta facendo degli sforzi sovraumani e li fa per te.
Non dubitare mai dell’affetto che già nutro nei tuoi confronti, ogni cosa che faccio è per te, ogni mio gesto, in questo periodo, è dedicato solo a te.
Ricordatelo sempre Tripita mia.
Anche quando sarai fuori dalla mia pancia, anche quando sarai il protagonista assoluto e indiscusso dei miei milioni di servizi fotografici, anche quando ti stordirò di parole, facendoti rimpiangere di non essere “diversamente udente”, come tuo padre, anche quando ti chiederò mille volte al giorno se “m.v.b.” (mi vuoi bene…), in ogni momento, ricordati sempre che ho sopportato già un mese di nausea, mal di stomaco, pessima digestione, rutti, salivazione eccessiva, vomito e chi più ne ha, più ne metta. Io t.v.t.b.

lunedì 29 marzo 2010

Il "buco nudo"

Ho mangiato.
Sto già male.
Non ricordo più da quanto tempo non faccio un pasto completo, normale e decente.
Non ricordo più da quando non mangio con gusto.
Mentre io mi lamento… tu che fai? Sguazzi? Quanto sarai diventato grande e bello ormai? Mi piacerebbe vederti, lo ammetto.
Secondo me ti stai dedicando a costruire il “buco nudo” ovvero la fantastica fossetta che tuo padre ha in mezzo al mento e che io voglio anche su di te, nella maniera più assoluta!
Ti spiego bene che cos’è così capisci a cosa mi riferisco. Scientificamente viene definita come una “...fossetta mentale, piú o meno profonda, dovuta alla presenza, sulla linea mediana, di una lamella fibroelastica che si estende dalla sinfisi del mento alla faccia profonda della cute.” Ora, sinceramente io non so cosa sia la “sinfisi” e non credo lo sappia nemmeno tu, ma a noi poco interessa il significato della parola, ciò che davvero importa è che tu abbia quella meravigliosa fossetta che è anche il marchio di fabbrica della famiglia di tuo padre, quindi rassegnati, non puoi non averla anche tu.
Sono certa che a questo punto tu starai pensando che si tratta “solo” di un banalissimo avvallamento sul mento... e ti starai chiedendo che razza di turba mentale può avere una persona per adorare una semplice fossetta…
Ma é qui che ti sbagli, é proprio in questo momento che stai commettendo il primo grave errore: sottovalutare quello che io ho definito in maniera divertente il “buco nudo”, semplificare qualcosa che é molto di più di un semplice avvallamento della cute.
Ti sei fermato al primo sguardo senza soffermarti a notare le mille sfumature, i dettagli e le differenze che fanno la differenza. Il “buco nudo” ovvero, quel piccolo avvallamento presente sul mento di alcune persone, ahimè non di tutte, può avere forma e dimensione diversa, è una caratteristica assolutamente personale e spesso identifica i membri della stessa famiglia, come nel caso di tuo padre: lui l’ha ereditato da suo padre (e tu devi ereditarlo da lui!).
Il “buco nudo” chi ce l’ha a volte lo ignora, spesso lo detesta ma chi non ce l’ha, lo nota, lo ammira, lo invidia, lo anela, lo scruta e molto probabilmente, dopo tutto ciò, lo ama.
Ma perché “nudo”? Ti starai chiedendo giustamente tu.
Dunque, per spiegare l’origine di questa mia personale definizione, bisogna fare un passo indietro e raccontare come é avvenuto il mio incontro ravvicinato con il “buco nudo”.
Le fossette mi sono sempre piaciute, fin da quando ero piccola: non solo quella sul mento, anche quelle sulle guance. Crescendo poi mi sono soffermata su altri particolari del corpo umano e diciamo che ho temporaneamente accantonato i piaceri del “buco” (e mi raccomando non fraintendere, sai benissimo a cosa mi sto riferendo…).
In un primo momento anche io, come tutti, non mi sono davvero soffermata con scientifica attenzione a studiare quelli che potrei definire i “piaceri del buco”.
Anche perché, ammettiamolo, é già un compito piuttosto arduo trovare un compagno che realmente ci attrae, ancora più difficile è riuscire ad essere contemporaneamente ricambiati in questa attrazione, e sono certa che capisci anche tu che non si possono fare degli scarti solo perché il nostro oggetto del desiderio non ha il buco nudo!!!
Diciamo che in genere non amo considerarlo un dettaglio, anche perché come avrai già capito, un dettaglio non é, ma bisogna ammettere che é un particolare del quale si può anche fare a meno, almeno fino a quando non si sono provati i profondi e reali piaceri del buco...
Ma andiamo per gradi.
Dicevo che negli anni avevo sottovalutato l’importanza del buco ed avevo rivolto le mie attenzioni sui classici occhi, naso, mani... etc etc...
Poi però, dopo aver incontrato tuo padre e il suo “buco nudo”, nulla ha più avuto lo stesso sapore e il “buco nudo” è diventato un elemento portante.
Nel caso specifico bisogna dire che la sua è una fantastica sensualissima fossetta. Una fossetta direi perfetta, una di quelle alle quali possiamo tranquillamente dare un dieci e lode.
Ed é stato guardando il suo mento, una mattina, in bagno, con la barba appena fatta ed il rasoio ancora in mano che ho esclamato per la prima volta “...il buco nudo!!!”
Così é nata questa definizione forse un po’ particolare e di certo un po’ naif: “nudo”, ovvero perfettamente rasato, allo scoperto, morbido e profumato, messo a nudo.
Fino a quel momento anche per me era stata una fossetta sul mento, ma da allora si é definitivamente trasformato nel “buco nudo”.
Da quel giorno tutto é cambiato nella mia vita e nulla é stato come prima per me. In ogni persona che ho incrociato, in ogni viso che ho guardato, in ogni mento che ho visto, ho cercato e scrutato il buco. A poco a poco ho iniziato a notare le piccole differenze di forma, di colore, di dimensione, di posizione.
Ho scoperto che il buco nudo non solo c’é o non c’é, ma ce ne sono mille varietà.
Il buco nudo può essere più o meno grande, tondo o allungato, appena accennato o ben definito, centrato o basso, simmetrico o asimettrico.
Il buco nudo é indubbiamente nella maggior parte dei casi un elemento di bellezza, di fascino, ma come sempre, ci sono eccezioni che confermano la regola.
Il buco nudo, per essere perfetto, a mio parere, deve essere tondo, in posizione centrale, simmetrica, ben definito ma non come se fosse una cicatrice nel mento e deve essere circondato da un morbido cuscinetto tanto che baciarlo diventa un piccolo momento di estasi.
Possiamo dire che di buchi nudi in giro ce ne sono ma, nel corso della propria vita non é affatto facile incontrare un bel buco nudo.
Quelli allungati tendono ad avere una somiglianza un po’ troppo accennata con il sedere umano... se sono troppo evidenti sembrano più una cicatrice di guerra che un simbolo di bellezza, quelli appena accennati sembrano una piega dovuta ad un errata posizione della faccia sul cuscino... per non parlare della simmetria della posizione che é fondamentale per raggiungere un dieci e lode! Insomma mi sembra evidente che gli elementi che concorrono per poter definire perfetto un buco nudo sono tanti.
Quindi tu hai il tuo bel lavoro da fare, anche se sei fortunato perché parti avvantaggiato: quello di tuo padre come abbiamo più volte detto è perfetto, quindi basta che guardi il suo!
Mentre tu lavori io mastico una fantastica chewing gum anti nausea, sperando che faccia effetto in tempo. Se tu laggiù nel frattempo cercassi di stare fermino forse le cose migliorerebbero un po’ quassù, che dici, si può fare?
Non mi sembri convintissimo anche se per me vale la regola: silenzio assenso!

Calma apparente

Oggi ho cercato di avere tempi più rilassati. Mi sono svegliata alle 4… non riuscivo più a riaddormentarmi, mi sono girata e rigirata nel letto per oltre mezz’ora, senza pace.
Poi, nella penombra ho visto la spalla di Ricky… la “mia spalla”, quella sulla quale adoro dormire. Morbidamente appoggiata sulla sua spalla destra, tranquillizzata dal suo abbraccio e dal suo odore mi sono rilassata e in pochi minuti mi sono finalmente riaddormentata.
Ho riaperto gli occhi quando già la radiosveglia ci ricordava che era ora di alzarsi. Io però me la sono presa comoda. Ora sto cercando di godere di questo stato di calma apparente. In lontananza percepisco la nausea, ma fingo di non accorgermene e penso: magari se la ignoro si sente trascurata e se ne va…

domenica 28 marzo 2010

Primo giorno al mare

Superfluo dirti che sono stati due giorni intensi.
Il mio stato di malessere continuo e costante mi rende particolarmente nervosa e purtroppo crea forti tensioni fra me e tuo padre…
Questo era anche l’ultimo fine settimana che lui non lavora. Giovedì apre Mirabilandia e parte la rumba dell’estate.
Tanti programmi, troppi malesseri e tensioni per avere voglia di portarli a termine. Ma non importa.
Oggi pomeriggio siamo riusciti ad andare al mare un’oretta: la tua prima volta al mare.
Più tardi ci siamo rilassati un pochino al parco con Heidi, che devo ammettere è stata davvero bravissima e poi siamo andati a fare un giro a Riccione io e papà.
Finalmente soli, senza “Sole nero” a dividerci. Come cos’è Sole nero? Sole nero è il soprannome di Heidi, perché dico sempre che illumina e riscalda anche le giornate più fredde e più buie. Di solito adoro andare a fare una passeggiata con lei e tuo padre, tutti insieme, fa “famiglia” come dico sempre, però oggi ho bisogno di tranquillità, di rilassarmi senza dovermi preoccupare di qualcun altro, per questo ho preferito lasciarla a casa, tanto si era divertita al parco prima.
In questi giorni ho esaurito la pazienza anche per lei, non sopporto nemmeno la mia faccia riflessa nello specchio…
Ora ho cenato… purtroppo e cominciano i malesseri della digestione.
Mi sono stesa sul letto per cercare di non vomitare tutto.
È dura ma so che questo tu già lo sai.
Domani inizia una nuova settimana.
Speriamo solo che sia meno pesante e burrascosa di quella che è appena finita.
Di sicuro avremo un’ora in più di luce visto che da questo week end è partita l’ora legale.
Un pensiero improvvisamente mi sfiora e mi rasserena: quando tornerà l’ora solare tu dovresti essere già arrivato…
La prossima volta che sposteremo le lancette degli orologi tu sarai in braccio a noi. Arriva presto, tesorino, ti aspettiamo.

Spasmodico risveglio

Sapevo che prima o poi sarebbe capitato e temevo il momento in cui sarebbe successo.
Oggi è arrivato quel momento.
Il mio stomaco era ancora vuoto e tu già bramoso di farmi vomitare, così sei andato a scavare sempre più in fondo, con spasmi e sussulti che mi hanno spaccata a metà, e fino a quando non hai trovato i succhi gastrici non ti sei dato pace, non ti sei rassegnato.
E hai tirato fuori quelli.
Ora non c’è davvero più niente. Resta solo la gola che brucia e tanta, tanta stanchezza e senso di impotenza.
Buona domenica Tripita.

sabato 27 marzo 2010

Un sabato bestiale

Sono veramente esausta.
Dopo aver iniziato la giornata vomitando, ho continuato tutto il tempo perseguitata dalla nausea e dal mal di stomaco, ininterrottamente, senza tregua, senza respiro.
E come se tutto ciò non fosse sufficiente ho un’autonomia di 40 minuti senza dover andare in bagno.
In certo momenti darei le testate nel muro. Oggi è uno di quei momenti.
Non so più come fare. Sono davvero demoralizzata, mi viene anche da piangere.
Comincio a detestare e temere il momento del pasto, ormai sinonimo di tormento prima, durante e dopo.
Inizia ad essere stanca e a dubitare di avere ancora abbastanza forza per riuscire a resistere.
Un mese così è davvero umanamente troppo…
Passo il tempo masticando chewing gum anti nausea e tentando di autoconvincermi che se resisto forse passerà.
Cerco di fissare la mia attenzione sull’obiettivo finale, la cosa che ho più voluto, un figlio, tu.
Ma sapere che in fondo al tunnel ci sei tu ad aspettarmi non è più una spinta sufficiente per riuscire a farmi resistere senza crollare.
Penso di essere arrivata al limite, forse dovrei alzare la mano e chiedere aiuto, nel frattempo aiutami tu, te lo chiedo per favore... dammi almeno qualche ora di pace…

