Settanduesimo giorno insieme: poco più di un quarto, poco meno di un terzo del tempo che tu resterai mio gradito ospite.
Fin qui, ci siamo arrivati, con fastidi, molestie, ansie, paure, timori, speranze, gioie, desideri, previsioni, curiosità, attese, dubbi, incertezze, e poche, pochissime certezze.
Ma insieme a questo frullato di sensazioni, emozioni e sentimenti, siamo comunque arrivati fin qui. A volte stanchi, in alcuni momenti un po’ acciaccati, a tratti zoppicando, ma siamo riusciti a fare il primo importante, fondamentale, giro di boa.
Da qui in avanti è tutto nuovo, tutto sconosciuto, tutto diverso da prima, tutto senza precedenti e non so più che cosa aspettarmi.
Ti ho detto che mi sento nel limbo… comincio a capire perché.
Non posso fare niente, posso solo restare in stand by.
Vorrei poter cominciare a preparare la tua cameretta, ma so che è troppo presto, vorrei comprarti vestitini e tutine, non una ogni tanto, come a volte faccio, intendo proprio farti il guardaroba, ma anche questo sarebbe prematuro, vorrei davvero andare in giro a scegliere la tua carrozzina, la tua culla, il tuo lettino… ma non è ancora arrivato il momento.
Posso solo stare qui e attendere, continuando a fantasticare su quello che spero che sia, su quello che potrebbe essere.
Capisci che non è facile? So che tu sei dentro di me, che stai crescendo, non sei un sogno, una speranza, un’illusione, sei reale e poco più di una settimana fa, ti abbiamo visto, vivo e vitale.
Come ha detto tuo padre stamattina, ora dovresti essere grande all’incirca come un soldatino… un soldatino che sta lottando con tutte le sue forze, aggiungo io.
Ma nonostante tutto, nonostante quella foto sfocata, che ti rappresenta e che sta chiusa in una cartellina blu e rosa, non posso ancora lasciarmi andare pienamente alla gioia che tu esisti: mi sento e sono bloccata, con le mani legate.
E in mezzo a questo mare ogni tanto, la paura che qualcosa non vada bene, prende forma e arriva come un’onda, la vedi in lontananza, cresce e si alimenta ad ogni metro. Si avvicina rapidamente, sempre più grande, sempre più forte, sempre più alta… e inghiottisce tutto, sommerge, copre, nasconde e annega, ogni sensazione, ogni emozione,ogni sentimento.
Quando l’onda si appiattisce sulla riva, dopo aver scaricato la sua violenza, nulla è come prima, il panorama che appare è cambiato, più spoglio.
C’è solo una cosa che forse, spero, sia rimasta la stessa: il nostro soldatino, vivo e vitale, che lotta per vedere la luce.
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