Oggi è il 3 marzo, oggi è il compleanno di Francesca. Francesca è l’ultima bimba che ho badato, è stata l’ultima di un lungo elenco di bambini, maschi e femmine, una serie di volti e di nomi che si sono susseguiti nei vari periodi della mia vita.
Riccardo il primo, forse presagio del Riccardo che un giorno avrebbe fatto finalmente parte della mia e della tua vita. Di lui ricordo tutto, anche l’odore. Aveva 3 mesi la prima volta che l’ho visto ed io ero poco più di una bambina. Mi faceva una tenerezza incredibile e da lui, mi sarei lasciata fare davvero qualsiasi cosa. Mi possedeva completamente, bastava un suo “pippio” per farmi cedere ad ogni sua richiesta.
Poi è arrivato Luca, per due estati successive. La prima era piccolissimo, appena nato. Biondo con gli occhi azzurri e nonostante la mia giovane età, in tanti pensavano che fosse il mio. L’anno dopo muoveva i primi passi e mi veniva incontro con le manine aperte, chiamandomi mamma, senza probabilmente capire né io né lui, il significato profondo di quella parola.
Poi c’è stata Arianna, aveva un paio d’anni quando l’ho badata ed è stata indiscutibilmente la più bella. Con dei meravigliosi occhi cristallini e con le ciglia perfettamente rigirate all’insù sembrava una bambola. Buona, dolce e tenera come nessun altro bambino. Mai un capriccio mai una lacrima, impossibile non affezionarsi a lei, ma forse troppo perfetta per essere solo una bambina.
Poi è toccato a Costanza, era davvero piccolissima. Con lei ho fatto le prove di quello che poteva significare essere madre. Io avevo circa 25 anni e lei 3 giorni la prima volta che ci siamo incontrate. Si può dire che stavamo insieme 7 giorni su 7 e le ore ho smesso di contarle praticamente da subito. Percepivo il suo pianto anche attraverso i muri, se lei non mangiava anche a me si chiudeva lo stomaco, sentivo ed a volte avevo, la responsabilità della sua vita come se davvero fosse stata parte della mia famiglia. Siamo cresciute insieme per un anno, il primo importante, fondamentale anno della sua vita. Quando l’ho vista l’ultima volta era ancora molto piccola, ma assomigliava incredibilmente a Betty Boop, un personaggio di animazione nato negli anni 30. Spesso mi sono chiesta come sta, com’è diventata, cosa fa, ma le circostanze della vita ci hanno allontanate.
Dopo di lei sono venuti altri bimbi dei quali il tempo ha cancellato alcuni nomi, ma non le facce e nemmeno quelle manine morbide e profumate come bignè alla crema.
Antonio, Lucia ed infine Francesca. In realtà dopo di lei ci sono stati anche Tommaso e Anna ma Francesca ha lasciato un segno più profondo e dopo di lei nessun altro mi è riuscito a rubare un pezzo di cuore.
Francesca mi ha stregata, con quei suoi occhi di velluto e quel suo sguardo espressivo e da subito profondo. Amavo la sua espressione accigliata, adoravo il suo modo di dormire come un cencio, appoggiata al mio braccio, adoravo il suo non concedersi se non ne aveva voglia. Francesca è stata l’ultima di una lunga serie ma anche la prima e l’unica.
Non so perché, alcuni lo chiamano feeling, altri la definiscono un’alchimia, ma di certo ci sono persone che ti entrano dentro e fanno parte di te. Oggi compie 7 anni, mi sembra incredibile. Un mese fa quando ci siamo sentite per telefono, anche se non ce n’era bisogno, lei mi ha voluto ricordare che avrei dovuto farle gli auguri dopo poche settimane. Ora è a scuola ma nel pomeriggio la chiamerò per sentire la sua vocina, allegra e vivace, che riesce sempre a farmi sorridere anche solo se ci penso.
A tutti questi bimbi ho dato qualcosa di me ed ognuno di loro mi ha lasciato una piccola parte che porterò sempre con me. Oggi so tante cose sui bambini e so che tante altre, le devo ancora imparare.
Tu mi insegnerai tutto quello che ancora non so, tu mi dirai se quello che ho imparato è giusto oppure no, tu mi correggerai là dove io inevitabilmente, sbaglierò.
Non preoccuparti, tu non sarai un altro nome in fondo alla lista. Non ho avuto altri figli, tu sarai il primo anche se sinceramente spero, non l’unico di una nuova lista (no, sicuramente non sarà altrettanto lunga…).
Tutti gli altri bimbi erano piccole persone che avevano bisogno di qualcuno vicino mentre crescevano, ed io sono stata per loro quel qualcuno. Gli ho voluto bene e li ho amati, ma non come figli.
Tu stai crescendo nella mia pancia, sarai mio figlio, maschio o femmina, biondo o bruno, buono o cattivo, sarai indiscutibilmente una parte di me e di tuo padre. In te vedrò le mie caratteristiche e le sue. Di te so già che amerò tutto, e per te farò cose che oggi non riesco nemmeno a pensare.
Certo, ho paura, questa volta non ci sarà una madre a decidere per me, io non sarò solo e semplicemente chi esegue “gli ordini”, io dovrò decidere anche per te almeno nei primi anni. Il peso della responsabilità sarà sulle mie spalle e su quelle di tuo padre.
Ma questo significa crescere, questa è la profonda differenza fra essere madre e prendersi cura di un bambino.
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