Figli si nasce, genitori si diventa

Nonostante il mio tempestivo tentativo di stoppare il vuoto di stomaco mattutino, abbiamo iniziato la giornata e il week end con una vomitata… Tutto sommato, dopo essermi liberata, ora devo ammettere che non sto nemmeno troppo male, ho tentato di inghiottire qualcosa di diverso e ora sono pronta per nuove ed entusiasmanti avventure.
Tu come stai? Questa assenza di segnali e risposte da parte tua, sebbene sia assolutamente normale a questo punto della gravidanza, mi inquieta.
Il guaio è che prima di tornare a vederti, devono passare almeno altri dieci giorni… e poi non è nemmeno detto. Sono ancora qui che mi interrogo sulla villo centesi… teoricamente abbiamo appuntamento per il 7 aprile ma io sono terrorizzata. No, non dal dolore fisico, quella è la minore delle mie preoccupazioni, essere madri ti cambia da subito e non è per me che sono in ansia, io sono già passata in un piano secondario, stupidino, ma è per te che sono preoccupata, mi spaventa l’idea che qualcosa possa andare male, che per la nostra brama di essere certi che tu sia sano e stia bene, possiamo provocare il peggio, l’irreparabile (il mio solito pessimismo…).
Stavo prendendo in esame altri tipi di accertamenti, meno invasivi e pertanto meno pericolosi per te. Uff, non so davvero cosa fare… Queste sono le prime decisioni/responsabilità genitoriali che, tuo padre ed io, ci troviamo ad affrontare… e sai che non è per niente facile essere genitori? Io conosco tutto del tuo ruolo di figlio. Sono nata figlia poco meno di 40 anni fa, quindi ho fatto un bel po’ di esperienza. I genitori ho avuto modo di vederli, di osservarli da vicino, quotidianamente, ma questa è un esperienza che più di tanto non ti aiuta, e quando è il tuo turno è tutto da sperimentare. È da ieri che sto qui a lambiccarmi il cervello per capire cosa sia più giusto o almeno meno sbagliato… ma non sono arrivata a nessuna conclusione. Cambio idea ogni quarto d’ora… Speravo che la notte portasse consiglio, invece, ha portato solo il vomito… Dai su, impegnati, e aiutami tu a capire che dobbiamo fare!

venerdì 26 marzo 2010

Il nostro soldatino

Settanduesimo giorno insieme: poco più di un quarto, poco meno di un terzo del tempo che tu resterai mio gradito ospite.
Fin qui, ci siamo arrivati, con fastidi, molestie, ansie, paure, timori, speranze, gioie, desideri, previsioni, curiosità, attese, dubbi, incertezze, e poche, pochissime certezze.
Ma insieme a questo frullato di sensazioni, emozioni e sentimenti, siamo comunque arrivati fin qui. A volte stanchi, in alcuni momenti un po’ acciaccati, a tratti zoppicando, ma siamo riusciti a fare il primo importante, fondamentale, giro di boa.
Da qui in avanti è tutto nuovo, tutto sconosciuto, tutto diverso da prima, tutto senza precedenti e non so più che cosa aspettarmi.
Ti ho detto che mi sento nel limbo… comincio a capire perché.
Non posso fare niente, posso solo restare in stand by.
Vorrei poter cominciare a preparare la tua cameretta, ma so che è troppo presto, vorrei comprarti vestitini e tutine, non una ogni tanto, come a volte faccio, intendo proprio farti il guardaroba, ma anche questo sarebbe prematuro, vorrei davvero andare in giro a scegliere la tua carrozzina, la tua culla, il tuo lettino… ma non è ancora arrivato il momento.
Posso solo stare qui e attendere, continuando a fantasticare su quello che spero che sia, su quello che potrebbe essere.
Capisci che non è facile? So che tu sei dentro di me, che stai crescendo, non sei un sogno, una speranza, un’illusione, sei reale e poco più di una settimana fa, ti abbiamo visto, vivo e vitale.
Come ha detto tuo padre stamattina, ora dovresti essere grande all’incirca come un soldatino… un soldatino che sta lottando con tutte le sue forze, aggiungo io.
Ma nonostante tutto, nonostante quella foto sfocata, che ti rappresenta e che sta chiusa in una cartellina blu e rosa, non posso ancora lasciarmi andare pienamente alla gioia che tu esisti: mi sento e sono bloccata, con le mani legate.
E in mezzo a questo mare ogni tanto, la paura che qualcosa non vada bene, prende forma e arriva come un’onda, la vedi in lontananza, cresce e si alimenta ad ogni metro. Si avvicina rapidamente, sempre più grande, sempre più forte, sempre più alta… e inghiottisce tutto, sommerge, copre, nasconde e annega, ogni sensazione, ogni emozione,ogni sentimento.
Quando l’onda si appiattisce sulla riva, dopo aver scaricato la sua violenza, nulla è come prima, il panorama che appare è cambiato, più spoglio.
C’è solo una cosa che forse, spero, sia rimasta la stessa: il nostro soldatino, vivo e vitale, che lotta per vedere la luce.

giovedì 25 marzo 2010

Ed è di nuovo nausea...

Ciao, prima di tutto ti dico che al contrario delle mie nefaste previsioni c’è il sole, ma… c’è anche un bel ritorno di nausea… Ufff… non è possibile!
Oggi ho ricominciato a “ciccare” le chewing gum anti- nausea… speravo di aver chiuso questo capitolo e d i chiudere presto anche quello “digestione bloccata” e “peso sullo stomaco” e invece mi sbagliavo, abbiamo fatto un passo indietro come i gamberi.
Per il resto come va? Come ieri direi. Niente di nuovo all’orizzonte.
Cerco di non morire di noia e di fare qualcosa di interessante che tenga impegnato sia il corpo che la mente. Ho detto cerco… non ho detto che ci riesco.
Ora mi sa che mi stendo sul divano e mi abbandono alla braccia di Morfeo per un’oretta.
Quindi tu vedi di non essere troppo molesto.
P.s. Ho fatto gli auguri di buon compleanno da parte tua a zia Ylenia…

mercoledì 24 marzo 2010

Black out

Huy huy huy… traduzione spagnola dell’italianissimo ahi ahi ahi… Ti spiego, perché solo con questa esclamazione non puoi certo capire…
Oggi sono stata a Ravenna dai miei genitori nonché tuoi nonni, e già lì il mio umore non era dei migliori. Non so se dipenda dall’età o se sia proprio il loro carattere (ho vissuto lì fino a tre anni fa, ma devo aver rimosso…), ma urlano, sono nervosissimi, discutono per ogni banalità… credimi che riuscire a restare lì mantenendo uno stato di calma, è difficile. Così, subito dopo pranzo, nell’ora in cui di solito cedo il passo alla pennichella, ho deciso di fare dietro front e sono ritornata a casa.
Ma il mio umore non è migliorato, anzi, quando lungo la strada mi sono trovata letteralmente sommersa da una fitta nebbia, c’è stato un rapidissimo e netto peggioramento.
Con il passare delle ore la situazione e rimasta costante ovvero… sono in down.
Perché? Ma chi lo sa tesorino mio, mi piace pensare che siano quei famosi sbalzi di umore che “perseguitano” e accompagnano la gravidanza e di cui tutti parlano… ma questa, tutto sommato, è l’ipotesi migliore.
In realtà è passata una settimana da quando ho sentito il tuo cuore battere… e tu sai bene quali pensieri mi frullino in testa già da un paio di giorni…
E poi… questa primavera che sto desiderando e che tarda ad arrivare, prolungando un inverno che è stato infinitamente lungo ed esageratamente rigido… in pratica non se ne può più.
Considera anche che da quando sono rientrata a casa il bambino dei vicini, un treenne dal quale spero tu non prenderai esempio, non ha smesso un secondo di saltare, correre ed emettere mostruose urla ad una frequenza che non credevo fosse raggiungibile dalla voce umana… Praticamente un incubo… e Heidi naturalmente nel frattempo ringhia innervosita poiché non riesce a capire che razza di animale possa fare dei versi simili… (tranquilla Heidi, nemmeno io lo capisco…)
Aggiungi che vorrei fare qualcosa, ma non so nemmeno io cosa e ultimamente ammetto che mi sto annoiando e questo non va bene.
Mi guardo attorno, ovunque vedo il disastro, 1000 cose da fare, 1000 cose iniziate da finire, 1000 cose da mettere a posto… e nessuna voglia di cominciare a fare anche solo una di queste cose. Direi evidente stato di apatia mentale e fisica…
Sono in attesa… no, non intendevo in gravidanza… cioè, lo sono, ma quello che volevo dire è che mi sento in attesa di qualcosa, ma non so nemmeno io di cosa, mi sembra di essere in un limbo… un limbo noioso però.
Quando ho pensato al titolo di questo post mi è venuto in mente “black out” e credo che renda l’idea.
Sei preoccupato? Nooo, non ne vale la pena, passerà, così com’è venuto se ne andrà. Magari già domani, se c’è il sole… anche se il mio costante pessimismo ha la netta percezione che il sole domani non ci sarà…
Che si fa allora? Beh, si accende la luce e si prova ad inventarsi qualcosa per illuminare questo dannatissimo black out…
Tu però vedi di impegnarti e di darmi una mano, perché io da sola non ce la faccio!

Decima settimana

Eccoci appena dentro alla decima settimana: siamo ad un quarto della gestazione e sta per concludersi il periodo più delicato e maggiormente a rischio di aborto.
A questo punto dovresti essere lungo circa 3 centimetri e tutti gli organi ed i tessuti, che si sono formati nelle settimane precedenti, sono pronti a crescere e a maturare per raggiungere il traguardo dei 9 mesi.
Non assomigli più ad un girino ma sei, in tutto e per tutto, un piccolo essere umano in miniatura e adesso per te è giunto il momento di iniziare a guadagnare peso.
Ti muovi tantissimo ma sei ancora troppo piccolo perché io riesca a sentirti… peccato!
Il tuo faccino alla decima settimana ha un aspetto inconfondibilmente umano… sia le orecchie che la parte superiore della bocca, sono completamente formati. I denti e il senso del gusto si sviluppano proprio in questa periodo.
Il tuo cervello non è da meno e sta crescendo vertiginosamente, ed è incredibile sapere che nuovi neuroni vengono prodotti al ritmo di un quarto di milione ogni minuto!!!
Anche le fattezze del tuo corpo sono state totalmente stabilite. Le giunture sono completamente formate, le dita e i pollici che erano come palmati la scorsa settimana, ora sono finalmente separati. A questa età leggo che saresti già in grado di afferrare un oggetto, se ti fosse messo in mano, e più cresci, più diventi sensibile al contatto.
Lo sviluppo del cuore si completa in questa settimana e comincia l’attività respiratoria (“respiri” liquido amniotico).
La placenta a cui sei attaccato, comincia a produrre progesterone in un processo che si completerà verso la 14esima settimana.
I genitali esterni non sono ancora apparsi, e potrebbero diventare visibili dalla 11° settimana. Se sei un maschio, i tuoi testicoli però hanno già iniziato a produrre l’ormone maschile, testosterone. Inoltre a quanto pare inizi a fare la pipì.
Ora sono diventata un bagno ad uso esclusivo tuo… ma ti amo lo stesso…
Credo si chiami spirito materno!

Nervosismo

Se prendi il mio nervosismo e lo stress di tuo padre e li sommi in una pericolosa equazione, come risultato avrai la serata di ieri.
Io ero indubbiamente nel pieno di un delirio di onnipotenza ed ero stata colta da un’inconfondibile crisi di iperprotettività nei tuoi confronti e lui, già stanco dopo una giornata sicuramente pesante e impegnativa, si è sentito prematuramente e ingiustamente minacciato nel suo ruolo di futuro padre.
Conseguenze?
La discussione dell’assurdo a cui hai assistito ieri sera e la notte agitata e piena di incubi che ne è seguita e che hai, tuo malgrado, subìto.
Detesto andare a letto dopo aver discusso con tuo padre, lo avrei voluto svegliare nel cuore della notte per dirgli “scusa ho sbagliato”, non l’ho fatto, ma è stata la prima cosa che gli ho detto stamattina, aprendogli forzatamente un occhio.
Io so bene che lui sarà un bravo padre, sono sincera nel dirti che non ho il minimo dubbio su questo, e anche ciò che oggi non sa sui neonati lo imparerà in un battibaleno è sarà addirittura più bravo di quanto potrò essere io. Me lo ha dimostrato più volte, in questi anni passati insieme quanto lui sia in grado di stupirmi con gesti inaspettati, quanto sia bravo a superare i suoi limiti, quanto sia presente e affettuoso, quanto sia in grado di imparare in fredda se solo gli interessa farlo.
Ho meno dubbi su di lui come padre che su di me come madre… e questo tu, piccolino, lo sai bene.
Le necessità fisiche di un neonato che forse io, per precedenti esperienze e contatti, conosco meglio di lui, non sono un passaporto per accedere al mondo dei bravi genitori… e questo io lo so bene.
La depressione post-partum, che spesso colpisce le donne che sono appena diventate madri, è uno dei miei più grandi timori, e questo tuo padre lo sa bene.
Ognuno di noi sa certe cose, ma spesso, nel pieno della nostra quotidianità, purtroppo ci dimentichiamo di ciò che invece, sanno gli altri.
C’è una cosa che scritto molti mesi fa, quando tu eri ancora solo un desiderio irrealizzato, tuo padre l’ha già letta e sono certa che non l’ha dimenticata, ma voglio riscrivergliela qui, per fare capire a te cosa davvero penso di lui come padre e per chiedere a lui ancora una volta, scusa.

