martedì 2 marzo 2010

Tette

Ho la nausea “conclamata” ed è assolutamente ufficiale che sono stata colpita da una pericolosa forma di narcolessia. E dopo aver tanto aspettato e richiesto un segno della tua presenza, eccone addirittura due! Il solito esagerato… ne bastava anche solo uno… non c’era nessun bisogno di strafare! È vero che ci ho messo un po’ a credere che tu ci fossi, ma dimentichi che ti ho anche visto, e dal quel momento avevo smesso di dubitare ed ero assolutamente certa della tua esistenza…
Ora però mi domando quando le mie tette smetteranno di chiamarsi così e diventeranno mammelle? Perché non lo sai? Per gli uomini tutte le donne dopo i 15 anni, chi più, chi meno, hanno le tette. A differenziarle ci sono le taglie, le forme, il colore della pelle… ma si chiamano tutte indiscutibilmente tette. Seno, se vogliono fare i fini ma di solito fra di loro le chiamano semplicemente: tette. Gli uomini amano le tette, forse perché loro non le hanno, forse in reminiscenza di un primordiale istinto di sopravvivenza, forse perché gli ricordano la prima donna della loro vita… non so cosa sia, ma tutti sono indiscutibilmente attratti dal morbido oggetto del desiderio. Questo stato rimane fino a quando la donna non è incinta, ovvero, fino a quando il suo stato di essere umano di sesso femminile, si trasforma e la trasforma innegabilmente in “gravida” o “gestante” (esiterebbe anche il termine “pregna” ma è talmente ripugnante che mi rifiuto anche di prenderlo in considerazione) … a quel punto le sue tette improvvisamente smettono di chiamarsi così e per l’universo mondo diventano… irrimediabilmente: mammelle. Sì hai capito bene, per il semplice fatto che ci sia un piccolo essere umano che cresce nel suo ventre e non nelle sue tette, (altro mistero… il ventre prima della gravidanza viene definito pancia se sovrappeso, o addome se piatto… poi anche lui, cambia inspiegabilmente nome…) dicevamo che, per il semplice fatto che la donna sia incinta, le sue tette smettono di chiamarsi così come sempre sono state chiamate dai tempi dei tempi e cominciano a chiamarsi mammelle… Ora, io che mi sono sempre chiamata Chiara non è che solo per il fatto di essere incinta la gente incomincia a chiamarmi Genoveffa, perché dunque questa e altre parti del mio corpo devono essere ribattezzate? Sono forse diventata senza accorgermene un barbapapà che si trasforma in altre cose? E perché io che da sempre sono stata definita donna, improvvisamente vengo identificata come gravida o gestante (NO, PREGNA NO!)? Che è successo nel frattempo? Non mi sono trasformata in un uomo ma, pur continuando a far parte del genere umano ho comunque smesso di essere una donna? E quando ritornerò ad esserlo? Perché a quanto mi risulta dopo il parto, cambierò sì nome, ma non per tornare donna, bensì per diventare una “puerpera”… Dalla padella nella brace…
È con questa crisi di identità, mia, della mia pancia (non ho mai potuto nemmeno pensare di chiamarlo addome… purtroppo) e delle mie tette (io continuerò a chiamarle così anche quando saranno solo le tue personali ed esclusive fornitrici di cibo, sappilo) che ti saluto, nella speranza che tu da lì dentro riesca a risolvere e possa chiarire questi miei dubbi. Nel frattempo ho capito che ci sei, me ne hai date ampie e tangibili prove, ora, se tu volessi smettere di darmi segnali come la nausea e il sonno… te ne sarei grata e questo mi sarebbe di grande aiuto per affrontare, non solo i prossimi lunghissimi giorni, ma anche i mesi che mancano al nostro incontro.
Hai ragione, non sono mai contenta… Però sono la tua mamma, l’unica che hai e t.v.b.

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