Ci siamo: le mie ex tette sono ufficialmente diventate mammelle!
È successo stamattina, una data che per questo rimarrà incisa nella storia, tuo padre rivolgendosi a loro le ha definite proprio mammelle… Dire che non me l’aspettavo sarebbe una bugia, ma forse speravo che non capitasse, o almeno che succedesse più avanti. Invece no, mi stavo provando per farglielo vedere, un vestito comprato ieri, e gli spiegavo la tecnica pre-acquisto che ho adottato, per capire se ciò che sto provando potrà andarmi bene anche nei prossimi mesi con l’anelato pancione (n.d.r. imbottisco la pancia con qualcosa che mi sono tolta, tipo una maglia o la sciarpa arrotolata… ) e lui è saltato fuori con una cosa del tipo “è molto scollato sulle mammelle…”
Siiigh, solo qualche giorno fa avrebbe detto “tette”, ne sono certa. Eppure a me non sembrano cambiate, stessa forma, stessa dimensione, stesso colore… Boh, certe cose proprio non le capisco, credo che potrei lambiccarmi il cervello per ore senza arrivare a nessuna soluzione utile, perciò rinuncio.
Parliamo piuttosto di una cosa fondamentale che forse, anzi, che sicuramente è il caso che tu sappia. Mi riferisco al momento importante della giornata di papino, al quale lui ha fatto un chiaro riferimento ieri nella sua risposta al mio post “Teresa”. Sinceramente io avrei preferito aspettare ancora un po’ a parlarti di questo “lato oscuro” della sua vita, ma il timore che tu lo venga comunque a sapere e che non sia pronto ad ascoltare una simile verità, mi spinge a metterti al corrente della situazione. Ora siediti e respira profondamente, se hai già i polmoni, sinceramente non lo ricordo, tu lì dentro stai facendo un sacco di cose contemporaneamente che starti dietro è assolutamente impossibile! Dunque, devi sapere che per tuo padre ci sono poche ma fondamentali cose nella vita. Una di queste cose, non so dirti se è la principale ma di certo è nella top-ten, è quello che io definisco “il rito della cacca”. Lui in nessun caso fa la cacca in un posto dove la notte successiva non dormirà o dove, almeno, non ha dormito la notte precedente, piuttosto, come dice lui stesso, “si porta tutto a casa”. Come ci riesca, Dio solo lo sa, perché trattenere il “testa di moro” ,così lo ha battezzato, non è un’impresa facile, come sa bene chiunque si sia trovato per necessità a doverlo fare. Ma tuo padre è dotato di una grande forza di volontà e probabilmente, anche di ottimi muscoli del retto… ma non scendiamo troppo in dettagli tecnici, sui quali non sono nemmeno troppo preparata. I fatti sono che se decide di non farla, ci riesce e si porta il “lavoro grosso” a casa. Ma questa è solo una parte del lato oscuro. La verità è che quello che lui chiama “lavoro grosso” dovrebbe invece chiamarsi, “lavoro lungo” o, meglio ancora, “lavoro eterno”, perché i suoi tempi di evacuazione si aggirano intorno ai 40 minuti, tempo che può essere tranquillamente e ampiamente superato, ma in nessun caso ridotto. Vero è, che mentre è riunito con se stesso nella stanza da bagno al piano di sopra, che è quella che preferisce perché da lì, come dice lui “domina il mondo”… (n.d.r. temo che guardi fuori dalla finestra mentre è seduto sul water… ma preferisco non indagare)… vero è, dicevamo, che contemporaneamente legge libri, giornali, riviste, riceve e manda sms, fa e riceve telefonate… cioè praticamente gli manca solo di approfittare del momento, per fare importanti riunioni di lavoro senza che ci sia la scrivania a separarlo dai suoi interlocutori. Lo so, ti stai domandando perplesso se durante le sue telefonate dal bagno, chi è dall’altra parte riesce a sentire i rumori… temo proprio di sì, anche solo lo sciacquone, ma preferisco non saperlo.
A questo punto tu devi tenere presente che papà non torna quasi mai a casa prima delle 8 di sera. Poi ceniamo, e poi… eccolo puntuale come sempre il “rito della cacca”, e visti i suoi tempi considera che quando ritorna al piano di sotto, io sono ormai in catalessi, come minimo mi trovo nel bel mezzo della fase rem. Del resto, penso e dico io, alle dieci, dieci e mezza di sera è giustificato abbandonarsi alle braccia di Morfeo…
Ora, io capisco che non tutti possano avere con il bagno un rapporto “toccata e fuga” come il mio, mi rendo conto che a volte sembra che il mio water sia pericolosamente radioattivo o emetta scosse elettriche pro allontanamento rapido, però esistono pur sempre le vie di mezzo. Fra i miei 2 minuti e i suoi 40, facendo una media si arriva a 21, (eureka è incredibile ho fatto la media e ci sono anche riuscita!!!!) che, tutto sommato, mi sembra un tempo equo. Ma evidentemente le vie di mezzo non fanno per noi…
Quindi tieni presente che per tuo padre il “rito della cacca” è nella top-ten, è eterno, imprescindibile, immodificabile e fondamentale e non è esclusivo: come abbiamo detto lo condivide telefonicamente con altre persone…
In tutto ciò mi domando quali geni prenderai tu, se quelli della cacca rapida o quelli della cacca eterna… se mi devo preparare ad un bambino che prima trattiene la cacca fino a quasi svenire e poi se ne sta seduto sul vasino per una mezza giornata, o se invece sarai lo Speedy Gonzales del vasino, con una toccata e fuga degna del compositore Johann Sebastian Bach.
Di certo ti suggerisco, per il tuo bene, di lasciare in pace tuo padre mentre è nel bagno di sopra. Perché lo devi lasciare in pace? Le ragioni sono svariate: perché non ama essere disturbato, anche se io amo farlo, perché se lo disturbi, prolunga inevitabilmente la permanenza in bagno, con lunghi tempi supplementari di recupero, perché se non telefona mentre è in bagno deve trovare un altro momento per farlo e perché nel bagno si crea un’aria non proprio respirabile. Può bastare? Ti ho convinto? Spero di sì…
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