A tuo padre

Vorrei renderti padre, vorrei essere la madre di tuo figlio,
vorrei ritrovare in quella piccola vita le tue caratteristiche,
e riconoscere in lui o in lei quello che amo di te.

Vorrei scoprire mentre cresce in cosa ti assomiglia,
e vorrei che tu gli trasmettessi le tue passioni, le tue conoscenze.

Ti immagino: tu padre… tu bimbo e uomo allo stesso tempo…
Mi sembra di vedervi mentre giocate insieme,
due bambini: uno padre e l’altro figlio…

Ti vedo, tu così affettuoso e rassicurante come solo tu sai essere…
Tu protettivo e determinato come solo un padre, come solo tu, sai essere…

Mi sembra di vederti con tuo figlio in braccio, leggero come se fosse una piuma,
forse impacciato ma mai insicuro, forse spaventato ma di certo felice.

Vorrei guardarti mentre lo sostieni, mentre lo accompagni,
vorrei spiarti mentre lo consoli, mentre lo incoraggi.

É con te al mio fianco che vorrei essere genitore,
è accanto a te che vorrei crescere nostro figlio.

Vorrei essere madre, vorrei che fossi tu il padre di mio figlio,
perché è con te che vorrei diventare io madre!

martedì 23 marzo 2010

Momento di tristezza

Non c’è nessuna ragione e ce ne sono tante, le risposte vanno bene entrambe per spiegare questo mio momento di tristezza.
Sono qui che aspetto Ricky e Heidi che sono andati a correre e nel frattempo mi fermo a pensare alla giornata di oggi, a quella di ieri… e la malinconia mi assale.
Il tempo grigio e uggioso, come ho detto più volte, non aiuta… ma il sole potrebbe migliorare ma non spazzare via questo mio stato d’animo.
Forse gli ormoni sono la causa dei miei sbalzi d’umore… può essere ma chi può dirlo.
Di certo questo stato di malessere costante e perenne diventa ogni giorno più pesante da sopportare, più difficile da gestire.
Sicuramente scontrarmi con la permalosità e le manie di persecuzione delle “nonnette” del parco, non aiuta e nemmeno gestire oltre ai miei problemi anche quelli degli altri aiuta…
Ovviamente gli attacchi del “sabotatore” di ottimismo… sono un buon fertilizzante per la tristezza.
Come vedi Tripita abbiamo un bel ventaglio di possibilità che possono ampiamente giustificare questo mio attimo di smarrimento.
Nel frattempo ti ringrazio perché tutto sommato devo dire che ieri e oggi hai evitato di provocarmi la fastidiosa nausea. Per ora gli altri molesti sintomi restano ancora tutti e ci sono ancora buoni margini di miglioramento, ma confido in te.

Perchè l'ottimismo svanisce?

Perché l’ottimismo improvvisamente svanisce e come una bolla di sapone, si rompe in un semplice “puff”, lasciando il posto a mostruose paure che inghiottiscono tutto?
Forse perché quell’ottimismo non era poi così forte, forse perché io sono pessimista di natura, forse perché qualcuno improvvisamente, ha sentito l’irrefrenabile bisogno di ricordarmi che tutto può succedere e che nemmeno al sesto mese potrò stare tranquilla.
Proprio così, oggi mentre io continuavo ad accarezzare la mia meravigliosa panciotta e mentre ingenuamente cullavo nella mia mente il sogno di diventare madre, c’è stato chi si è sentito investito del diritto e del dovere di dirmi che il peggio è sempre in agguato dietro l’angolo, facendomi presente che i bambini si perdono anche dopo la fine del terzo mese di gravidanza e ricordandomi che un aborto subìto e non voluto, non è una garanzia di successo per una seconda gravidanza… E qualora non fosse stato sufficiente, ha anche aggiunto che perdere un figlio è un evento naturale della vita e bisogna prepararsi a viverlo con serenità.
Forse chi lo ha detto voleva semplicemente farmi restare con i piedi per terra e questo era il suo goffo tentativo di non lasciare spazio alle mie illusioni.
Ma chi me lo ha detto non ha figli e per quanto ne so io, non è ne ha nemmeno mai avuti in cammino e non può davvero capire di che cosa sta parlando.
Quando sai che nel tuo ventre o in quello della tua compagna sta crescendo il figlio tuo e della persona che ami e che hai scelto, quando lo vedi muoversi, quando senti il suo cuore che batte, quando noti la rotondità di quella pancia che lo protegge… non puoi non illuderti, non puoi restare con i piedi per terra… è carne della tua carne, è sangue del tuo sangue e già parte di te, è già tuo figlio e già lo ami.
Certo, è tutto vero, ci sono donne che perdono i figli anche al sesto mese, ci sono donne che subiscono più aborti prima di diventare madri e donne che madri non lo diventeranno mai. È tutto dannatamente e mostruosamente vero, ma io voglio crederci, io devo crederci, per te, per me e per tuo padre.
Quale istinto sadico ha spinto questa persona, oggi, a ricordarmi che sto camminando su un terreno minato? Saperlo dovrebbe forse aiutarmi? Sentire elencate tutte le cose brutte che sono capitate ad amici e conoscenti, potrebbe farmi stare meglio? Davvero chi lo dice è convinto che così, se dovesse capitare il peggio io soffrirei di meno, perché mi sarei già abituata all’idea?
Davvero è possibile credere che ad un’idea del genere ci si possa abituare?
La perdita di un figlio non è un evento naturale della vita, non ci si può abituare e rassegnare a cose del genere, non è possibile riuscire a prepararsi e vivere un lutto così devastante e profondo, con serenità.
Un figlio, dal primo momento che esiste quando ancora è solo un gruppetto di cellule, è comunque tuo figlio e lo sarà per sempre.
Ma questo tu, che vivi nel tuo mondo, fatto di case, di divani in pelle e di carriera, non puoi capirlo, è troppo lontano dalla tua natura, troppo diverso dalla tua realtà, incompatibile con le tue esigenze.
Allora per favore, non parlare di ciò che non conosci, di ciò che non puoi comprendere. Resta nel tuo mondo di cristallo e lasciami vivere in pace i miei sogni e le mie illusioni.
Lasciami la libertà di sperare e di essere ottimista, per una volta. Grazie.

I giorni passano

I giorni passano e la mia pancia che cresce me lo ricorda.
I giorni passano, li vedo scorrere sul calendario e penso che ogni giorno è una conquista. Usciremo dal terzo mese e tireremo un bel sospiro di sollievo, papà, io e anche tu.
Non manca poi così tanto anche se a volte mi sembra un tempo infinito, eterno.
Nel frattempo continuo a rivedere nei miei occhi l’immagine di quel lombrichino impazzito che si agita dentro la mia pancia, senza che io me ne accorga.
Che emozione! La rivivo ogni volta che la ricordo.
I giorni passano e cerco di raccontarti quotidianamente quella che è la nostra vita qui fuori, cerco di dirti quello che ti aspetta. Ma le cose da dire sono davvero tante, non è facile fare una cronaca dettagliata e spesso alcune rimangono nella mia mente e mi dimentico di aggiornarti.
Oggi pensavo di raccontarti un po’ di quelle cose che in questi mese e mezzo mi sono sfuggite.
Per esempio una volta, circa un mese fa, ho fatto un sogno in cui tu nascevi, eri un bel maschietto, ma noi non avevamo ancora scelto un nome per te. Terribile! Ti guardavo e non sapevo come chiamarti!!! Mi sono svegliata con l’ansia da nome… e a dire la verità un po’ ancora ce l’ho.
E poi mi sono dimenticata di dirti che papino ha preparato il primo c.d. dedicato a te. Me lo ha dato l’altro pomeriggio in macchina… dopo che abbiamo sentito il “tun tun” forte e chiaro del tuo cuoricino.
Papino non sbaglia mai un colpo. Riesce sempre a stupirmi!!!
Che dire ancora? Mi sono dimenticata di aggiornarti sul fatto che ora tutti i tuoi nonni e parte dei tuoi zii, sanno di te. Perché solo una parte dei tuoi zii? Perché li abbiamo selezionati… No, diciamo che è stato il caso che a volte ci ha portato a svelare il mistero…
Hmmm, pensavo se ci sono altre cose che non ti ho raccontato… Ah beh, sì, che il giorno della festa del papà, il 19 marzo, ho fatto gli auguri da parte tua a papino, ma lui mi ha fatto notare che ancora non è davvero papà. A quel punto io gli ho detto che se noi siamo 3 e un po’ (ricordi, la terza è Heidi e il po’ sei tu), allora lui è un po’ papà e l’ho ribattezzato “po’ppapino”.
Comunque lui è pignolo perché papà lo è già. E tu sei fortunato ad avere un papà così.

lunedì 22 marzo 2010

Cambiamenti

Mi guardo e con stupore mi scopro improvvisamente cambiata.
In realtà non mi sono accorta di quando è successo, ma ad un certo punto ieri, guardandomi, mi sono scoperta diversa. Giovedì scorso quando abbiamo fatto l’ecografia ricordo perfettamente che non ero così, è capitato improvvisamente, il mio corpo si è modificato sotto i miei occhi, senza che io nemmeno me ne rendessi conto.
La mia pancia non è mai stata piatta, come quelle che si vedono in bella mostra sulle copertine patinate. Non lo era nemmeno quando pesavo 10 kili di meno, forse perché ho sempre bevuto molto latte, o forse per costituzione, non saprei dire.
Ma ora è un’altra cosa, è diversa, è meravigliosamente tonda, con la pelle tesa e dura come se fosse un tamburo. Se uno non lo sa, non lo nota, ma ad un occhio attento, questa leggera rotondità non passerebbe inosservata.
Finalmente comincia a vedersi che ci sei, piccolo scatenato che mi fai vivere ogni pasto come un incubo! Continua a crescere, che mamma e papà ti aspettano.

Abbiamo un problema

Abbiamo un problema.
Se non mangio entro circa 3 minuti da quando inizio a percepire il senso di vuoto, che sospetto sia causato da te… si apre una voragine nel mio stomaco che risucchia anche i pensieri, provocandomi dolori lancinanti e insopportabili.
Se mangio, dopo circa 3 bocconi di qualsiasi cosa, comincio a sentire un senso di pesantezza, come se avessi divorato e ingoiato intero, un bue muschiato con tanto di corna… (non so nemmeno se esista il bue muschiato, quindi non chiedermi se ha davvero le corna…).
Ora, capisci anche tu, che in queste condizioni mi rendi le cose un pochino difficili da gestire. Io le ho provate tutte, senza ottenere il benché minimo risultato, quindi, a questo punto, alzo le braccia, mi arrendo e chiedo a te.
Mi dici che caz…volo vuoi che faccia??? Devo mangiare oppure no?
Vuoi che ogni mattina ti mandi un menù completo degli alimenti che posso mangiare, così tu scegli liberamente cosa vuoi e anche la quantità??? Dimmelo perché se è questo che vuoi io non ho nessun problema a farti avere la lista dei cibi a tua disposizione, basta che poi ti dai una calmatina perché così non ci piace!
Ti comunico che in alternativa sto seriamente valutando la flebo, ma sappi che in questo caso non potrai più assaporare, nemmeno di riflesso, i piaceri della cucina mediterranea.
Pensaci, la scelta è tua.

Dov'è primavera?

Nuova settimana e prima settimana di primavera… la domanda sorge spontanea, dove? Qui di certo no dato che ha ricominciato a piovere!!! Questo tempo uggioso non aiuta di certo il mio umore, ma proviamo a smettere di lamentarci e a cominciare ad apprezzare gli aspetti positivi di questa giornata.
La nausea sembra, e sottolineo il sembra, essere leggermente migliorata. In compenso mi pare di notare in maniera piuttosto evidente e chiara che la digestione, più che rallentata, è proprio bloccata, direi paralizzata. Vabbè dai, come dicevamo ieri questo fa parte del pacchetto “dolce attesa”…
Gli “erogatori” di consigli, suggerimenti e anatemi, di cui parlavamo ieri, potrebbero a questo punto cercare di tranquillizzarmi, dicendomi che è probabile che questi sintomi molesti giungano al termine alla fine del terzo mese. Ma per loro è sicuramente più divertente elencare i disagi ai quali si va incontro, piuttosto che prospettare la fine degli stessi. Quindi inutile sperare in un gesto di questo tipo.
Comunque la fine del terzo mese è anelata non tanto per la probabile e sperabile fine di nausee, vomiti, giramenti di testa e quant’altro. Con la fine del terzo mese usciamo dal periodo più pericoloso, quello in cui davvero tutto può succedere e possiamo cominciare a tirare un piccolo, piccolissimo sospiro di sollievo. Per arrivare alla fatidica data a noi mancano ancora poco più di 3 settimane… Fino ad allora continuiamo a mantenere le dita incrociate e sì piccoletto, incrocia anche tu le tue ditina… tutto serve.

domenica 21 marzo 2010

Momenti d'intimità

Quando una coppia comincia pensare di volere un bambino, se ha la malaugurata idea di dirlo apertamente, tutti, amici, parenti, conoscenti ed anche sconosciuti, iniziano un tam tam di consigli e soprattutto di anatemi.
Noi non l’abbiamo mai detto, ma in quanto coppia stabile, in molti si sono comunque sentiti in diritto ed in dovere di elargire quelle che io chiamo le “mitiche perle di saggezza”. “Godetevela adesso che siete soli perché poi quando arriverà un bambino sarà finita… quando avrete un figlio non potrete certo più pensare di viaggiare… vedrete come vi cambierà la vita, altro che andare ai concerti… etc etc etc.”
È bello vedere come la gente ha il gusto sadico di prospettarti le cose, ma di come allo stesso tempo, ti esorti ad entrare nel tunnel, perché a quanto pare le gioie della maternità e della paternità, sono sconfinate.
Noi non siamo ancora genitori, ed io sto cominciando ad assaporare adesso i piaceri dell’attesa, come i risvegli notturni con crisi di vomito… ma nonostante tutto resto felice della mia scelta e del mio ragnetto impazzito che cresce dentro di me.
Ne sono felice anche quando noto l’inevitabile cambiamento che la nostra vita, mia e di tuo padre, ha già subito. Una volta il week end era il momento più caliente di tutta la settimana. Accantonati per un attimo i problemi di lavoro e gli stress quotidiani, i risvegli del fine settimana erano piacevolmente allietati da momenti d’intimità… Ora la cosa è un pochino più ardua, bisogna fare la gimcana fra le nausee, le crisi di vomito, gli attacchi di fame ed ogni altra esigenza tua e mia.
Ma stamattina, finalmente, dopo un bel sonno ristoratore di almeno 9 ore ho aperto gli occhi e ho realizzato che temporaneamente non c’erano strani e fastidiosi sintomi, nessuna molestia… tradotto nessun impedimento. Non appena ho visto un mezzo occhio di tuo padre aperto, (aspettare che aprisse anche il secondo poteva diventare "troppo tardi"), l’ho guardato seria e gli ho detto: o adesso o mai più, ora non ho la nausea, prendere o lasciare! Beh che dire… non ci siamo certo fatti scappare l’occasione… Buongiorno ragnetto!

sabato 20 marzo 2010

Ci piace e non ci piace...

Siamo appena tornati dallo stadio dopo aver visto Cesena-Vicenza… purtroppo finita 3 a 1. Non ci piaaace!!! È stata la tua prima volta allo stadio ora che ci penso. Non porterai mica sfiga, vero? Io ho una mia teoria e ritengo che il colore viola porti bene al Vicenza, quindi preparati: quando sarai nato, il giorno in cui si andrà a vedere il Vicenza, che tu sia maschio o femmina, avrai addosso qualcosa di viola, fossero anche le mutande!
A parte questo, il mio stomaco non va meglio ma credo si stia abituando a convivere con la nausea. Non ho assolutamente voglia di mangiare niente… o meglio, sì, mangerei una piadina col prosciutto crudo (cibo degli dei), entrambe cose che non posso mangiare, naturalmente! Ho comprato delle gomme da masticare che dovrebbero servire a ridurre la nausea da gravidanza. Non ho ancora capito se servono a qualcosa oppure no, ma in ogni caso non fanno male, quindi si “cicca” a “manego” (dal vicentino senza limiti).
Ora sono appena arrivati delle fantastiche rose bianche per noi tre e un po’, ce le hanno mandate i tuoi nonni vicentini che ci fanno le felicitazioni per la tua graditissima presenza. Ci piaaace!!! È stato un bel pensiero e mi è anche venuto l’occhio commosso e non credo dipenda dagli ormoni…
Fra poco andremo a cena fuori, io spero tanto di mangiare un fantastico risotto di pesce… diciamo che fra le cose che non mi vanno è quella che mi va di più… discorso contorto ma chiaro. Dovremmo incontrarci con una coppia di amici, a me piacerebbe tanto riuscire a passare una bella serata, potresti evitare di tormentarmi? Dai su, impegnati così mammina tua è contenta.

Pessimo inizio di giornata

Ecco appena iniziato un week end che ha già tutta l’aria di essere altamente impegnativo. Perché? Beh intanto per cominciare male il sabato e finire peggio il venerdì, alle 3 di stanotte ho vomitato anche l’anima… tanto per cambiare. Ormai dovrei esserci abituata, ma non ci si abitua mai ad una cosa tanto disgustosa come vomitare… Poi, dopo una notte che, come puoi immaginare, non è stata delle migliori, mi sono svegliata qualche minuto prima delle sette per colpa del pastore tedesco dei nostri vicini che, come al solito ha deciso di cominciare a rompere i co… siddetti. Dopo il brusco risveglio ho cominciato a sentire la voragine nello stomaco e ormai rassegnata, ho deciso di alzarmi per andare a fare colazione. Ora sono seduta a letto, col p.c. ed una terribile nausea… ripenso alla mia colazione e… ommioddio mi viene da vomitare…

venerdì 19 marzo 2010

Nona settimana

Di una cosa ormai siamo certi: siamo nella nona settimana.
Come ogni volta mi documento per capire cosa diavolo stai combinando lì dentro, a parte ballare la tarantella e guizzare qua e là come un forsennato.
Che dici, ti risparmio il solito toto-dimensioni? Oppure vuoi sapere a che punto può arrivare la fantasia degli esseri umani? Vabbè dai, te lo dico così ci facciamo due risate.
Prima ipotesi decisamente abbondante: 3,7 centimetri di lunghezza e 4 grammi di peso, informazione recuperata in ben due siti diversi...
Seconda ipotesi più reale: circa la grandezza di un acino d’uva e lunghezza approssimativa di 2,5 cm dalla testa al sedere.
Terza ipotesi sullo scarso: fra i 13 e i 17 mm di lunghezza e peso approssimativamente 1/1,5 grammi (il peso di una graffetta per intenderci).
Quarta ipotesi assurda: la grandezza è simile a quella di un acino, 3-4 cm dalla testa al sedere (ma di che acini stiamo parlando? Acini di prugna???)
Quinta ipotesi… indubbiamente sbagliata: “Il bambino pesa poco più di un grappolo d’uva”. E a nove mesi pesa come una zucca? Spero che volessero dire un chicco d’uva…
Direi che in ogni caso queste informazioni non sono rilevanti, poiché ieri ci hanno finalmente dato dei parametri un pochino più esatti sulle tue reali dimensioni.
Passiamo quindi al resto.
Fino ad ora hai avuto un rapito sviluppo e in questo momento dovresti assomigliare in tutto e per tutto ad un essere umano in miniatura (o a un meraviglioso pupazzetto di neve).
In questo periodo puoi iniziare a muoverti dolcemente e a tirare qualche pugno sebbene io non sia ancora in grado di accorgermene. Il tuo scheletro e i muscoli crescono rapidamente. Le tue articolazioni, come le caviglie, i polsi, le ginocchia e i gomiti ora sono ben sviluppate e flessibili e ti permettono di muovere in libertà tutte le parti del corpo (infatti ieri ho visto che ballerino sei…).
Le mani ed i piedi si sviluppano più velocemente in questo periodo e sono apparse le dita dei piedi anche se non sono ancora del tutto formate. (…ora papino ti dirà che tanto se prendi da me, io non le ho le dita dei piedi…)
Proprio in questa settimana aprirai la bocca per la prima volta, sarai in grado di fare delle smorfie e comincerai a succhiarti il pollice… o il mignolo aggiungo io, dipende da chi hai preso.
La coda embrionale è scomparsa (infatti non assomigli più ad un cavalluccio marino) ed ora sei pronto per aumentare velocemente di peso.
Leggo addirittura che già da ora reagisci ai miei cambiamenti di posizione… spero per te non anche a quelli di umore… e reagisci anche agli stimoli esterni.
Il cervello è già suddiviso in due emisferi, e la testa è ancora abbastanza grande se paragonata al resto del corpo ed è curvata verso il torace.
I tuoi occhi hanno raggiunto il loro totale sviluppo e sono praticamente pronti ed anche le tue palpebre si sono formate completamente, ma sono chiuse ermeticamente e si apriranno solo alla 28esima settimana.
I denti, le unghie di mani e piedi, i follicoli dei capelli, le ghiandole della saliva e le corde vocali, cominciano a svilupparsi proprio in questo stadio (quanta roba, tutto ora?).
Diventa visibile la punta del naso e la pelle diventa più spessa (speriamo tu prenda la pelle morbida di tuo padre e possibilmente anche le sue adorabili lentiggini).
I nervi utili agli occhi, al naso, alla lingua e al sistema vestibolare dell'equilibrio sono al loro posto.
Il tuo sesso si potrebbe già scoprire in questo periodo, ma noi non abbiamo ancora deciso se saperlo prima, oppure tenerci la sorpresa finale.
Il fegato produce globuli rossi che vengono pompati dal tuo minuscolo cuoricino, che batte ad un ritmo di 150 colpetti per minuto (e noi ieri lo abbiamo sentito!).
In questi giorni inizierai a bere la tua prima bevanda: il liquido amniotico.
Questo significa che devo aumentare la soglia di attenzione perché un po’ di ciò che mangio e bevo finisce nel liquido amniotico e quindi direttamente a te.
E parlando di me cominciamo un po’ ad informarci anche di quello che mi sta succedendo… e che mi succederà.
Dovrei iniziare a guadagnare peso regolarmente, ma a causa delle nausee questo non sta capitando, anzi al momento sto dimagrendo.
I cambiamenti ormonali all’interno del corpo mi fanno sentire più stanca (lo confermo) e mi causano difficoltà nel prendere sonno (vero).
Da ora in poi i cambiamenti di umore sono motivati e assolutamente giustificati. PAPIIINO, leggi qui, leggi qui!!!

Il lombrichino ubriaco

Ehi tu piccoletto, che come un pesciolino te ne stai beatamente a mollo dentro la tua bollicina, meglio nota come placenta, potresti gentilmente evitare di giocare con il mio stomaco? Qualora tu non lo sapessi, ti avviso che lui, il mio stomaco, è un tipo piuttosto impegnato e ha un bel po’ di cose da fare e fino a quando occupa il suo tempo giocando e distraendosi con te, non fa il suo prezioso lavoro, con risultati che sono piuttosto evidenti: rallentamento nella digestione, nausea e vomito, mal di stomaco, salivazione eccessiva, reflusso di succhi gastrici, eruttazione. Se tu lo lasciassi stare, forse riusciremmo ad evitare almeno alcuni di questi spiacevoli inconvenienti.
No, è perfettamente inutile che fai l’indifferente. Guarda che ti ho visto ieri come eri “tarantolato”. Sembravi un lombrichino ubriaco, che guizzava allegramente a destra e a sinistra. Ho capito che sei felice di esserci, e anche noi che tu ci sia, ma se eviti di ballare la tarantella finché sei lì dentro, mi faresti un favore. E poi sinceramente, viste le scarse abilità di tuo padre e mie nella danza, mi domando da chi hai preso questa passione per il ballo. Ah però… ora che ci penso, la tarantella è tipicamente napoletana, e mi viene il fondato sospetto che tu abbia imparato da zia Teresa, napoletana doc!
Noo, lasciatelo dire, non ci siamo proprio per niente: da zia Teresa dovevi imparare l’arte di dormire, il suo amore per il sonno, non quello per la danza! Così non va bene, sei letteralmente fuori strada…
Ah, vuoi sapere cosa dovresti prendere, invece da mamma e papà?
Beh, io sinceramente preferisco dirti cosa sarebbe meglio che tu non prendessi da noi. Sarebbe più conveniente che tu non prendessi da me il senso dell’orientamento, decisamente scarsissimo, anche perché se in questo mi assomiglierai anche solo lontanamente, siamo rovinati! Come minimo ti ritroviamo dopo 13 mesi di gestazione ancora lì dentro che gironzoli, perso fra fegato e reni, che cerchi l’uscita e chiedi informazioni ai globuli bianco/rossi (quelli di tuo padre sono bianco/rossi, quindi vicentini per nascita, i miei lo sono diventati per amore, i tuoi lo saranno per ereditarietà…).
Passiamo a tuo padre, da lui se puoi evita di imparare a contare con le dita. E hai anche il coraggio di chiedermi perché? Ma non hai fatto caso che lui, a differenza di tutti i comuni mortali, non parte dal pollice per seguire nell’ordine, indice, medio, anulare e mignolo? Noo, troppo banale!!! Lui si deve distinguere e comincia a contare dal mignolo per poi procedere nell’ordine inverso, anulare, medio, indice e per ultimo il pollice…
Per spiegarti meglio, se lui dovesse indicare che oggi siamo nel terzo mese, tirerebbe su le ultime tre dita della mano, in un gesto simile al simbolo di ok.
Lo so, è assurdo, non devi convincermi, sono totalmente d’accordo con te, ma stai tranquillo, ci sono davvero tante altre cose in cui puoi assomigliare a papà, hai solo l’imbarazzo della scelta.
P.s. tanto per tranquillizzare un po’ anche me, nella prossima ecografia puoi succhiarti il dito come fanno molti bambini, così vedo se ti succhi il pollice o il mignolo… Grazie

giovedì 18 marzo 2010

BATTE, BATTE, BATTE!!!

Batte! Batte! Batte!
L’ho sentito forte e chiaro il tuo cuore che batteva energicamente…
Superando i miei dubbi e le mie paure, noncurante dei miei timori e delle mie ansie, tu mi hai fatto capire chiaramente che ci sei, mi hai fatto sentire la tua voglia di vivere.
Ti ho visto tu, che sembravi un gamberetto impazzito, tu che muovevi le manine e i piedini come per salutarci.
Ti ho visto e ho capito che voglio te.
Non mi importa che tu sia un maschio o una femmina, so solo che voglio proprio te!
Eri bellissimo, la cosa più bella che abbia mai visto nella mia vita! La tua immagine è scolpita nella mia mente come se fosse incisa nel marmo, non la dimenticherò mai, nemmeno quando ti potrò abbracciare, baciare e stringere.
Mi domando se tutti i piccoletti sono belli come te, ma credo di no secondo me, tu sei unico e anche particolarmente bello… ne sono praticamente certa!
È stato davvero molto emozionante, avrei voluto non smettere di guardarti, avrei voluto che il tempo si fermasse, avrei voluto abbracciare il monitor e non lasciarlo più.
Mi sembrava impossibile che quel piccolo a forma di “pupazzetto di neve” (tuo padre dice che sembravi proprio un pupazzetto di neve…in effetti è un po’ vero) che si agitava sul monitor, abitasse davvero nella mia pancia, per un attimo ho pensato che tu fossi invece proprio dentro il monitor.
Sembra incredibile che quel cuore pulsante fosse proprio dentro di me e non fosse il mio ma il tuo… è invece è tutto vero.
Prima ho telefonato a tuo padre e gli ho chiesto di dirmi che è vero, che quello che ho in mente è successo realmente e non me lo sono sognata.
Mi ha confermato tutto!!!
Sono ancora ubriaca dell’emozione di questa giornata.
Dovrei dirti buon terzo mese… ma forse sei anche un pochino più grande di quello che pensavo… e può essere che il tuo terzo mese sia in realtà iniziato un paio di giorni fa, in incognita. Forse oggi non siamo a 8+6 ma a 9+1. Sì lo so, a te non è che freghi poi tanto di questi assurdi conti di noi adulti e mi sa che fai bene tu.
E sinceramente neanche a me frega più di tanto sapere se nascerai il 18 o il 20 ottobre, poco mi cambia.
Ah, quasi dimenticavo un dettaglio importante: dopo aver tanto ipotizzato per intere giornate sulle tue probabili dimensioni, oggi ti hanno misurato e finalmente sappiamo con certezza e precisione quanto sei grande. Alla faccia di lenticchie, piselli, fagioli e noci, tu sei lungo ben 2 centimetri e 38 millimetri. Mi sembra che tu sia diverso da tutti gli ingredienti di questa assurda zuppa del casale che gli “esperti” ci propinano…
Te l’ho detto che sei unico e particolarmente bello!
Ma a proposito di dimensioni, hai sentito che tuo padre mi prende in giro e dice che i tuoi piedi dopo soltanto nove settimane sono già più grandi dei miei dopo quasi 39 anni?
Che dici ci sono le basi per chiedere il divorzio prima di essere sposata?

È già domani...

È già domani.
Sono qui, stanca e frastornata che aspetto solo che passino queste ultime ore che mi separano dalla verità.
Sono qui e penso che oggi entriamo nel terzo mese… e penso “forse” entriamo nel terzo mese.
Sono qui, assalita da tutte le mie paure, senza quasi riuscire a respirare.
Sono qui che guardo il tempo che passa, stordita, come in uno stato di trance, senza riuscire a fare nulla, senza riuscire a pensare a niente di diverso se non a quello che sta per succedere nella mia, nella tua, in quella di tuo padre, nella nostra vita.
Tutto può cambiare o tutto può restare uguale, tutto può continuare ma tutto può anche finire.
Vorrei iniziare in maniera più serena questo terzo mese insieme a te e ti prometto che, se riusciremo a superare questo giro di boa, proverò ad essere un pochino più ottimista.
Ma oggi lasciami il diritto di avere paura, sai bene che i ricordi del passato sono ancora troppo vivi per non aggredire anche il presente.
Ora non riesco nemmeno più a scriverti, ti chiedo di capirmi.
Spero più tardi di avere tante cose belle da raccontarti e spero che le uniche lacrime che bagneranno questa tastiera, siano di gioia.
Ciao amore, ovunque tu sia, comunque tu stia, questi due mesi passati insieme sono stati duri ma fantastici! Volevo dirtelo.

La notte più lunga

Non sono nemmeno le 5 di mattina di quella che sicuramente è la notte più lunga da quando ho saputo di essere incinta. Non riesco a dormire e nemmeno a rilassarmi, mi giro e rigiro nel letto sempre più agitata, sempre più sveglia, sempre più nervosa.
Domani a quest’ora forse dormirò più tranquilla, dopo aver finalmente sentito il “tun tun” del battito del tuo cuore, o forse piangerò ancora una volta, devastata e sfinita, per la perdita di un bimbo che non c’è più, di un altro figlio, che nonostante il nostro desiderio e il nostro amore, non ce l’ha fatta a venire al mondo.
Sono giorni che aspetto ansiosa che arrivi domani, ed ora che è già l’alba di domani, vorrei avere più tempo per prepararmi, più tempo per continuare a cullare l’idea che tu ci sia e stia bene: ora non sono più così sicura di voler sapere, ora la paura è più forte di ogni altro istinto.
Ho paura cucciolo, ho paura di dover smettere di sognare e di dover scrivere la parola fine a questo blog dedicato a te.
Dammi tu la forza per resistere, per arrivare a domani senza scoppiare, per sopportare la gioia di quel battito o il dolore del silenzio assordante.
Aiutami tu piccolino perché io davvero non penso di farcela. Lo so, una mamma dovrebbe essere forte e dare forza e coraggio al proprio bimbo… ma io non sono ancora mamma, anche se mi piace pensare di esserlo già, e ciò che più mi spaventa, è il timore di non riuscire ad esserlo mai.

mercoledì 17 marzo 2010

Musica per tutti

Cominciamo una nuova giornata, con la speranza che la nausea mi lasci vivere e con tante cose da dirti.
Stamattina mi sono svegliata come sempre all’alba causa l’incontinenza notturna e dopo la solita gita al bagno sono tornata a letto ma non sono più riuscita a dormire, così mi sono divertita ad osservare tuo padre che beatamente se ne stava accucciato, con la sua mano sulla mia pancia e con una faccia meravigliosamente rilassata.
Mi capita spesso quando mi sveglio prima di lui (praticamente sempre) di scoprirmi a guardarlo e ogni volta mi piace di più e ogni volta penso che se tu assomiglierai a lui, che se la tua faccina sarà lontanamente simile alla sua, che se avrai quella fantastica fossetta in mezzo al mento, ti mangerò di baci, ti consumerò di coccole!
Mentre io lo ammiravo assonnata ed estasiata allo stesso tempo, lui dormiva profondamente e a giudicare dalle sue espressioni, a volte truci a volte dolci, credo che stesse anche sognando.
Poi, quando la radiosveglia ha cominciato a far sentire le prime note lui, sempre continuando a dormire, ha cominciato a far vibrare su di me le sue dita, prima leggermente, quasi in maniera impercettibile e poi sempre più forte. È incredibile, mentre il suo cervello è ancora disconnesso, mentre lui è ancora abbandonato fra le accoglienti braccia di Morfeo, la musica gli entra nel sangue e comincia a fluire nelle sue vene, scorre liberamente senza che nemmeno se ne accorga e a poco a poco le sue mani iniziano a battere e a seguire il ritmo.
Solo qualche minuto dopo apre gli occhi, mugugna qualcosa e ti accorgi che è sveglio.
È così che si risveglia tua padre.
Non è incredibilmente meraviglioso? Mi piace un sacco questa cosa!
A proposito di musica, lo sai vero che a breve comincerà il tuo processo di iniziazione alla musica? Sì, papino ti preparerà una compilation personalizzata che mammina con tanto di cuffie, provvederà a farti sentire mentre sei ancora nel pancione.
Nooo, niente rock e nemmeno Marcela Morelo, direi piuttosto qualcosa di soft per non agitarti troppo. Nel frattempo ho comprato uno di quei cd con musiche da ascoltare in gravidanza, ma non ho ancora sentito che roba sia, vedremo.
Ehmmm, sì è vero il cd non è l’unica cosa che ti ho comprato in questi ultimi giorni… Aspetta prima di cominciare ad arrabbiarti, lascia che ti spieghi.
Se ho comprato dei guantini rosa, non è perché spero o credo che tu sia una femmina. Niente di tutto ciò sei fuori strada. L’ho fatto semplicemente per prendere un pochino in giro tuo padre e la sua insensata certezza che tu sia una bimba. Visto che lui è così convinto che tu sia una femmina, io ho deciso che lo ricoprirò di rosa fino a far venire a lui la nausea! In realtà io, come ti ho già detto, a differenza di molte madri, non ho la più pallida idea di cosa tu sia, nessuna sensazione, nessun presentimento, nessun sogno rivelatore. Quando dico a tuo padre che sarai un maschio, lo faccio solo per rivendicare il tuo diritto e la tua libertà di essere un maschietto!
Quindi stai sereno e se vuoi nascere col “pistolino” sentiti libero di farlo, la mamma non ti vestirà di rosa confetto, promesso!
E ora passiamo all’ultima cosa di cui volevo parlarti. Oggi è mercoledì. Lo so, a te non interessa molto sapere che giorno della settimana è, ma se oggi è mercoledì 17 significa anche che domani è giovedì 18 ovvero, il giorno della nostra seconda e fondamentale ecografia. Diciamo che domani è un po’ il primo giro di boa. Se ti dicessi che sono tranquilla ti racconterei una bugia degna di Pinocchio. Non lo sono per niente. Però cerco di pensare positivo. Ho detto che ci provo, non che ci riesco!
In ogni caso, se tutto andrà bene, come spero, da domani qualche persona in più saprà della tua esistenza e quindi qualcuno di nuovo leggerà questo blog.
Aspetterò ancora a rendere completamente pubblica la notizia, del resto la precauzione non è mai troppa e vorrei arrivare a finire il nostro terzo mese per fare i fuochi d’artificio. Comunque diciamo che questi sono i nostri ultimi momenti di quasi totale intimità, quindi invece di tormentarmi con la nausea, cerca di goderteli!!!

Pensiero notturno

Ok, ok, ok… mi arrendo!
Indipendentemente dalle tue dimensioni, che tu sia simile ad una lenticchia, ad un pisello, ad un fagiolo o ad una noce, non c’è il minimo dubbio che nel tuo piccolo corpo, molliccio e ancora un po’ sgraziato, hai racchiuse le capacità, la forza e l’energia per riuscire a disintegrarmi.
Non hai bisogno di darmi altre prove, le dimostrazioni evidenti e tangibili che mi hai dato fino ad ora, ti assicuro che sono più che sufficienti e mi hanno convinta al 100%, senza la benché minima riserva.
Me lo vuoi sentire dire a chiare lettere? Tu, apparentemente indifeso, simile ad un gamberetto con la faccia fusa a metà, sei indiscutibilmente più forte di me.
Soddisfatto ora? Possiamo chiudere qui questa guerra stile “Kramer contro Kramer” in cui non ci sono né vinti né vincitori? Tanto per rinfrescare la tua memoria evidentemente ancora troppo labile, ti ricordo che in questa fase, se io sto male, tu stai male con me, se io soffro, tu soffri con me, se io perdo tu, io e tutti noi abbiamo perso!
Quindi come direbbe tuo padre è “ora di molarghe!” (tradotto per i non vicentini è ora di darci un taglio!) o più in breve “moleghe!” (piantala!).
Forse la prima non è corretta, ma sono certa che tuo padre quando la leggerà provvederà prontamente ad inviarmi la correzione…

martedì 16 marzo 2010

Sintesi di un risveglio

Mi hai svegliata alle 5 e dopo un’ora di rutti e gorgoglii sinistri, mentre tuo padre teneva la sua mano forte sulla mia pancia, su di te, sono finalmente riuscita a riaddormentarmi. Quando ho riaperto gli occhi dovevano essere circa le sette, la radiosveglia stava già facendo i soliti programmi del mattino. Mi sentivo esausta, come se avessi combattuto una battaglia durata per più giorni ma, ho percepito subito che stavo meglio: la nausea c’era ma era solo un lontano malessere, nemmeno paragonabile a quella dei giorni scorsi e soprattutto a quella di ieri. Ho fatto molta fatica ad alzarmi, mi sentivo debole e molto stanca e avevo paura a credere che davvero stavo un pochino meglio.
Quando sono scesa al piano di sotto e ho trovato Heidi che stava vomitando e, vedendo lei, ho cominciato anche io ad avere i conati di vomito, ho temuto il peggio… ma ho smesso di respirare per non sentire odori e ho chiuso gli occhi per non vedere e sono riuscita a superare quei minuti di puro terrore.
Poi lei ha smesso, io sono riuscita a riprendermi ed è andata decisamente meglio.
Ora sono passate più di tre ore e posso confermarti che sì, la nausea c’è ma è latente, almeno per ora. Ho approfittato di questo improvviso e inaspettato ma anelato miglioramento, per fare alcune delle cose che, quando sono nel pietoso stato di ieri, non riesco nemmeno a ricordare che sono da fare. E allora vai con lavatrici, panni da stendere e da raccogliere, panni da lavare a mano, cucina da rendere, non dico pulita, ma almeno presentabile e sto cercando di sfruttare ogni minuto perché non so più tardi, stasera, domani, come mi sentirò. Sono riuscita anche a fare uno spuntino di metà mattina: quando mi hai lanciato chiari segnali di fame, provocandomi quella voragine nello stomaco che ormai conosco, riconosco e temo, non ho esitato e prima che la voragine mi spaccasse in due le budella, ho mangiato immediatamente uno yogurt e mezza pesca sciroppata. Non è molto lo so, ma almeno ha tappato il buco e spero non provochi spiacevoli conseguenze. Ora dopo questa breve pausa davanti al p.c. mi lavo i denti (il dentifricio toglie residui di cibo e asporta aromi che in questo periodo sono pericolosissimi…) e poi mi rimetto in movimento. Le cose da fare sono ancora tante, direi infinite e tutto sommato credo che tenermi impegnata mi sia di aiuto.
Non ti ho chiesto come stai ma tanto non mi dici mai niente e mi lasci sempre con i miei dubbi e le mie paure… a dopo tesorino di mamma.

lunedì 15 marzo 2010

E dopo la rabbia, lo sconforto.

E dopo la rabbia, lo sconforto.
Mi chiedevo quando sarebbe arrivata la crisi, mi stupivo della mancanza delle lacrime… hanno sempre fatto parte della mia vita nei momenti più importanti, sia di gioia che di dolore, ed eccolo arrivare, il pianto, sano e liberatorio.
No piccolino, non ti devi preoccupare, non vuol dire che non ti voglio più, la mamma ti vuole bene come prima, forse anche più di prima è solo un po’ stanca di combattere con questo stato di malessere perenne e costante.
Oggi è stata una giornata difficile, seguita ad un week end pesante e sulle spalle ho ancora da smaltire pesi precedenti che viaggiano con me.
Lo so, per te è difficile da capire… e probabilmente sei preoccupato e ti dispiace vedermi così, ma non ti devi sentire in colpa, perché non è colpa tua. E non ti devi nemmeno preoccupare, questo è solo un momento di sconforto, ma passerà, magari già domani sarà meglio.
E poi ti devi abituare, la tua mamma è fatta così, quando vede nero…. Vede proprio tutto nero… nemmeno uno spiraglio in fondo al tunnel. No, per tua fortuna tuo padre è di un’altra pasta, decisamente meno pessimista della mia. Almeno ci bilanciamo.
E in mezzo a tutto questo malessere che mi sta letteralmente perseguitando, c’è una domanda che mi tormenta sempre più animatamente: tu come stai? Vorrei essere certa che tu stia bene, che tutto questo abbia un senso… vorrei che la mia sofferenza fosse una garanzia per il tuo benessere. Ma purtroppo, tesoro mio, ho molte speranze ma non ho certezze e nessuna garanzia.
Spero tanto giovedì di riuscire a sentire il tuo cuoricino che batte energicamente, forse questo mi darebbe la forza per andare avanti, per resistere e per combattere ogni giorno le difficoltà che ci sono e che ci saranno.
Non sono molto credente, o meglio, sono credente a modo mio e mi sorprendo sempre più spesso a pregare il “mio Dio” che giovedì mi faccia vedere il tuo cuore pulsare sul monitor, che mi faccia sentire quel suono che è l’unico suono che oggi posso considerare musica.
Prega anche tu il “nostro Dio” che ti dia la forza per resistere e venire al mondo.

Di nausea non si muore

Ciao e buon lunedì.
Chiariamo subito che se pensi di iniziare la settimana con la tua facile ironia, non è proprio il caso. La giornata è iniziata non meglio di come è finita quella di ieri, con una terribile nausea che mi fa quasi sperare di vomitare per liberarmi chissà poi da cosa…
Sì è vero non mi gira la testa, magra consolazione, ma è pur sempre un risultato.
Mi sembra comunque di avere un elefante che balla la tarantella proprio nel mio stomaco e quando ha finito di ballare con la sua proboscide risucchia ogni cosa come un’idrovora provocandomi un fastidioso senso di svuotamento.
Secondo me tu mi stai mettendo alla prova e stai cercando di testare il mio reale desiderio di maternità. Beh? A che punto siamo? Non sei ancora soddisfatto? Non ti ho ancora convinto? Certo che sei un bel po’ diffidente…
Vabbè che dire, io resisto, tu non preoccuparti che a costo di essere devastata io arrivo in fondo. Non sono né la prima né l’ultima donna incinta a stare così male e come giustamente mi ha ricordato tuo padre ieri sera, può anche andare peggio, quindi se tutto ciò serve, è utile o necessario… continua pure.
Però lasciami almeno dire che non credo che sia giusto.
Ti sembro arrabbiata? Sì mi sa che hai ragione, un po’ arrabbiata lo sono.
Però forse il diritto di essere arrabbiata un pochino ce l’ho, non credi?
Sono circa 15 giorni che non riesco nemmeno a pensare al cibo senza stare male.
Ho passato l’ultimo week end svomitacchiando qua e là…
Mangio per la disperazione perché se sono digiuna è anche peggio.
Anche ora mentre ti scrivo, devo fare delle lunghe pause e respirare profondamente cercando di capire se è il caso di precipitarmi sulla tazza del water…
Posso essere arrabbiata o almeno un po’ nervosa? Mi autorizzi ad esserlo?
Sì, lo so, il peggio è proprio dietro l’angolo che mi guarda, quindi dovrei evitare di lamentarmi dato che magari fra tre giorni potrei avere motivi molto più seri, per cui essere lagnosa. E mi sa che hai ragione tu, evitare di lamentarsi è la tecnica migliore. Tanto non serve a nulla, non allevia il senso di nausea, non aumenta l’appetito, non ferma i giramenti di testa… effettivamente è totalmente inutile.
Anche essere arrabbiata in realtà è inutile. E poi arrabbiata con chi?
Con te? No, tu stai solo facendo il tuo lavoro… se per farlo mi provochi dei malesseri non è certo colpa tua.
Con la scienza? Perché ancora non ha trovato un valido rimedio a queste sensazioni? Direi di no, la scienza ha malattie più gravi a cui pensare.
In definitiva, dov’è il problema? Di nausea non si muore.

domenica 14 marzo 2010

Forse non sei tu...

Eccomi finalmente seduta davanti al p.c., dopo aver passato ore terribili…
Però mi sa che ti devo delle scuse. Non sono poi così sicura che i giramenti di testa e il vomito di ieri, e di oggi, dipendano da te. Ho il dubbio che si tratti di un feroce attacco di cervicale. Diciamo che l’unica tua “colpa”, se proprio voglio trovarne una, è che dato che ci sei non posso prendere nulla per curarmi. In ogni caso, di qualsiasi cosa si tratti, spero che passi in fretta, perché è davvero durissima.
Ieri pomeriggio ho vomitato il risotto che avevo mangiato a pranzo, che fra le altre cose aveva dovuto cucinare tuo padre perché a me, la sola idea di aprire il frigorifero, mi fa venire la nausea, immagina mettermi ai fornelli!
Ieri sera siamo andati a vedere lo spettacolo “Saltimbanco” del “Cirque du Soleil”, con trapezisti e acrobati di ogni genere… bravissimi ma, tieni presente che non appena muovevo il collo, mi sembrava di essere in barca a vela con un mare forza 10 e con nausea e giramenti di testa forza 100!!!
Stanotte per andare in bagno, per evitare di cadere, e di mettere a repentaglio la mia incolumità e soprattutto, la tua, ho dovuto chiedere l’aiuto di tuo padre che mi ha amorevolmente accompagnata nonostante fossero le sei di mattina. In realtà avevo anche pensato di strisciare fino al bagno come un lombrico, ma poi ho valutato che forse non era il caso…
Nonostante il suo supporto, una volta tornata a letto e ripresa la posizione orizzontale, sono riuscita a vomitare anche quello che non c’era… e per evitare di sporcare il letto, ho strisciato come una lucertola, trascinandomi fino al bordo…
A tuo padre è toccato pulire… sant’uomo, considera sempre che era l’alba di una domenica mattina…
Ora come va? Forse meglio ma ho paura a dirlo.
Considera però, che ho mangiato praticamente solo riso in bianco, cotto dalla mamma di zia Teresa che ci aveva gentilmente invitati a pranzo e che mi ha anche fatto un menù dedicato... e personalizzato per te!
Pensa quanto ti amiamo già tutti, e quanto ti amo io che, con una tavola imbandita, piatti tipici napoletani, ingredienti di vera origine campana, leccornie di ogni genere… ho mangiato un fantastico piatto di riso in bianco!
Secondo me a questo punto della storia ho una risaia nello stomaco!!!

sabato 13 marzo 2010

Giramenti di testa

Aho, Tripita, ma sei impazzito?
Cosa ti è saltato in mente stamattina?
Ma lo sai che se mi fai girare la testa così, io rischio di cadere e tu con me?
A me non sembra proprio una grande idea… oggi sei stato fortunato che era sabato e che non ero a casa da sola, ma se capita durante la settimana, lasciatelo dire, siamo in un bel guaio. Se non fosse stato per tuo padre, stamattina cadevo lunga distesa per terra. Mi hai fatto prendere uno spavento… Mi ero accorta che mi girava tutto, ma non credevo che sarei arrivata a cadere.
Ora papino è andato a correre con Heidi e io sono seduta sul divano, immobile come uno stoccafisso. Ho tutto a portata di mano: coperta, telecomandi, acqua, telefono e bacinella (se per caso dovessi vomitare…).
Secondo me tu ti sei vendicato perché ieri ti avevo detto che ora come ora non sei proprio carinissimo…
Ma dai su, non te la prendere, io tvb anche così come sei, del resto, si sa, ogni scarafone è bello a mamma sua!

venerdì 12 marzo 2010

La zuppa del casale...

Lo so, hai pensato che in questi giorni ti sto trascurando, ma non è così, la verità, se la vuoi sapere, è che sto cercando di tenermi impegnata per non pensare… per non fare diventare ancora più grandi le mie paure.
Lasciamo le ombre da una parte e parliamo di ciò che è reale: oggi entriamo nell’ottava settimana…
Partiamo col solito toto-dimensioni…
C’è chi sostiene che alla fine di questa settimana di gestazione, il feto rannicchiato, ovvero tu, abbia le dimensioni di una grossa noce.
Altri sostengono che dovresti essere lungo circa 8/10 millimetri… Ma che noci ha visto quello di prima???
E ancora troviamo chi pensa che tu sia lungo ormai 20 millimetri (più del doppio rispetto a prima…).
Ma non è finita qui, come ultimo leggo che dovresti essere lungo due centimetri e mezzo, pesare tre grammi e si ritorna di nuovo alla vecchia similitudine col fagiolo. Ma che razza di fagiolo è lungo due centimetri e mezzo?
Ma questa gente cosa si fuma prima di scrivere nei siti internet??? Sinceramente fra noci, fagioli, piselli, lenticchie… ogni settimana qui mi sembra di fare la zuppa del casale.
Continuando a leggere scopro che, a questo punto, hai tutte le caratteristiche di un umano adulto.
Possiedi ormai tutti gli organi vitali, che sono sistemati al loro posto anche se non sono completamente sviluppati (certo, se no cosa ci stavi a fare lì dentro altri 7 mesi???)
Il sesso del bimbo non si riesce ancora ad individuare chiaramente, poiché i genitali si stanno ancora sviluppando (ma tuo padre deve avere un canale preferenziale perché già sa che sei femmina…).
Il tuo cervello sta maturando (me lo auguro…) e le cellule nervose iniziano a creare delle connessioni tra loro, gettando le basi per comunicare in futuro (evvai… stai mettendo le basi per un sano dialogo!!!)
La fisionomia del volto inizia a scorgersi (il buuuuco nuuuudo mi raccomando, non dimenticartelo!!!! P.S. non pensare male, il buco nudo è il modo amichevole in cui io chiamo la fossetta sul mento di tuo padre…).
E’ già comparso il contorno del tuo viso. Le due metà del volto sono cresciute fondendosi nel mezzo (fa un po’ impressione questa descrizione…). La faccia e la mascella sono ben formate e i denti insieme ai muscoli facciali si stanno sviluppando. La punta del naso si può facilmente notare e le tue palpebre stanno terminando il loro processo di sviluppo. Le orecchie iniziano a formarsi sia internamente che esternamente (mi auguro per te che internamente siano le mie e non quelle diversamente udenti di tuo padre… mica per niente, ma sono meno utili…).
Le prime cellule ossee iniziano lentamente a rimpiazzare la cartilagine.
Le gambe e le braccia continuano il loro processo di allungamento, le ossa si induriscono e iniziano a distinguersi i gomiti e le ginocchia, anche se le dita delle mani e dei piedi sono ancora unite (hai le dita palmate come le oche???).
Durante questa settimana il bambino inizia a raddrizzarsi e la piccola coda embrionale che lo fa assomigliare ad un girino (per me ad un cavalluccio marino) sta iniziando a scomparire.
Insomma, sei un cavalluccio marino asessuato e un po’ molliccio, di misure e peso dubbie, ripieno di tanti organi che ancora non funzionano, con una coda che si sta per staccare e con una faccia fusa in mezzo.
Non è proprio una bella immagine, lo sai?

giovedì 11 marzo 2010

Come faccio?

Nooo, non mi sono dimenticata di te!!! È solo che oggi ho deciso di mettermi a fare una cosa per te… ma non te la dico. Oddio, per te… non è proprio per te diciamo che è una cosa che ti riguarda.
E poi, a parte questo, ho valutato che era meglio lasciarti un po’ stare, soprattutto considerando il fatto che, dopo dieci giorni, oggi sono finalmente stata un pochino meglio. Ho sempre la digestione lenta ma almeno la nausea mi ha lasciata vivere, a parte qualche sporadico sprazzo. Che tu abbia capito che così non era il caso di andare avanti? Non so, ma ammetto che ho tirato un sospiro di sollievo e sono abbastanza contenta. Perché solo abbastanza? Beh, tesorino mio, perché spero che questo non sia un brutto segno… lo so, dovrei dare un po’ di fiducia al tuo piccolo cuoricino… ma sono così in ansia… Come faccio a stare tranquilla? Come faccio a non pensarci? Come faccio a non avere paura? Come faccio a vivere un’altra settimana così? Come faccio a sopportare queste lunghe ore di attesa? Dimmelo tu perché io proprio non lo so… Fino ad oggi ho resistito ma ormai le energie sono agli sgoccioli… e mi sembra di impazzire.
Anche oggi, mentre facevo quella cosa per te… ogni tanto mi chiedevo che senso aveva… se aveva senso…
A proposito di cose senza senso, da questo punto di vista oggi è stato un giorno piuttosto fertile! Ti ho comprato una tutina!!!! In una parola: meravigliosa. È color panna, di ciniglia e sopra c’è, indovina un po’… il disegno di un orsetto e c’è scritto “little bear”. Mamma mia… se ti immagino lì dentro ti strapazzo col pensiero, mi sembra quasi di poter sentire il tuo odore. Te l’ho già detto che ti voglio bene? Almeno qualche decina di volte? Beh.. il bene non è mai troppo. Ciao amore.

mercoledì 10 marzo 2010

Mare? No, grazie...

Hmmmm, no, non ho sbagliato a scrivere inizio questo post mugugnando.
Perché? E me lo chiedi?
Tanto per cominciare nevica, di nuovo: 10 marzo, dovrebbe essere quasi primavera e invece sta facendo una bufera di neve. Heidi guarda fuori con aria perplessa, da ieri si rifiuta di uscire… come la capisco!!!
Risultato: siamo di nuovo entrambe tappate in casa.
Due palle! No, tu non puoi dire “palle” ma io sì, posso. Soprattutto in giornate come questa, precedute da giornate come quella di ieri, sono autorizzata a dire palle e anche molto di più.
Poi oggi il mal di stomaco e la nausea mi hanno davvero sfinita, non mi hanno lasciata un solo minuto. Non so più come fare, non ho più armi per combatterli. Sono davvero esausta. Non ce la faccio più e mi domando se davvero smetterà mai questo stato pietoso o se mi dovrò fare tutti i nove mesi così. No, non sono ingrata, non puoi dirlo. Tu sai quanto sia terribile. Quattro ore fa ho mangiato piselli a vapore e stracchino e sono ancora qui che tento di digerire, e tu sei già li dentro che mi tormenti con la fame… Ti sembra facile? Ah, almeno sei onesto e lo ammetti.
Su entrambe le cose, tempo e nausea, non posso fare un nulla… grrr mi tocca subire. Ma primo poi mi ribellerò e saranno guai per tutti.
Ho una sola certezza, la nausea forse resterà, ma la primavera arriverà, è solo questione di tempo. E quest’anno, come anche l’anno scorso, me la voglio godere tutta. Vedrai che belle passeggiate al parco, che camminatone ci faremo insieme tu, io e Heidi. E dopo la primavera, sarà il momento dell’estate, forse lì patirò un po’ il caldo, ma ce ne preoccuperemo al momento opportuno.
A proposito di estate e di caldo… ti ho detto che tu nascerai e vivrai in un luogo di mare, ma non cadere in errore, questo non significa che passerai gli anni della tua infanzia a tuffarti in acqua e a fare castelli di sabbia. Non sarà così perché devi sapere che né a me né a tuo padre piace il mare. Ci andiamo al massimo una decina di volte in un’estate, ma a contare largo… e arriviamo non prima delle 17, quando il sole non è più caldo, per andare via un paio d’ore dopo.
Per quanto mi riguarda io detesto la sabbia attaccata ai piedi e nel resto del corpo, mi fa un po’ schifo il colore e l’odore del nostro mare, che non assomiglia a quello caraibico e sono intollerante a chi passa e ti schizza o peggio, ti tira il pallone.
Tuo padre soffre moltissimo il caldo e non ama stare steso al sole come le lucertole e considerando il fatto che è piuttosto schizzinoso, non credo che nemmeno a lui piaccia più di tanto il contatto con la sabbia.
Tutto ciò penso che possa bastare a spiegare perché io e lui ci siamo trovati e perché tu di sicuro non diventerai un mulatto, almeno non sotto il sole in spiaggia...

Un mese che ti scrivo

Oggi è un mese che ti scrivo… un mese, non so dirti se mi sembra tanto oppure poco. Questo significa che è già più di un mese che so della tua esistenza, che convivo con la tua presenza in me. E significa anche che già da dieci giorni la tua presenza ha deciso di manifestarsi, sotto forma di nausee. Ma tu non ti accontenti, come tutti i feti, di quelle mattutine… no, tu sei più esigente e le fai perdurare durante tutta la giornata. Magnifico, così il pensiero del cibo m disgusta ma se sto due ore senza deglutire qualcosa, ho dei vuoti di stomaco da svenire, che sono quasi peggio della nausea.
Quindi la domanda è che faccio: mangio e mi nauseo o non mangio e mi sento male?
Dilemma irrisolvibile direi.
Ieri sera, proprio mentre cercavo di rilassarmi un po’, dopo una estenuante giornata abbondantemente farcita di nausea e noia, è arrivato papino tuo, mi ha sollevato i vari strati di maglioni e felpe, e quando è finalmente stato più vicino a te, ha dolcemente iniziato a parlarti. L’ho sentito che diceva “devo parlare con mia figlia…” e poi ha continuato con “cerca di fare la brava bimba, non far stare così male la mamma…” insomma una conversazione tutta al femminile. Alla fine del suo bel discorso mi ha chiesto se secondo me tu avevi capito. Gli ho risposto “se è una femmina, certamente sì, ma se è un maschio si starà ancora chiedendo con chi diavolo stavi parlando…”
Che ci vuoi fare, è fatto così, ora si è assolutamente convinto che tu sia una femmina e non c’è modo di fargli venire anche solo il minimo dubbio. Da una parte, ti andrebbe meglio, col nome da femmina abbiamo trovato una sottospecie di accordo… con quello da maschio siamo in altissimo mare. No, non te lo dico, il tuo nome sarà una sorpresa anche per te. Del resto tu mi hai forse detto se avrai i capelli lisci o ricci? A proposito di capelli, hai sentito che papino vorrebbe tu avessi i miei? E pensare che i suoi, così dritti, secondo me sono bellissimi. Lui dice che per una femmina sono meglio i riccioletti biondi… e aridaje con la storia della femmina… lo so, lo so… non preoccuparti io non ci credo fino a quando non vedo.
Nel frattempo per me resti il mio “Tripita”, piccolo girino umano dal sesso non identificato, che vive e cresce dentro di me.
Hai visto che ieri pomeriggio per sentirti più vicino, mi sono addormentata con la mano appoggiata sulla pancia e mi sono risvegliata oltre un’ora dopo con la mano ancora lì? Bello vero? È emozionante pensare che solo a pochi centimetri dalle mie dita c’eri tu, mio figlio, il mio “Tripita”.

martedì 9 marzo 2010

Se tu non ci fossi

Pensavo a come sarebbe la mia vita se tu non fossi in viaggio.
Ora probabilmente non mi sentirei come se avessi mangiato una carbonara di 10 uova… e forse, non dovendo ruttare ogni 10 secondi, avrei deciso di andare a fare un giro e starei pranzando con qualche malsana schifezza, in un normalissimo self service di un centro commerciale, senza dovermi preoccupare del glutine. Chissà magari dopo pranzo deciderei di comprare una micro canotta per rinnovare il mio look estivo, e probabilmente dopo aver ingurgitato qualcosa di dolce, prima di cena, farei un aperitivo con un meraviglioso prosciutto San Daniele, naturalmente tagliato sottile… Durante la cena non rinuncerei mai ad una fantastica birra scura e perché no, magari me la berrei direttamente “dar culo”, accompagnata da una meravigliosa pizza “inferno”, che basta già solo il nome come garanzia di lenta digestione…
Di sicuro non starei qui a scrivere ad uno sconosciuto che nemmeno mi risponde…
Quante cose positive starai pensando tu…
Attenzione: le apparenze ingannano… è tutto vero quello che ho scritto, ma è altrettanto vero che ci sono cose che non è necessario scrivere e che hanno un peso anche maggiore di queste.
Se tu non ci fossi la birra, la pizza, il prosciutto, il glutine… nulla avrebbe lo stesso sapore…
Non potrei guardare quelle micro-tutine con disegnati coniglietti e pecorelle, immaginando a quando lì dentro ci sarai tu…
Non potrei sbirciare di profilo la mia pancia, cercando di notare qualche cambiamento che riveli la tua innegabile presenza.
Non potrei nemmeno pensare ad una gioia più grande di quella di stringere un piccolo, profumato fagottino, che ha bisogno di me.
Non potrei sperare di realizzare il sogno più grande della mia vita e di diventare madre, madre di un figlio dell’uomo che ho scelto e che amo.
Se tu non ci fossi alla nostra famiglia mancherebbe un pezzetto, quel “po’” che fa la differenza.
Perciò non dubitare mai che io non ti voglia, anche se mi senti lamentare per tutto ciò che vorrei ma non posso mangiare, anche se mi vedi sbuffare infastidita da una digestione che non è lenta, è proprio inesistente, sappi che la tua mamma ti ha voluto da sempre e sempre ti vorrà, anche se questo significa masticare una chewing gum alla menta dopo ogni pasto, per tentare di annullare il ricordo del cibo che ho appena ingerito.
E papà ti starai chiedendo tu?
Tranquillo amore, papà ti ha voluto anche più di me, se non fosse stato per lui forse ora non saresti in arrivo. Io avevo troppa paura per ammettere, con me stessa e con gli altri, quanto ti volevo. Lui è stato molto bravo, non si è fermato di fronte ai miei timori, mi è rimasto accanto, tentando di aiutarmi a capire quanto in realtà il mio desiderio fosse grande. E ci è riuscito. Papino… se sei in ascolto ti sto dando ragione… goditela, non capita tutti i giorni!!!

Neve a marzo

Sta nevicando… non se ne può più… mi piace la neve ma ora basta, ormai ho voglia di primavera. Questo tempo peggiora il mio umore, è difficile uscire, anche solo andare al parco con Heidi diventa complicato e laborioso. Voglio sentire il tepore del sole sulla pelle… e smettere di andare in giro come se fossi l’omino michelin, abilmente ricoperta da dodici strati sovrapposti. Non è che tu hai qualche canale preferenziale per ottenere dei miglioramenti sul clima? Non so, chiedo… magari sei in contatto diretto con “Colui che tutto sa e tutto decide”… No eh? Vabbé io ci ho provato, almeno non mi si potrà rinfacciare che non ho fatto nemmeno un tentativo.
Ora dobbiamo decidere come impegnare questa lunga giornata che ci si prospetta davanti. Siamo soli, tu, io e Heidi. Jacqueline parte oggi per l’Inghilterra e Teresa ha già iniziato a lavorare. Di cose da fare ne abbiamo a bizzeffe: cucire, stirare, cucinare, mettere in ordine, pulire… e forse proprio per questo è difficile decidere da dove iniziare. Magari se smettessi di stare davanti al p.c. a scrivere al piccolo alieno che vive dentro me e che mi possiede sarebbe un inizio…

lunedì 8 marzo 2010

Prime voglie

Ho appena fatto a tuo padre la tipica telefonata da donna incinta.
“Amore, in televisione hanno parlato del formaggio Camembert, è mi è venuta una voglia pazzesca di mangiarlo per cena, non è che passi dal supermercato a comprarmene un pezzetto?”
Risposta di quel sant’uomo di papino “Certo, piuttosto che rischiare che mi nasca un figlio con la faccia a forma di Camembert, vado a comprartelo… ma le voglie di formaggio non sono contemplate…ricordatelo”
Sai perché le voglie di formaggio non sono contemplate? Mi sembrava di averti accennato, in una delle nostre primissime conversazioni, al fatto che tuo padre detesta il formaggio. Non solo non sopporta mangiarlo, non tollera nemmeno l’odore e per lui è impensabile anche solo toccarlo e credo che gli faccia schifo, persino guardarlo.
Ora, tu capisci bene, che dire ad una persona che ha una tale avversione per i formaggi, di comprare un pezzo di Camembert, è una richiesta molto impegnativa.
Ma tuo padre per amor tuo e forse anche mio… nonostante stasera non si senta nemmeno troppo bene e abbia probabilmente anche la febbre, è incredibilmente andato a comprarcelo! Che mito, se già non ci fosse, bisognerebbe assolutamente inventarlo… Così prima di rientrare a casa, è passato dal mini-market qui dietro e, rimanendo al telefono con me, si è fatto aiutare nella ricerca del anelato pezzo di Camembert (sembrava una caccia al tesoro…). Come temevo, ho scoperto che per tuo padre non c’è nessuna differenza fra un “Baby Bell” e un Camembert… ma, come biasimarlo, abbiamo già detto che lui i formaggi nemmeno li guarda… così, dopo una lunga ricerca fra gli scaffali, abilmente teleguidato al telefono da me, e fisicamente dalla commessa del negozio, è tornato a casa con un pezzo di Caprice de Dieux.
Non fare il pignolo adesso, lo so anche io che non è la stessa cosa del Camembert, ma devi considerare che lui ha fatto uno sforzo notevole, apprezza il sacrificio!
Mi sto ancora domandando come abbia fatto a toccare il formaggio, forse lo ha preso con i guanti in lattice da chirurgo, per non sporcarsi le mani, come quando al parco tira la palla ad Heidi… Lo chiederò alla commessa quando la vedo, sicuramente un episodio del genere non è passato inosservato…
Comunque sinceramente, penso che in quel mini-mini market davvero non lo avessero il Camembert che tanto volevi tu… Sì tu, perché ora sta a vedere che le voglie sono iniziative mie… ma figurati! A proposito… devo dire che mi sembri alquanto confuso riguardo all’alimentazione. Mettiamoci d’accordo una volta per tutte: non puoi avere una fame mostruosa e allo stesso tempo provocarmi la nausea… le due cose non possono in nessun caso andare d’accordo. Con la nausea non riesco nemmeno a pensare di mettere in bocca qualcosa, quindi, non riesco nemmeno volendo a saziare il tuo appetito. Perciò se davvero hai così tanta fame, ti sarei immensamente grata se riuscissi ad evitare di farmi venire la nausea, in modo da riuscire ad inghiottire qualcosa e riempire la voragine che tu mi crei.
Penso che in questo modo riusciremmo a convivere meglio e ad affrontare più serenamente i prossimi mesi.
Il tuo risciò personale ad uso esclusivo, munito di gambe e non di ruote, (che sarei poi io…) ringrazia anticipatamente per lo sforzo che sono certa deciderai di fare. TVB

Il tuo cane ama l'acqua

Il tuo cane ama l’acqua.
Da quando hai un cane? Ma da sempre, tesorino di mamma e diventa ancora più tuo e sicuramente smette di essere mio, ogni volta che fa qualche monellata nuova. Quella di oggi non è nuova… ma è decisamente una delle peggiori che abbia fatto nei suoi due anni di vita.
Eravamo al parco, ti avevo detto che ci andavo per cercare di rilassarmi un po’, eravamo lei, io, Jacqueline e Chicco: noi padrone a chiacchierare e le “bestiolone” a correre e spassarsela nell’erba. Ad un certo punto Heidi si allontana inseguendo Chicco e capisco subito cosa sta per succedere. Vedo che si avvicina pericolosissimamente ad un canale fangoso e putrido e nonostante i miei richiami, che tu certamente anche da lì dentro hai sentito, senza la benché minima esitazione, orgogliosa e felice ci si tuffa dentro. Inutile urlare a squarciagola, ormai il danno è fatto e per concludere l’opera ci si stende anche in mezzo, in modo da assorbire ben bene la puzza di cacca e pesce marcio… Rassegnata al peggio, la chiamo e riesco incredibilmente ad attirare la sua attenzione e a ricordarle che la padrona sono io. Così, ormai rinfrescata… (fa un freddo assurdo ma lei non sembra percepirlo…) insieme al suo amico Chicco è ritornata vicina a noi e ha ricominciato a giocare come prima.
Fin qui tutto più o meno nella norma. Peccato che quando era ormai asciutta, no, pulita è un’altra cosa, direi semplicemente asciutta… il tuo cane, ha pensato bene di fare un secondo giro nel canale… tanto per rinvigorire un po’ l’aroma maleodorante che aveva ancora addosso, qualora fosse leggermente evaporato… Altro tuffo, altro richiamo inutile, altra immersione totale nella melma puzzolente, altra uscita, altra scrollatina, altra corsa… ed eccola ritornare felice e immonda vicina a me.
Ora, secondo te, come avrei dovuto fare io a tenerla in casa in quelle condizioni? E soprattutto, come avrei potuto convincere tuo padre al suo rientro a casa, stasera, che l’odore era una sua impressione e non era assolutamente reale??? È un po’ sordo ma col naso ci sente benissimo!!! Quindi ho dovuto tempestivamente provvedere a lavarla! La “ragazza” ama sì l’acqua ma ha una netta predilezione per quella sporca… quella limpida e profumata non ha lo stesso fascino.
Chissà perché ma temo che tu e lei, su questo punto, potreste anche capirvi un giorno…
Quindi per concludere direi che il parco è sì molto rilassante ma il rientro, purtroppo, a volte è estremamente stancante… Ora però ti prometto che se tu mi lasci un po’ di quiete con la nausea io mi riposo un pochetto. Va bene?

Noi tre e un po'

Ommioddio che nausea…
Mi sembra di aver mangiato tutti i puffi, insieme a Gargamella e al villaggio di funghetti naturalmente. Ma forse, a giudicare dalla produzione di succhi gastrici, i funghetti erano avvelenati… Da un paio di giorni, anche solo pensare di mangiare, è diventata un’impresa titanica. Succhiare o masticare una chewing gum o una caramella alla menta aiuta un pochino, ma è un miglioramento breve e passeggero e a volte ho addirittura l’impressione che sia fittizio.
Certo che iniziare così la giornata è decisamente impegnativo. A proposito, buona festa della donna! Come a chi? A me ovviamente, perché a te non so se sia il caso di fare questo genere di auguri: magari sei un maschietto e non sarebbe appropriato.
Ma parliamo di questo week end, bilancio positivo direi, anche se, come abbiamo detto, è stato tormentato da succhi gastrici forza 10 (n.d.r. li ho valutati con i criteri che, nella nautica, si utilizzano per la misurazione dei venti e il 10 corrisponde a “uragano – da 118 a 133 km/orari con devastazioni gravissime e onde altissime” Direi che ci siamo…). Fortunatamente il nostro fine settimana burrascoso è stato allietato dalla presenza di papino e accompagnato dalla vicinanza di amici con cui condividere pranzo o cena.
Sabato sera, dopo un’incursione pomeridiana in un negozio esclusivamente “gluten free”, (dove papino ha acceso un mutuo ventennale per comprare 4 cose… se ti dovesse mai venire il sospetto che non ti amiamo abbastanza rileggiti questa nota…), dicevamo sabato sera, passato in compagnia di Jacqueline e i suoi due figli Daniel e Francesca. Serata piacevole, mentre papà faceva compagnia a Daniel che guardava la sua squadra del cuore in tv, noi donne guardavamo le foto di Heidi nelle diverse fasi della crescita, e finite quelle, (c’è voluta gran parte della serata), siamo passate alle foto dei viaggi (il tempo è a malapena bastato…).
Domenica mattina, visto il freddo, abbiamo dovuto rinunciare alla primitiva idea di andare a fare una bella passeggiata a Riccione, cosa che a me piace tanto e ci siamo orientati verso una breve gita a Ikea dove, stranamente, non abbiamo comprato nulla. Pranzo a casa con zia Teresa e zio Luigggi che aspettavano da mesi gli arancini di riso, detti anche supplì, di mammina tua… mentre Heidi e cane Thor, compreso che le cibarie non erano dirette alle loro fauci, facevano la lotta in giro per casa.
Nel tardo pomeriggio, dopo aver salutato la famiglia “Thor”, breve sosta relax sul divano e poi cinemino: “Alice in wonderland” in 3d. Se mi è piaciuto? Che fai mi prendi anche in giro??? Dopo che sei riuscito a farmi abbioccare nascosta dietro gli occhiali per la visione 3d??? Evito commenti… e passiamo alla serata che è stata, come sempre, piacevolissima: comodamente rannicchiati in 3 e un po’ (la terza è Heidi e il “po’” sei tu…) sul divano a guardare e soprattutto, a dormire una trasmissione televisiva che parlava dell’inseminazione artificiale. Sarebbe stata interessante da vedere se, come sempre, il sonno non avesse rapito la mia attenzione dopo poco più di mezz’ora.
Vabbè, che dire, spero la rifacciano in fascia pomeridiana…
Come vedi è stato un bel week end e, né il tempo brutto, né tantomeno la nausea, sono riusciti a sabotarlo. Ora vediamo come va la settimana. Qualora non lo avessi notato, ti avviso che il mio ottimismo iniziale sull’andamento della gravidanza, sta letteralmente perdendo terreno e ogni giorno le mie convinzioni positive, purtroppo diminuiscono sensibilmente. Lo so, non ci sono reali motivi per cui preoccuparsi, ma nemmeno ci sono reali motivi per cui stare tranquilli… Ho imparato a mie spese che la mancanza di sintomi allarmanti non significa necessariamente che tutto stia andando bene…
Solo pensarci mi sta agitando… Sai che ti dico? Vado al parco con Heidi che è meglio…